Atenei, decreto sui concorsi. Slitta il taglio delle classi
Data: Giovedì, 06 novembre 2008 ore 16:46:48 CET
Argomento: Rassegna stampa


dall'agenzia stampa DIRE

E per le commissioni giudicanti dei concorsi per docenti e ricercatori scattano, da subito, nuove regole per la scelta (arriva il sorteggio) dei commissari. Vere e proprie norme anti-cooptazione. Sono questi i punti qualificanti del decreto legge targato Mariastella Gelmini che oggi approda in Consiglio dei ministri. La riunione dovrebbe tenersi alle 15. I tecnici del ministero sono ancora al lavoro e nell'esecutivo prosegue il confronto anche perchè alla riunione non saranno presenti (sono in Russia) il presidente Silvio Berlusconi, i ministri Roberto Maroni, Giulio Tremonti, Claudio Scajola, Franco Frattini, Sandro Bondi. Dunque il decreto dovrà arrivare a Palazzo Chigi bello e pronto per la ratifica formale. Intanto l'ultima bozza disponibile, che l'agenzia Dire ha potuto visionare, è già approdata a piazza Colonna. Cinque articoli in tutto, contenenti le "Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, il reclutamento del personale ed efficienza del sistema universitario". Il comma uno è tutto dedicato al reclutamento del personale: le università dalle finanze allegre non potranno, per un anno dalla pubblicazione del decreto, adottare procedure "per il reclutamento di personale docente e ricercatore". Le università spendaccione non potranno, per un anno dalla pubblicazione del decreto, adottare procedure "per il reclutamento di personale docente e ricercatore". Né potranno godere, per il 2008-2009 dei fondi straordinari stanziati dal governo Prodi per il reclutamento dei ricercatori universitari. Chi ha i bilanci in regola, invece, potrà procedere, nel triennio 2009-2010, ad assumere, ma dovrà spendere per i nuovi reclutati il 50% di quanto stanziava per stipendiare i pensionati dell'anno precedente. Una parziale deroga al blocco del turn-over stabilito dalla legge 133 ma con dei paletti: i fondi così sbloccati dovranno essere impiegati soprattutto ("almeno per il 60%"), spiega il decreto, per reclutare ricercatori a tempo determinato e indeterminato. Una norma salva-giovani, spuntata dopo le polemiche e le proteste delle scorse settimane. Per assumere prof ordinari (gli "anziani") si potrà spendere al massimo il 10% dei fondi, per gli associati al massimo il 20% per gli amministrativi al massimo il 5%. Poi la questione dei concorsi. All'inizio si era parlato di un possibile blocco di quelli in atto. Invece, secondo la bozza disponibile, il ministro Gelmini ha scelto di cambiare da subito le modalità di scelta delle commissioni: non potrà farne parte nessun membro dell'ateneo che bandisce il posto e i commissari saranno sorteggiati. Le nuove norme scattano immediatamente anche per le procedure indette prima della data di entrata in vigore del decreto (salvo che non si siano già svolte le votazioni per la costituzione delle commissioni): le università, spiega il testo, devono adeguarsi e chi ha avviato la scelta dei commissari dovrà rifare tutto. Per i docenti di I e II fascia le commissioni saranno composte di cinque professori ordinari appartenenti all'area disciplinare del bando (o affine), ma rigorosamente esterni all'ateneo che ha indetto il concorso. Ci sarà un solo vincitore per ogni concorso, niente idonei e file di precari in attesa di assunzione. Per i ricercatori la commissione sarà così composta: un ordinario o associato nominato dalla facoltà che bandisce il posto e due ordinari sorteggiati. Anche qui tutti dovranno essere esterni all'università che indice il concorso. La valutazione sarà effettuata "utilizzando parametri e criteri riconosciuti anche in ambito internazionale" che saranno disposti con un decreto ministeriale successivo entro un mese dall'entrata in vigore del decreto. Per i ricercatori scatta anche uno stop alle ore eccessive di carico didattico (spesso erano costretti a sostituire i prof titolari di cattedra), con un blocco, nei primi tre anni di servizio, al 50% di ore di lezione svolte rispetto a quelle di un ordinario. Quanto al merito, all'articolo 2 si stabilisce che dal 2009 il "5%" del Fondo di finanziamento ordinario sarà destinato a sostenere le università che hanno migliorato le proprie performance. E per gli enti di ricerca sono derogati i tagli sulle dotazioni organiche. Quanto al diritto allo studio sono stanziati 70 milioni per alloggi e residenze e fondi ad hoc per premiare i meritevoli con borse di studio.
SLITTA IL TAGLIO DELLE CLASSI
- "Prendo atto che l’iniziativa delle Regioni e degli enti locali e le forti preoccupazioni espresse da tutto il mondo della scuola hanno finalmente raggiunto un primo risultato importante: con l’emendamento presentato oggi (ieri, ndr) al Senato si sancisce, infatti, che non ci saranno chiusure di scuole per il prossimo anno scolastico 2009-2010”: è quanto annunciato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. “In secondo luogo- ha continuato- è rimosso il tema del commissariamento delle Regioni, legato alla questione del dimensionamento scolastico, così come era stato proposto dal decreto legge 154, in modo unilaterale e senza alcuna intesa preventiva". Ora "è necessario aprire urgentemente un tavolo fra governo, regioni ed enti locali per discutere concretamente e senza forzature unilaterali della riorganizzazione dei servizi scolastici, fermo restando il carattere irrinunciabile del diritto al studio per le ragazze e i ragazzi del nostro Paese".
6 novembre 2008







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