Lo sciopero del 30 va ben al di là del decreto 137/08
Data: Giovedì, 30 ottobre 2008 ore 15:59:26 CET
Argomento: Opinioni


Lo sciopero generale della scuola del 30 ottobre è stato pure lo sciopero di tutte le sigle sindacali più rappresentative dei docenti; il ministro Gelmini, come all’epoca Berlinguer, ha avuto il merito di riunirli sotto un unico slogan: uniti per la scuola di tutti. La protesta però non è stata solo contro il decreto 137 relativo soprattutto al ritrovato maestro unico e agli evidenti tagli di personale; la protesta ha posto la sua attenzione anche sul “piano programmatico del Miur e di concerto con il Ministro dell’economia di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”, con cui nella scuola secondaria di primo grado si elimina, a partire dell’anno scolastico 2009/10, l’insegnamento di tecnologia, si accorpano le cattedre di lettere, si limita il tempo prolungato e si innalza progressivamente il rapporto alunni/insegnanti per un taglio totale di 29,600 posti. Stesso discorso nella secondaria di secondo grado, dove si riconducono tutte le cattedre a 18 ore, saranno rivisti i curricoli, razionalizzati gli organici dei corsi serali,  innalzato il rapporto alunni/docenti  per un taglio complessivo di 27.600 posti, a parte la forte riduzione del personale Ata. Di fronte a tale decreto è giusto chiedersi: i tagli previsti hanno un obiettivo educativo e didattico adeguato per migliorare le competenze dei ragazzi?

 

Che l’istruzione abbia bisogno di un ridimensionamento di ore curricolari e pure di insegnamenti potrebbe essere corretto, però quali alternative educative si sostituiscano? Ci si chiede allora se non sarebbe stato più corretto farlo universalmente presente, coinvolgendo gli interessati. Ma andiamo a un’altra domanda: portare da 36 a 32 ore a settimana il monte ore nei Tecnici e nei Professionali ha una sua strategica validità didattica? E ancora: quali discipline verranno sacrificate? E perché proprio quelle? E quali conseguenze educative ciò può portare? Stesso discorso per i Licei dove il monte ore settimanale passa da 32 a 30: si taglieranno ore di latino? Oppure? Ma confusione persiste anche intorno al maestro (unico o prevalente?). Sarebbe unico se non fossero stati previsti anche moduli organizzativi alternativi alle 24 ore, mentre sembra che si possa derogare fino a un massimo di 40 ore ma senza specificare bene su quale principio formativo. Ma si riduce pure il tempo prolungato alla media: non può avere questa scelta conseguenze sgradite per le famiglie? Il tempo prolungato infatti serve per integrare un progetto educativo a ragazzi che spesso non hanno a casa supporti migliori (pensiamo agli oratori di don Bosco) e quindi negarlo può pregiudicare risultati globali migliori. Ma all’interno del decreto c’è ancora un’altra anomalia relativa agli insegnanti di sostegno che vengono tout court ridimensionati, mentre nessuno analizza il motivo per il quale al sud essi siano il 50% in più rispetto al nord. Da qui un’altra domanda: non sarebbe stato più legittimo accertare questi numeri e poi seguire una linea di condotta volta a garantire chi effettivamente ha bisogno piuttosto che tagliare indiscriminatamente? La piazza e il corteo non potranno dare soluzioni ma chi ha il compito di guidare la Nazione dovrebbe rispondere con la dovuta serenità, nella consapevolezza che il futuro del paese si gioca tra i banchi della scuola.

 

 

PASQUALE ALMIRANTE

 

 

 

 

 







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