Settimana calda per la scuola, Berlusconi: avanti. Il decreto Gelmini verso l’approvazione. Lezioni al Colosseo e crescendo di proteste
Data: Martedì, 28 ottobre 2008 ore 09:58:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


 

ROMA. 27.10.2008. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un’altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni della prossima settimana mira a bloccare l’approvazione definitiva (prevista mercoledì) al Senato del decreto Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.

Per contrastare l’approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani. L’iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari».

Ma l’appuntamento clou delle proteste è per giovedì, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto governativo. Il governo tira dritto. Nessuna intenzione di ritirare il decreto Gelmini, assicura Silvio Berlusconi: «Andiamo avanti - dice il premier - a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell’opposizione ». «Hanno usato strumentalmente la scuola - aggiunge Berlusconi -. Pensate all’università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e bambini».

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l’avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento di Antonio Di Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro».

Contro i provvedimenti del governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico». Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell’ Università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la propria università. Sempre gli studenti di Tor Vergata ieri hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri in mano.

Una protesta creativa che ha l’obiettivo di «far conoscere alla popolazione il tragico futuro dell’università italiana». La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da giorni, ha aperto alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da oggi poi, a Roma, partirà una settimana di lezioni all’aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa, ieri sono apparsi alcuni striscioni di protesta: «Un Paese vale quanto ciò che ricerca».

(da www lasicilia.it)







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