Rembado, leader dei presidi: «Scuola bloccata,rifiuta da sempre ogni forma di innovazione»
Data: Venerdì, 31 ottobre 2008 ore 13:11:58 CET
Argomento: Opinioni


dal sito Il Messaggero del 31.10.2008

ROMA - La riforma della Gelmini è legge, ma è esplosa la contestazione.
A Roma ci sono stati scontri tra destra e sinistra, feriti nei cortei e da giorni scuola e università sono in ebollizione.
Che cosa ne pensa?
«Il rischio che vedo è che si perpetui una consuetudine negativa ne] Paese con il b loc co di qualsiasi forma di innovazione.
Questa, purtroppo, è una costante del nostro sistema. Nel momento in cui si tentano dei cambiamenti si scatena la reazione, non si arriva neppure a fare una verifica, un monitoraggio. Lo abbiamo vissuto tante volte».

All'intervista risponde Giorgio Rembado, il leader dei presidi.
A quali momenti si riferisce?
«Berlinguer tentò di introdurre una forma di valutazione del personale docente, tentò di affermare principi di meritocrazia ma anche allora ci fu un fuoco incrociato di accuse e violente contestazioni di piazza. Si saldarono gli interessi della sinistra e di una certa destra. Di valutazione non si parlò più e Berlinguer perse la poltrona».

Come definirebbe la scuola di oggi?
«La sede della conservazione, dell'esistente, invece di essere l'avanguardia. Questo stato di cose è in contraddizione con l'idea stessa di scuola, che dovrebbe essere aperta al cambiamento e al nuovo».

Che cosa pensa della riforma?
«Potrebbe portare dei miglioramenti. Potrebbe restituire autorevolezza e rigore. Inoltre, con le misure previste anche da altri provvedimenti, per esempio il decreto Tremonti, è possibile avviare il risanamento, combattendo gli sprechi e riqualificando la spesa. Ribadisco il mio consenso alla riforma, bisogna avere il coraggio di attuarla per portare un nuovo clima nella scuola».

Vede qualche elemento negativo?
Si, quando il governo parla di reinvestimento, non sono d'accordo sul fatto che si pensi di rimpiegare nella scuola solo il 30% delle risorse recuperate con la lotta agli sprechi. Sono convinto che la scuola meriti di riavere tutto. Anche perché, diversamente, la riforma rischia di assumere una connotazione tutta volta al risanamento della spesa e non aIl'innalzamento della qualità».

E del maestro unico, che cosa pensa?
«La contestazione è una bandiera ideologica, anche perché non è unico ma prevalente. E' stato un errore del legislatore quello di mettere nell'articolo 4 il termine "insegnante unico", errore do vuto al fatto che si voleva sottolineare l'unicità del rapporto tra alunni e do-cente. Perché sia chiaro, il maestro prevalente, perché così dobbiamo imparare a chiamarlo, non sarà solo, ma affiancato dall'esperto di inglese, dì informatica, e se necessario del sostegno».







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