«Sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti».
Data: Martedì, 28 ottobre 2008 ore 08:14:11 CET
Argomento: Comunicati



Per contrastare il voto del Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona mentre in tutt'Italia si accenderanno dei lumini con la scritta «Fermatevi». La protesta corre anche sul web. Un misterioso studente ha provocatoriamente messo in vendita su eBay, base d'asta un euro e 50, l'Università di Tor Vergata. Ma su siti internet e blog continua anche la raccolta di firme, di segno opposto, organizzata dai giovani del centrodestra a supporto della Gelmini: solo a Firenze, cinquemila. L'appuntamento clou è giovedì, con lo sciopero generale della scuola e il maxicorteo di docenti e studenti. «Una grande "ola" passerà per Roma nella più grande manifestazione che si ricordi» sostiene il leader della Flc-Cgil, Pantaleo. Per il leader radicale, Pannella, «la rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Bonanni, della Cisl, invita il governo a «far parlare le famiglie». Per Di Pietro «si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro il decreto anche il Meic, che rappresenta i laureati dell'Azione cattolica: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico ». E ne chiedono il ritiro.

 Non solo gli studenti contro il decreto Gelmini: «Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto», invoca Famiglia Cristiana nell'editoriale del prossimo numero intitolato «Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa». «Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo», scrive il settimanale dei paolini. Il Paese in crisi, si legge, «trova i soldi per Alitalia e banche», ma per la scuola si richiedono «sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti».

E dalle università continuano a giungere appuntamenti che appaiono propedeutici al blocco della didattica in molte altre facoltà (spesso con l'appoggio dei docenti) se non di possibili occupazioni. L'onda lunga della protesta dei ricercatori approda su Facebook dove parte da oggi un appello internazionale "a favore dell'istruzione e della ricerca". Una causa, a mezzo Facebook, affermano i promotori, che ha già raccolto centomila adesioni. L'offensiva sul web parte con un'iniziativa precisa: un messaggio inviato a più di 400 indirizzi mail di media europei e internazionali, oltre che di rappresentanti delle istituzioni politiche Ue, in cui si denuncia la miopia del governo nell'imporre provvedimenti che mettono a rischio il futuro delle stesse istituzioni ed esprimendo timore "che si possa passare, dalle dichiarazioni irresponsabili della politica, all'azione violenta di qualche infiltrato".

Sempre su Internet gli studenti dell'università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita il proprio ateneo, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito eBay. E ancora gli studenti di Tor Vergata oggi hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento in camice bianco e libri in mano per "far conoscere alla popolazione il tragico futuro dell'università italiana".

La facoltà di Fisica della Sapienza, occupata da giorni, ha invece invitato le famiglie per mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da domani poi, a Roma, partirà una settimana di lezioni all'aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa, oggi sono apparsi alcuni striscioni di protesta: "Un Paese vale quanto ciò che ricerca".

Domani comincia una settimana di fuoco, dunque. E la parola può passare solo alla cronaca, dal momento che le giornate appena concluse hanno mostrato che l'Onda spunta dove meno te l'aspetti, ma anche che si scontrerà con il primo grande scoglio: la probabile approvazione della legge Gelmini mercoledì 29.







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