Studenti, si spoglia il no alla Gelmini. Dilaga la protesta: Cortei, autogestioni, ma c’è chi dice no. I sindacati: «Lo sciopero non è una gita». - I
Data: Mercoledì, 29 ottobre 2008 ore 16:57:57 CET
Argomento: Rassegna stampa


28.10.2008. ROMA. Non sarà il sì del Senato al decreto 137 a fermare il movimento di protesta contro le politiche scolastiche del governo: né l’opposizione né i sindacati né gli studenti intendono cedere alla rassegnazione.

Occupazioni, assemblee, cortei e lezioni all’aperto in tutta Italia. Ma soprattutto, notti bianche per far sì che il decreto Gelmini non passi. Accanto agli studenti, anche i docenti sono in subbuglio, mentre i Cobas hanno annunciato sit-in a palazzo Madama dove domani approda il testo di riforma. Per arrivare a giovedì 30, giorno dello sciopero generale e della manifestazione capitolina alla quale parteciperanno anche i leader sindacali.

Se si moltiplicano le lezioni universitarie in piazza e su Facebook affiorano i siti di controprotesta, ieri mattina oltre 7.000 ragazzi si sono radunati a piazza della Repubblica, a Roma, per il corteo organizzato dalle scuole superiori, che si è snodato per le via del centro per concludersi poi davanti al Senato. E sono pronti a dormire all’aperto, i ragazzi dell’Onda anomala, se l’esame e la votazione del pacchetto contestato dovessero slittare. I Cobas della Scuola danno appuntamento a partire dalle 17 di domani davanti al Senato in concomitanza con le votazioni sul provvedimento. Alla Sapienza di scena uno spogliarello, con gli studenti in mutande contro chi «spoglia la ricerca». E dopo lo sciopero generale di giovedì è atteso un bis per il 14 novembre quando a scendere in piazza sarà il mondo dell’Università e della ricerca.

Un «dopo» costruttivo è assicurato dal segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. «Rivolgo un invito al governo affinchè venga sospesa la discussione di questo provvedimento. Ma se l’esecutivo vorrà continuare sulla strada intrapresa, allora sarà necessario, poi, aprire un tavolo di confronto, magari a Palazzo Chigi, per studiare interventi che sterilizzino gli effetti del decreto 137. Perchè - aggiunge Scrima - non ce la faranno tecnicamente a garantire quello che hanno promesso: se tutte le famiglie chiederanno il tempo pieno a 27 ore i nodi verranno al pettine. Solo chi non conosce i meccanismi della scuola può essere così arrogante».

Quanto agli studenti, da qui al 14 novembre, continueranno a far sentire la loro voce. «Andremo avanti con le proteste e stiamo pensando a una consultazione tra gli studenti per far emergere proposte alternative a quelle della Gelmini. Ci stiamo coordinando con le altre associazioni studentesche; pensiamo a una assemblea nazionale, il 31 ottobre, dove far convergere le varie anime della protesta».

Non è una gita fuori porta, ma un sacrificio per i lavoratori che perdono un giorno di stipendio. I sindacati rivendicano il valore dello sciopero come strumento di lotta e di democrazia, di fronte alle dichiarazioni del ministro Gelmini che ha definito la protesta generale della scuola come «il solito vecchio rito di chi difende l’indifendibile».

Secondo Sergio D’Antoni, vicepresidente della commissione Finanze della Camera ed ex leader storico della Cisl, quelle del ministro Gelmini sono «parole di un’arroganza inaudita, che possono essere pronunciate solo da chi non ha idea di cosa parla».

Ma si fa strada anche un’altra novità, da cui emerge che il fronte degli studenti non è granitico come sembra: tra di loro c’è chi dice no alle occupazioni e sceglie Facebook per dare vita alla contro protesta. In pochi giorni gruppi come «Io voglio studiare», «Occupate casa vostra», sono stati presi d’assalto da chi non vuole sospendere le lezioni.

(da www.lasicilia.it)

 

CONFRONTO. Gelmini: protestano in pochi. Famiglia Cristiana la boccia

I vescovi contro il ricorso al decreto ma «è pericoloso agitare la piazza»

 

28.10.2008. ROMA. Domani il decreto Gelmini diventerà legge. Le manifestazioni di protesta contro i tagli alla scuola non scalfiscono l’esecutivo determinato ad andare fino in fondo. Neanche lo sciopero generale di giovedì prossimo sembra turbare il governo e il ministro dell’Istruzione che minimizza la portata della mobilitazione. L’opposizione continua a chiedere il ritiro del decreto, condizione indispensabile per aprire un confronto con la maggioranza che, però, risponde picche.

E si fa sentire la Chiesa. Famiglia Cristiana e la Cei. Famiglia Cristiana attacca. Il Paese in crisi, scrive in un editoriale, "trova i soldi per Alitalia e banche", mentre per la scuola si richiedono "sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti". La Cei contesta il ricorso al decreto per affrontare la questione scuola ma stigmatizza chi interviene "agitando le piazze".

Il Pdl e la piazza. "Il 30 ottobre ci sarà lo sciopero della scuola, il solito rito di chi difende l’indifendibile", dichiara il ministro Gelmini secondo cui la protesta degli studenti è inconsistente: "Coloro che protestano sono alcune migliaia, le facoltà occupate pochissime e in molte gli studenti ricacciano indietro gli insegnanti".

"E’ inutile che sedicenti gruppi studenteschi ed altre realtà della sinistra si illudano su una mancata approvazione del provvedimento", insiste Gasparri. Alla tesi secondo cui la piazza sarebbe in mano a qualche "facinoroso", si affianca quella più allarmista. Gaetano Quagliarello denuncia una situazione più pesante: "E’ grave quello che sta accadendo in sempre più numerose università, dove riappaiono i picchetti, agli studenti e ai professori di centrodestra non è consentito parlare e a coloro che intendono seguire i corsi si risponde con azioni violente".

Il confronto dimezzato. "Sarebbe un atto saggio se si volesse ritirare il decreto, ma sulla base del fatto che il governo non modificherà nulla non è possibile confrontarsi", così D’Alema che non nutre speranze su un ripensamento del governo. L’opposizione è irritata per le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione secondo cui c’è stato un ampio confronto sul provvedimento. "Mi chiedo con quale briciolo di onestà intellettuale si possa sostenere che della scuola si è ampiamente discusso. Con un decreto!", protesta Mariapia Garavaglia (Pd). Il Pdl, dal canto suo, accusa il centrosinistra di aver attaccato il governo e si rivolge direttamente agli studenti. Solo quelli di centrodestra, con cui oggi si confronterà in un incontro pubblico. Il modello Obama per la scuola. "Il mio modello? Barack Obama", dice la Gelmini.

E il Pd insorge. "Ma lei il programma di Obama l’ha mai letto o se l’è fatto raccontare?", dice Pina Piperno incalzata da Vittoria Franco secondo cui il ministro ha citato Obama a sproposito.

Il blitz dell’Idv. "Siamo con voi!". E’ quanto recita lo striscione srotolato a sorpresa su una facciata di Palazzo Madama da un senatore dell’Idv che poi, con un’esponente del Pd, è sceso in piazza per parlare agli studenti. "Vogliamo dimostrare che il centrosinistra è unito in questa battaglia", spiega Stefano Pedica (Idv) che assicura: "bloccheremo in Parlamento questa ignobile riforma".

ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)







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