È giusto che la scuola si trasformi in terreno di scontro politico?
Data: Mercoledì, 29 ottobre 2008 ore 17:04:11 CET
Argomento: Opinioni


dal sito " Oggi"

Non è, dunque, un tempio, ma un'agorà, cioè lo spazio aperto al formarsi di un sapere fatto di dialogo e di confronto, che prepara non solo delle persone, ma anche dei cittadini.
E, insom¬ma, un patrimonio da condi¬videre non passivamente, cioè da ricevere dall'alto di questo o di quel potere, ma facendovi partecipare lo spi¬rito critico che si forma e ma-tura nella consapevolezza che la scuola non esaurisce se stessa occupandosi di no¬mi, fatti e date, ma anche quando s'inoltra nei loro con-testi e approfondisce i loro significati.
Purché, beninte-so, l'interpretazione non an¬ticipi, orienti e modifichi la lettura degli eventi.
Ciò vale anche per le regole dell'istituzio¬ne e della struttura scolastica, alla cui analisi devono poter partecipare i suoi soggetti fondamen¬tali: insegnanti e stu¬denti, famiglie e or-dinamenti. Si capisce dunque perché, non da oggi, il presidente Giorgio Napolitano chiede di fare della scuola uno stru¬mento che tenda ad armo¬nizzare il rapporto con i sa- peri, non a trasferirvi ciò che alimenta lo scontro.
Un invito autorevolissimo a prender parte al progredire del suo ruolo istituzionale e civile, ciascuno con la re-sponsabilità che gli spetta. Nella consapevolezza che la scuola è un patrimonio per-fettibile capace di far avan-zare, ma anche di attardare, una comunità.
La scuola ha in mano, infatti, la società della conoscenza, cioè il pri¬mo fattore di inclusione o di esclusione sociale. Ecco per¬ché le si deve una attenzione prima privilegiata e lungi¬mirante, poi pragmatica e contingente.







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-12741.html