28.10.2008. ROMA. Non sarà il sì del Senato al decreto
137 a fermare il movimento di protesta
contro le politiche scolastiche del governo:
né l’opposizione né i sindacati né
gli studenti intendono cedere alla rassegnazione.
Occupazioni, assemblee, cortei
e lezioni all’aperto in tutta Italia. Ma soprattutto,
notti bianche per far sì che il
decreto Gelmini non passi. Accanto agli
studenti, anche i docenti sono in subbuglio,
mentre i Cobas hanno annunciato
sit-in a palazzo Madama dove domani
approda il testo di riforma. Per arrivare a
giovedì 30, giorno dello sciopero generale
e della manifestazione capitolina alla
quale parteciperanno anche i leader sindacali.
Se si moltiplicano le lezioni universitarie
in piazza e su Facebook affiorano
i siti di controprotesta, ieri mattina oltre
7.000 ragazzi si sono radunati a piazza
della Repubblica, a Roma, per il corteo
organizzato dalle scuole superiori, che si
è snodato per le via del centro per concludersi
poi davanti al Senato. E sono
pronti a dormire all’aperto, i ragazzi dell’Onda
anomala, se l’esame e la votazione
del pacchetto contestato dovessero
slittare. I Cobas della Scuola danno appuntamento
a partire dalle 17 di domani
davanti al Senato in concomitanza
con le votazioni sul provvedimento. Alla
Sapienza di scena uno spogliarello, con
gli studenti in mutande contro chi «spoglia
la ricerca». E dopo lo sciopero generale
di giovedì è atteso un bis per il 14 novembre
quando a scendere in piazza sarà
il mondo dell’Università e della ricerca.
Un «dopo» costruttivo è assicurato dal
segretario generale della Cisl scuola,
Francesco Scrima. «Rivolgo un invito al
governo affinchè venga sospesa la discussione
di questo provvedimento. Ma
se l’esecutivo vorrà continuare sulla strada
intrapresa, allora sarà necessario, poi,
aprire un tavolo di confronto, magari a
Palazzo Chigi, per studiare interventi che
sterilizzino gli effetti del decreto 137.
Perchè - aggiunge Scrima - non ce la faranno
tecnicamente a garantire quello
che hanno promesso: se tutte le famiglie
chiederanno il tempo pieno a 27 ore i nodi
verranno al pettine. Solo chi non conosce
i meccanismi della scuola può essere
così arrogante».
Quanto agli studenti, da qui al 14 novembre,
continueranno a far sentire la
loro voce. «Andremo avanti con le proteste
e stiamo pensando a una consultazione
tra gli studenti per far emergere proposte
alternative a quelle della Gelmini.
Ci stiamo coordinando con le altre associazioni
studentesche; pensiamo a una
assemblea nazionale, il 31 ottobre, dove
far convergere le varie anime della protesta».
Non è una gita fuori porta, ma un sacrificio
per i lavoratori che perdono un
giorno di stipendio. I sindacati rivendicano
il valore dello sciopero come strumento
di lotta e di democrazia, di fronte
alle dichiarazioni del ministro Gelmini
che ha definito la protesta generale della
scuola come «il solito vecchio rito di
chi difende l’indifendibile».
Secondo Sergio D’Antoni, vicepresidente
della commissione Finanze della
Camera ed ex leader storico della Cisl,
quelle del ministro Gelmini sono «parole
di un’arroganza inaudita, che possono
essere pronunciate solo da chi non ha
idea di cosa parla».
Ma si fa strada anche un’altra novità,
da cui emerge che il fronte degli studenti
non è granitico come sembra: tra di loro
c’è chi dice no alle occupazioni e sceglie Facebook per dare vita alla contro
protesta. In pochi giorni gruppi come «Io
voglio studiare», «Occupate casa vostra»,
sono stati presi d’assalto da chi non vuole
sospendere le lezioni.
(da www.lasicilia.it)
CONFRONTO. Gelmini: protestano in pochi. Famiglia Cristiana la boccia
I vescovi contro il ricorso al decreto
ma «è pericoloso agitare la piazza»
28.10.2008. ROMA. Domani il decreto Gelmini diventerà
legge. Le manifestazioni di protesta
contro i tagli alla scuola non scalfiscono
l’esecutivo determinato ad andare
fino in fondo. Neanche lo sciopero generale
di giovedì prossimo sembra turbare
il governo e il ministro dell’Istruzione
che minimizza la portata della mobilitazione.
L’opposizione continua a chiedere
il ritiro del decreto, condizione indispensabile
per aprire un confronto con la
maggioranza che, però, risponde picche.
E si fa sentire la Chiesa.
Famiglia Cristiana e la Cei. Famiglia Cristiana
attacca. Il Paese in crisi, scrive in
un editoriale, "trova i soldi per Alitalia e
banche", mentre per la scuola si richiedono
"sacrifici alle famiglie, ma costi e
privilegi di onorevoli e senatori restano
intatti". La Cei contesta il ricorso al decreto
per affrontare la questione scuola
ma stigmatizza chi interviene "agitando
le piazze".
Il Pdl e la piazza. "Il 30 ottobre ci sarà lo
sciopero della scuola, il solito rito di chi
difende l’indifendibile", dichiara il ministro Gelmini secondo cui la protesta degli
studenti è inconsistente: "Coloro che
protestano sono alcune migliaia, le facoltà
occupate pochissime e in molte gli
studenti ricacciano indietro gli insegnanti".
"E’ inutile che sedicenti gruppi studenteschi
ed altre realtà della sinistra si illudano
su una mancata approvazione del
provvedimento", insiste Gasparri. Alla
tesi secondo cui la piazza sarebbe in mano
a qualche "facinoroso", si affianca
quella più allarmista. Gaetano Quagliarello
denuncia una situazione più pesante:
"E’ grave quello che sta accadendo
in sempre più numerose università,
dove riappaiono i picchetti, agli studenti
e ai professori di centrodestra non è
consentito parlare e a coloro che intendono
seguire i corsi si risponde con azioni
violente".
Il confronto dimezzato. "Sarebbe un atto
saggio se si volesse ritirare il decreto,
ma sulla base del fatto che il governo
non modificherà nulla non è possibile
confrontarsi", così D’Alema che non nutre
speranze su un ripensamento del governo.
L’opposizione è irritata per le dichiarazioni
del ministro dell’Istruzione
secondo cui c’è stato un ampio confronto
sul provvedimento. "Mi chiedo con
quale briciolo di onestà intellettuale si
possa sostenere che della scuola si è ampiamente
discusso. Con un decreto!",
protesta Mariapia Garavaglia (Pd). Il Pdl,
dal canto suo, accusa il centrosinistra di
aver attaccato il governo e si rivolge direttamente
agli studenti. Solo quelli di
centrodestra, con cui oggi si confronterà
in un incontro pubblico.
Il modello Obama per la scuola. "Il mio
modello? Barack Obama", dice la Gelmini.
E il Pd insorge. "Ma lei il programma
di Obama l’ha mai letto o se l’è fatto raccontare?",
dice Pina Piperno incalzata
da Vittoria Franco secondo cui il ministro
ha citato Obama a sproposito.
Il blitz dell’Idv. "Siamo con voi!". E’ quanto
recita lo striscione srotolato a sorpresa
su una facciata di Palazzo Madama da
un senatore dell’Idv che poi, con un’esponente
del Pd, è sceso in piazza per
parlare agli studenti. "Vogliamo dimostrare
che il centrosinistra è unito in
questa battaglia", spiega Stefano Pedica
(Idv) che assicura: "bloccheremo in Parlamento
questa ignobile riforma".
ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)