28.10.2008. Gli studenti universitari cominciano
ad occupare le facoltà, i ragazzi dei licei
optano per l’autogestione, almeno
fino allo sciopero generale della scuola.
E, questa volta, le famigli e i docenti
sono al loro fianco ritenendo che c’è
motivo di protestare. La protesta si
estende e coinvolge anche i sindacati
che fanno i conti e dicono come incideranno
i tagli nel nostro territorio.
Secondo la Cisl Scuola, nella scuola
pubblica Catania perderà in tre anni
1420 docenti e 933 posti di personale
Ata. A lanciare l’allarme è Alfio Fisichella,
segretario generale della Cisl
Scuola, che illustrerà questi dati drammatici
nel corso dell’esecutivo che si
terrà oggi anche in vista dello sciopero
generale del 30 ottobre.
«A questi dati - aggiunge Fisichella -
dobbiamo aggiungere quelli che deriveranno
dal ritorno al maestro unico. I
tagli previsti e realizzati per la Sicilia,
anche se in parte arginati grazie alle
pressioni del sindacato, incidono notevolmente
sull’occupazione, sul sistema
della formazione e particolarmente
sulle famiglie con disabili. Altro che
crescita culturale! I sacrifici richiesti al
settore dal "decreto Gelmini" possono
portare danni irreversibili per tutto il
Meridione e, particolarmente, per la
Sicilia e le sue province, dove le situazioni
di sovraffollamento di alcune
classi, costituite anche da 33 alunni, rischiano
di trasformare le aule in vere e
proprie arene, dove si è fortunati se si
riesce a uscire illesi».
«A Catania - conclude - abbiamo discusso
del dimensionamento scolastico.
Siamo per un piano di razionalizzazione
e dimensionamento delle istituzioni
scolastiche catanesi che comporti
l’accorpamento di quelle scuole o di
quei plessi con scarsissimo numero di
alunni, ma che garantisca a tutte le famiglie
la possibilità di fruire di un servizio
degno di tale nome, in strutture
che garantiscono la sicurezza per tutti,
favorendo l’apertura di nuovi istituti
particolarmente nella secondaria superiore
ove si è costretti, da parte di
alunni e professori, a una continua movida tra vari plessi».
Oggi, alle 11, al liceo scientifico Galilei
(villaggio Dusmet), i sindacati della
scuola terranno l’ottava assemblea
preparatoria allo sciopero del giovedì
30.
Occupata Fisica, tanti licei in autogestione.
Cresce L’Onda della protesta anti Gelmini
28.10.2008. L’Onda cresce. Ieri è stata occupata la facoltà di Fisica
e, più precisamente, un’aula del dipartimento. La decisione
è stata presa a tarda sera, dopo un’assemblea
protrattasi per l’intera giornata e voluta per mettere a
confronto le iniziative di protesta che studenti, ricercatori
e docenti intendono portare avanti. Una scelta
presa in un’atmosfera effervescente, ma tranquilla
tanto che circa venti studenti, alla presenza del direttore
del dipartimento Franco Porto, hanno firmato
un atto con il quale si assumono la responsabilità, anche
penale, di eventuali danni. Saranno loro a vigilare
affinché non si intromettano elementi esterni. Gli occupanti
dicono che impiegheranno parte della notte
ad elaborare un documento che sarà presentato stamattina
all’assemblea generale delle facoltà della Cittadella.
Sempre ieri, ai Benedettini, si è tenuta un’assemblea
congiunta di studenti e ricercatori delle facoltà di Lettere,
di Lingue e di Scienze politiche alla quale hanno
partecipato anche alcuni rappresentanti del polo
scientifico della Cittadella. I partecipanti hanno discusso
del presidio da fare stasera ai Benedettini, in occasione
della festa di accoglienza delle matricole, dell’assemblea
che si terrà oggi alla Città universitaria e delle
lezioni in piazza in programma per domani mercoledì.
La protesta si estende anche tra gli studenti delle
scuole superiori che si sono coordinati e hanno fatto
rete per informarsi e per protestare contro la riforma Gelmini che nessuno di loro definisce tale dal momento
che considerano il decreto legge 133 soltanto un
modo per tagliare risorse all’istruzione pubblica, un
tentativo di svilirla ulteriormente e di spingere verso
forme di privatizzazione. Ieri sono entrati in autogestione
le ragazze e i ragazzi dei licei classici Spedalieri
e Cutelli, dello scientifico Boggio Lera e del liceo artistico
e, in provincia, i giovani degli istituti superiori
di Bronte e di Linguaglossa. E lo stato di agitazione si
estenderà ancora. Oggi dovrebbero entrare in autogestione
anche l’istituto d’arte e il liceo scientifico Principe
Umberto e, in provincia, il liceo classico di Giarre
e Riposto. Autogestioni che probabilmente si protrarranno
fino a giovedì 30, giorno in cui, in occasione dello
sciopero nazionale della scuola, a Catania si terrà
una manifestazione-corteo con concentramento in
piazza Roma, alle 9.
Intanto è già pronto il volantino per giovedì pensato
all’insegna di uno slogan carico di speranza, «Catania
si muove!!!», e corredato da una vignetta di Vauro
dove un’arrabbiata Gelmini tronca con l’accetta un
segnale stradale che indica la presenza di una scuola.
Il movimento dice no al taglio di 90.000 docenti e di
45.000 amministrativi, tecnici e ausiliari, dice no ad ulteriori
tagli all’insegnamento di sostegno. No alla Legge
133 «che trasforma le scuole e le università in fondazioni
private, accorpa le classi di concorso, riduce il
tempo scuola, blocca le assunzioni a tempo indeterminato
». No al maestro unico e a quel che comporta, a
partire dall’impossibilità di attuare il tempo prolungato.
No al taglio di 8 miliardi per le scuole e di un miliardo
e mezzo per l’università. No alla chiusura delle
scuole nei piccoli comuni a causa dei quali i ragazzi di
850 paesini avranno difficoltà enormi ad esercitare il
diritto allo studio.
Temi che ieri mattina sono stati affrontati in tutte le
scuole entrate in autogestione. Allo Spedalieri, poco
dopo l’apertura dei cancelli, si è tenuta un’assemblea
in cortile per decidere le forme di protesta e quella
scelta, nonostante il parere contrario del preside, è stata
proprio l’autogestione. I ragazzi poi si sono divisi in
tre gruppi per approfondire altrettante tematiche: la
riforma Gelmini, la sanità, la controinformazione. Un
confronto per attuare il quale hanno chiesto e ottenuto
di potere utilizzare i corridoi della scuola. E oggi si
replica, almeno questo è nelle intenzioni degli studenti,
ma il preside Alfio Pennisi proporrà nuovamente
forme diverse di confronto. A suo avviso, infatti, «l’autogestione,
nella quale c’è un aspetto rituale, non è la
forma più efficace per approfondire i temi al centro
della protesta». Per questo ha offerto agli studenti - invano
- di aprire la scuola anche il pomeriggio assicurando
loro che garantirà «la libera dichiarazione del
dissenso, sciopero compreso». Proposta che ribadirà
anche oggi, ma è probabile che gli studenti proseguano
nella strada che hanno intrapreso.
PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)