ROMA. 27.10.2008. Tutto è pronto nelle scuole e
nelle università per un’altra settimana
di contestazioni. Un programma - ancora
denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - che per i primi
giorni della prossima settimana mira a
bloccare l’approvazione definitiva
(prevista mercoledì) al Senato del decreto
Gelmini. E da oggi gli studenti romani
faranno lezione al Colosseo.
Per contrastare l’approvazione al Senato,
i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi
passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L’iniziativa proseguirà
senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La
Rete degli studenti lancia lo slogan
«Avanziamo dei diritti» ed annuncia
che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno
scioperi e notti bianche, che si concentreranno
ancora una volta nei giorni
di approvazione del decreto 137 al
Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il
23 ottobre, cercheremo ancora una
volta di bloccare i lavori parlamentari».
Ma l’appuntamento clou delle proteste
è per giovedì, giorno in cui, in
tutta Italia, sciopererà il personale della
scuola e si terrà a Roma la manifestazione
di docenti, studenti medi ed universitari
contro il progetto governativo.
Il governo tira dritto. Nessuna intenzione
di ritirare il decreto Gelmini,
assicura Silvio Berlusconi: «Andiamo
avanti - dice il premier - a governare e
a fare cose di buon senso che sono nel
programma qualunque cosa dica Veltroni
o qualcun altro nell’opposizione
». «Hanno usato strumentalmente
la scuola - aggiunge Berlusconi -. Pensate
all’università, non abbiamo ancora
fatto nulla e già ci hanno mosso critiche
e mosso gli studenti nelle strade
con una strumentalizzazione difficilmente
definibile anche di studenti e
bambini».
Il segretario generale della Cisl, Raffaele
Bonanni, invita il governo a «far
parlare le famiglie, far dire loro cosa
vogliono». Anche il numero uno della
Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l’avvio
di un confronto con le organizzazioni
sindacali e la sospensione del decreto.
Lapidario il commento di Antonio Di
Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il
grembiulino, il voto in condotta, ma si
sono fregati la polpa, cioè otto miliardi
di euro».
Contro i provvedimenti del governo
sulla scuola si è espresso anche il Meic
(Movimento ecclesiale di impegno culturale),
la cui assemblea ha votato una
mozione che boccia senza appello i
decreti Gelmini: «I contenuti non sembrano
essere il frutto di un chiaro e
coerente disegno pedagogico».
Proteste senza sosta anche negli atenei.
Gli studenti dell’ Università romana
Tor Vergata hanno provocatoriamente
messo in vendita, per appena
un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la
propria università. Sempre gli studenti
di Tor Vergata ieri hanno raggiunto la
centrale piazza dei Cinquecento, a Roma,
in camice bianco e libri in mano.
Una protesta creativa che ha l’obiettivo
di «far conoscere alla popolazione il
tragico futuro dell’università italiana».
La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata
da giorni, ha aperto alle famiglie
per mostrare loro le esercitazioni e
sperimentazioni della materia.
Da oggi poi, a Roma, partirà una settimana
di lezioni all’aria aperta, anche
in luoghi simbolo della città come
il Colosseo. Alla Normale di Pisa, ieri
sono apparsi alcuni striscioni di protesta:
«Un Paese vale quanto ciò che ricerca».
(da www lasicilia.it)