Maroni: "Denunce per chi occupa".Il ministro ammette però che al momento si tratta di "dissenso fisiologico"
Data: Giovedì, 30 ottobre 2008 ore 20:26:30 CET
Argomento: Rassegna stampa


dal sito La Repubblica ROMA - Commentando l'ondata di manifestazioni che sta sconvolgendo l'Italia, il responsabile del Viminale ha ribadito che "chi occupa abusivamente le scuole impedendo ad altri di studiare sarà denunciato", salvo però precisare che "finora il fenomeno delle occupazioni rientra in manifestazioni fisiologiche di dissenso" e "la continuità didattica finora è garantita". Insomma una valutazione della protesta che pur rimanendo ferma nel giudizio negativo, ne ammette comunque la legittimità. Piccola apertura alla quale si aggiunge la riflessione autocritica di Ignazio La Russa. Sulla scuola, ha ammesso il reggente di An, il governo non ha comunicato bene e soprattutto ha fatto le cose troppo di fretta. "Per una volta - ha osservato - c'è stata una mancanza di informazione da parte del governo: abbiamo comunicato bene sulle città sicure, invece questo decreto è passato all'improvviso. Si è sottovalutato che la carenza di informazione potesse alimentare un'opera di disinformazione interessata". Fermo nelle sue certezze è rimasto invece Silvio Berlusconi che davanti alle tante persone scese in piazza in tutta Italia si è limitato anche oggi ad attaccare "una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità". Distinguendosi dal premier, Maroni ha voluto portare avanti in maniera articolata anche la consueta polemica sulle cifre del corteo romano. "Ho letto che a Roma ci sarebbe stato un milione di persone. Purtroppo c'è il vezzo di moltiplicare per dieci le cifre reali, anche se 100 mila persone sono comunque tante", ha detto. Di ben diverso tenore è stata ovviamente la valutazione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani nell'intervento dal palco di piazza del Popolo. C'è "un'intero paese che insorge", ha esordito il leader sindacale. "State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del Paese, per i nostri giovani", ha proseguito rivolto alla folla. Parlando poi in particolare ai giovani, Epifani ha aggiunto: "Non vi pentirete di stare con noi, non permetteremo che il vostro impegno sia messo in discussione da qualcuno che ha cattivi pensieri. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà". "Noi - ha detto ancora il segretario della Cgil - siamo pronti a una sfida riformatrice, non proteggiamo nessun fannullone e chiediamo al governo di aprire finalmente un confronto: lo deve al Paese reale non ai sindacati". Grande soddisfazione per lo sciopero generale della scuola anche da parte del segretario del Pd Walter Veltroni. "Oggi a Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita ad una straordinaria manifestazione di popolo - ha commentato - Straordinaria per la sua forza e insieme per la serenità nella quale si è svolta, per il senso di responsabilità e per la capacità di tenere insieme i diversi soggetti del mondo della scuola. Il governo deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno". Ma al di là della soddisfazione, la protesta scolastica consegna a Veltroni anche una delicata situazione da gestire all'interno del partito. Oggi il leader democratico ha ribadito che contro le scelte del ministro Gelmini il Pd "risponde lanciando una raccolta di firme per un referendum che cancelli il decreto, una raccolta che deve avere per protagonisti i cittadini, i professori, gli studenti". In realtà questa linea sta creando più di un malumore nel Pd, dove due big come D'Alema e Marini ritengono che la strada del referendum possa rivelarsi per vari motivi un'arma spuntata che rischia tra l'altro di dare l'impressione di un partito che insegue il modello di opposizione di Antonio Di Pietro. Riflessione critica di più ampio respiro è invece quella svolta da Nichi Vendola. Con il movimento nato contro la riforma della scuola si è di fronte "alla prima vistosa crepa dell'egemonia berlusconiana", ha sottolineato il leader della minoranza di Rifondazione comunista, ma il centrosinistra, ha aggiunto, non potrà sperare di guarire le proprie malattie facendo degli studenti le proprie "truppe cammellate". (30 ottobre 2008)





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