Il Centrosinistra, dopo lo sciopero generale della scuola del 30
ottobre, ha proposto un referendum abrogativo o il ricorso alla
Corte Costituzionale o di chiedere alle Regioni di non attuare
alcune norme del decreto 137 del ministro Gelmini che ha
avuto pure il merito, dopo Berlinguer, di riunire tutti i sindacati.
Ci rendiamo conto che è una alternativa politica possibile per
dare risposte alla soppressione del modulo alle elementari, ma
sarebbe di poca rilevanza se venisse trascurata la legge 6 agosto
2008, n. 133, pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 21
agosto.
Il punto centrale sta infatti lì, perché anche negli altri ordini
si cancellano posti a partire dal 2009/10. Nella secondaria di
primo grado scompare l’insegnamento di tecnologia, si accorpano
le cattedre di lettere, si limita il tempo prolungato e si innalza
il rapporto alunni/insegnanti. Stesso discorso nella secondaria
di secondo grado dove si ricondurranno tutte le cattedre
a 18 ore, si rivedranno i curricoli, saranno razionalizzati gli organici
dei corsi serali e innalzato il rapporto alunni/docenti, a
parte la forte riduzione del personale Ata. Se infatti si legge la
finanziaria del 6 agosto tutti i discorsi relativi alla cattiva informazione
o alle truffe ideologiche perdono di sostanza perché
vi è pure allegata una tabella coi tagli da effettuarsi fino al 2012.
E di fronte a tale scelta del Governo è giusto chiedersi: i tagli
previsti hanno un obiettivo educativo e didattico adeguato per
migliorare le competenze dei ragazzi oppure hanno altri scopi?
Nello specifico sarebbe pure opportuno chiedere se portare
da 36 a 32 ore a settimana il monte ore nei Tecnici e nei Professionali
corrisponde a un progetto pedagogico scientifico o
è solamente di tipo finanziario? E ancora: quali discipline verranno
sacrificate? E perché proprio quelle? E quali conseguenze
ciò può portare? Stesso discorso per i Licei dove il monte
ore settimanale passa da 32 a 30: si taglieranno ore di latino?
Oppure? E perché?
Che la scuola abbia bisogno di una riforma forte e seria è fatto
acclarato, ma è pure certo che la formazione del cosiddetto
capitale umano passa attraverso il coinvolgimento e il confronto
universale degli esperti, come fece Gentile che però era filosofo
e pensatore e non avvocato con una migrante abilitazione.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)