ALUNNI STRANIERI:INTEGRARLI O SEPARARLI?
Data: Domenica, 02 novembre 2008 ore 08:47:52 CET
Argomento: Opinioni


Integrare o separare?

 

Non si parte certo da zero sulla questione dell’integrazione dei bambini stranieri nel sistema scolastico italiano; si parte invece da un insieme di esperienze interessanti che proprio facendo leva sulla possibilità di precoce contatto tra diversità ha evidenziato come l’integrazione sia positiva anche per gli studenti nativi.

Per questo la prima cosa che stupisce nella mozione recentemente approvata dalla Camera dei Deputati è la mancanza di qualunque riferimento a tali successi che costituiscono un vanto e una connotazione del sistema scolastico italiano. Tale connotazione è stata riaffermata più volte da atti normativi emanati da governi di centrosinistra e di centro destra che hanno proposto modelli articolati di inserimento concordemente centrati sul valore sociale, pedagogico e didattico della non separatezza e sul ruolo propositivo che le scuole dell’autonomia hanno nel modulare i percorsi formativi a seconda delle diverse esigenze.

Qui si inserisce il secondo stupore, di natura didattica, sulla possibilità di un apprendimento linguistico senza l’esperienza diretta dell’uso della lingua in un contesto comunicativo con contenei. Perfino i corsi di apprendimento per adulti di una lingua straniera propongono come elemento ineludibile l’inserimento precoce nei contesti linguistici opportuni.

Sorge il dubbio che al di sotto della proclamata volontà di meglio integrare ci sia in realtà una volontà di separare e di proporre quote di presenza di bambini stranieri nelle classi rompendo così l’unità formativa e depauperando gli uni e gli altri delle opportunità di arricchimento culturale. Non si tratta di una questione da poco: è in gioco un diritto fondamentale – comprendere, conoscere, ricevere istruzione – che ogni Stato civile deve garantire a ogni individuo presente nel suo territorio, qualunque sia la connotazione legale della sua presenza.







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