I RAGAZZI DEL 2008 E LA GELMINI
Data: Giovedì, 30 ottobre 2008 ore 00:18:05 CET
Argomento: Redazione


Con loro, nella vasta compagnia ‘dei bamboccioni’ (inventata dall’infelice ex ministro del centro-sinistra Padoa Schioppa) vanno associati i giovani laureati ed i ricercatori. Insomma, una generazione che fino ai trent’anni neppure immagina di poter avere un lavoro stabile, le vittime della ‘modernità’ liberista-riformista, quella dei contratti ‘flessibili’ e del primato del ‘mercato’.

Per spiegare ai lettori chi sono, vogliamo pubblicare qualche post lasciato da questi sconosciuti su Internet.

“Io sono un neurologo, faccio ricerca in Germania, Francia e da poco in Estonia, specializzato sulla radiologia, non vado qui a spiegare in termini tecnici, ma secondo il governo Italiano io sono inutile invece è utile salvare una società finanziaria che si occupa di bolle speculative. La legge 133 è vergognosa, chi la appoggia ha perso il cervello e si merita tutta la merda fino al collo che avrà l’Italia da qui a 4 anni. Si può riuscire a resistere a ore di assedio di stronzate della tv, si può resistere a questa lobotomia, leggersi la legge e vedere che c’é scritto “Tagli”…se non ce la fate, continuerete ad umiliarvi, impoverirvi e diventerete uno zimbello della storia, “gli Italiani, nonostante tutti gli indici al ribasso, inneggiavano il nano re, solo perché li martellava con 5 televisioni su 6, che popolo di stupidi”. Oggi anche il New York Times ha preso in giro il consenso di Berlusconi, chiedendosi come poteva esistere dopo le sue politiche fallimentari, non conoscono la stupidità degli Italiani”

Un altro risponde al giovane medico.

“Trovo semplicemente limpido quanto detto dal neurologo nel post precedente. E’ semplicemente indegno come un campo come quello della ricerca venga inasprito da scopi finanziari.. Il sapere è libertà!! L’innovazione, a parere mio, diventa un progresso quando è alla portata di tutti, quando i risultati sono usufruibili da chiunque.. non possiamo lasciare interi dipartimenti di ricerca in mano a finanziatori privati, i quali in questo modo piloterebbero gli studi per i loro fini…Ma soprattutto, perchè non pilotare questi tagli verso altre risorse??? Perchè togliere l’ICI sulla seconda casa quando a soffrirne sarebbe l’intero apparato scolastico italiano? Perchè permettere ai benestanti proprietari di una seconda abitazione di dormire sonno tranquilli quando scuole, università e centri di ricerca fanno acqua da tutte le parti?!?!? Mobilitiamoci, manifestiamo, facciamo sentire la nostra voce! Vogliamo una scuola che ci permetta di pensare con la nostra testa, di emergere!! Per quanto riguarda il ragazzo che ha scritto di spostare la protesta ad agosto: io sono universitario, sono all’ultimo anno di specialistica e vado a lezione solo 2 volte alla settimana perchè ho praticamente finito i corsi, potrei sbattermene completamente di questa riforma dato che da qui ad un anno sarò fuori eppure sono qui.. credo in quel che dico e soprattutto credo in una scuola migliore.. non è una questione di far vacanza.. riguarda il libero diritto allo studio e all’istruzione!!”.

Ancora un altro post.

“Siamo un gruppo di studenti frequentanti l’università di Cagliari (Sardegna per gli ignoranti in geografia). Vorremmo esprimere il nostro dissenso al blocco delle lezioni conseguente all’occupazione parziale e totale dell’ateneo. Siamo PRONTISSIMI a manifestare il nostro dissenso per la legge 133 con metodi più efficaci e mobilitativi: ci riferiamo a manifestazioni,lezioni in piazza, raccolta firme,sensibilizzazione dell’opinione pubblica e interventi giornalistici e televisivi (sempre che qualcuno sia disposto a pubblicarli); insomma, metodi non AUTOLESIONISTICI e CONTROPRODUCENTI. Un’occupazione non fa altro che chiudere l’università in se stessa e alimentare nell’opinione comune l’idea di studenti sfaticati e nullafacenti. Il blocco delle lezioni asseconda il piano del governo che mira a danneggiare ulteriormente il DIRITTO ALL’ISTRUZIONE sancito dalla COSTITUZIONE. Uniamo le forze per promuovere un metodo di protesta più incisivo e consono ai valori che TENIAMO a difendere”.

La risposta di un altro è ancora più esplicita.

“Ragazzi ricordiamoci che possiamo studiare anche a casa da soli! Perdere qualche lezione è meglio che non poter studiare mai più ricordiamocelo! Le sessioni d’esame non salteranno mai, queste proteste sono per noi studenti, non siamo autolesionisti!!! Siamo studenti universitari e dovremo ormai essere abituati ad arrangiarci visto che cmq molte cose del sistema universitario non funzionano…Qua a Firenze ci stiamo dando un sacco da fare, molte università hanno sospeso la didattica, ma al posto delle normali lezioni ci sono laboratori permanenti per decidere quali altre forme di protesta adottare, oppure facciamo lezione in piazza (c’è un calendario vastissimo di lezioni all’aperto!) … è vero che l’occupazione non è la forma migliore in assoluto di protesta perchè negli ultimi anni è sempre stata usata male, ma se non avessi occupato, nessuno se ne sarebbe interessato! Le sole manifestazioni purtroppo non sarebbero bastate per far notizia sui media…e adesso diamoci da fare per far vedere ai nostri politici che questa non è una protesta di fanatici di sinistra, ma è una protesta globale, di STUDENTI, che si vedono portare via il loro diritto a poter finire di laurearsi! Niente bandiere politiche, non ci servono! A Bergamo perfino gli studenti di forza nuova si sono aggiunti ai cortei!!!”.

Altri due messaggi.

“Sono una studentessa universitaria assolutamente contro la legge 133 e favorevole alla protesta. Non è concepibile che si possa limitare o anzi ancora peggio stroncare il diritto che ciascuno di noi ha allo studio. Non sono una figlia di papà ed è proprio per questo che non capisco o meglio mi fa schifo l’idea di poter privatizzare l’università e impedire a noi giovani, ossia il futuro del nostro paese, di studiare. Ricordate tutti che anche l’operaio vuole il figlio dottore e questo la Gelmini e il “caro” Silvio se lo devono mettere in testa. Ragazzi non si può continuare così, dobbiamo impedire questo schifo con ogni mezzo, protestiamo facciamoci sentire! E poi un’altra cosa: Manifestare è un nostro diritto lo dice anche la Costituzione.”

“Io sono completamente favorevole alla protesta degli studenti presso le università e le scuole secondarie. Tutti noi studenti abbiamo l’obbligo di protestare contro questa riforma perchè va ad intaccare quella che è la nostra libertà. Questi tagli alla scuola ci tolgono il nostro diritto all’ istruzione e di conseguenza la nostra libertà. I politici con la scusa dei tagli necessari ci vogliono portare alla completa ignoranza e ciò vuol dire che non potremo più opporci a loro. Infatti un popolo ignorante è più facile da governare perchè non è in grado di capire ciò che intendono fare e dovrà inevitabilmente sottostare alla volontà dei politici senza opporre resistenza…Questo è lo scenario che fra poco vivremo se questa riforma viene approvata del tutto. Quindi INVITO tutti coloro che, come me,credono che il DIRITTO all’istruzione e alla LIBERTA’ sia un qualcosa di inviolabile,di UNIRSI agli altri studenti e di PROTESTARE contro questa inaccettabile riforma perchè solo così potremo far valere i nostri diritti che purtroppo questo GOVERNO ha intenzione di toglierci. Dobbiamo stare UNITI e VICINI per combattere la GELMINI”.

Ad avvalorare la tesi che questi nuovi ‘contestatori’ rappresentino un più vasto universo di italiani, ecco i sondaggi. Che danno in forte calo la popolarità del governo Berlusconi, ma non premiano l’opposizione, anzi la penalizzano ancora di più. La spaccatura tra le oligarchie dei partiti (quasi tutti), gruppi di potere economico e salotti dell’informazione e ‘normali’ cittadini potrebbe essere sintetizzata dall’indipendenza dell’onda studentesca.

Il movimento non rifiuta la politica, come si legge con chiarezza dai messaggi che abbiamo pubblicato, ma non aderisce alle liturgie del Palazzo. Fino ad oggi nessuna forza politica ha voluto e potuto mettere le mani sull’orientamento della protesta, anche se il Pdl l’ha descritta come minoritaria e sta tentando di elaborare contromisure, come l’organizzazione degli ’studenti che vogliono studiare’, mentre il centro sinistra appoggia i manifestanti, ma senza ricevere in cambio alcun segnale di simpatia.

Forse solo l’estrema destra, come è successo ieri a Roma, tenta di inserirsi nel movimento, ma per la verità con pochissime chances di successo.

A dimostrare lo spazio siderale che divide il governo dagli studenti, le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione.

In una recentissima intervista, Gelmini ha dichiarato: “Guardi, le dirò qualcosa che non si attende: il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America. Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per gli insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per destinare i risparmi alla qualità dell’istruzione. E poi, la possibilità per tutti, anche per chi non si può permettere le università costose, di aver una istruzione di qualità. Questo è un vero, coraggioso riformatore: non certo il leader del Pd”.

La confusione in cui versano le convinzioni del ministro è enorme e fa ancor più impressione che un rappresentante delle istituzioni possa rilasciare interviste fino a questo punto imbarazzanti. La situazione della scuola americana, la sua organizzazione, e le idee del democratico Obama sulla questione neppure possono essere paragonate alla situazione italiana, in una impossibile equivalenza tra un litro di acqua ed un chilo di sabbia.

Una frase spiega più di ogni altra il distacco tra chi oggi gestisce la cosa pubblica e la realtà. E’ sempre Gelmini a parlare: “La sinistra ha perso totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli studenti. Bisogna dirlo con chiarezza: il disastro dell’istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività. Per decenni scuola e università sono state usate come distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di illusioni. L’illusione di posti di lavoro che non esistono. L’illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico. La sinistra per i suoi interessi politici inganna le persone, ha creato il precariato proprio diffondendo illusioni”.

Il modello demagogico sul quale si basa il confronto politico italiano emerge senza filtri dalle parole del ministro. I partiti, impegnati ad occupare il Palazzo, fanno finta di non sapere che per qualunque giovane italiano l’illusione del lavoro è la certezza più che concreta di non poterlo trovare se non a condizioni di vero o proprio sfruttamento.

E questa paura del futuro, l’aver voluto superare il limite massimo dell’arroganza, hanno prodotto la reazione di una generazione intera, la voglia di difendere quello che resta dello stato dei Cittadini.

Questi ragazzi oggi stanno tentando un esperimento difficilissimo, perché non è solo il blocco dei provvedimenti sulla scuola ad essere in ballo. Col passare dei giorni, se resteranno inascoltati (cosa più che probabile) la divisione nel Paese crescerà, allargando la forbice tra governati e governanti.

Le Tv del Cavaliere, i giornali disattenti, la melassa narcotica della politica nazionale forse riusciranno a farli stancare, ma il risultato sarà stato quello di aumentare ancor di più il disagio diffuso, dando un altro colpo micidiale alla democrazia italiana.





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-12747.html