Folla al Ponte Rialto per ascoltare il professore di storia contemporanea
Data: Sabato, 25 ottobre 2008 ore 07:40:52 CEST
Argomento: Redazione


E' nato dunque un nuovo movimento universitario, prima ancora che studentesco, deciso a battersi sino in fondo per evitare la colata a picco del nostro sistema di formazione superiore e il suo primo leader è proprio il rettore di Ca' Foscari Pier Francesco Ghetti che ieri - insieme a Diego Mantoan e Matteo Gubitta, rappresentante degli studenti in Senato Accademico e presidente del Consiglio degli Studenti - non le ha mandate a dire, tra gli applausi entusiasti degli stessi studenti. Ghetti ha parlato della "campagna di diffamazione nei confronti delle università che è in corso in questo momento in Italia. Le università pubbliche in Italia devono essere finanziate come quelle europee. Non possiamo essere trattati come gli ultimi nella spesa in Europa e poi venirci a chiedere di confrontarci con Harvard. Quali sono le priorità in questo Paese? Per me sono la cultura, la formazione e la ricerca. Tolgono i fondi all'università per pagare l'abolizione dell'Ici o il contratto degli autotrasportatori. Per questo è ora di ribellarsi, tutti insieme. Perch‚ per i politici inaugurare il Passante di Mestre è una specie di fiore all'occhiello, mentre investire nell'università non "rende" sul piano dell'immagine".


Ghetti ha affondato ancora i colpi e ne ha avuto anche per la"cordata" di Aquis, il gruppo di università, tra cui quella di Padova, di Roma 2 e del Politecnico di Milano, che si sono autoproclamate le migliori del sistema, chiedendo una ripartizione dei finanziamenti ministeriali che le premi. "A me non piacciono i furbetti del quartierino" - ha detto Ghetti - e l'università pubblica è la stessa a Venezia e a Canicattì. Bisogna però istituire un criterio di valutazione, con esperti terzi, che - fatta salva una base comune - premi le università più virtuose, ma il Governo non l'ha mai fatto e nell'unico criterio di valutazione applicato alla ricerca Ca' Foscari è al secondo posto. Ma i politici si rendano conto che non è possibile fare una riforma universitaria - pur necessaria - ogni sei mesi, ogni volta che cambia un Governo".

Da parte dei rappresentanti degli studenti è arrivata ieri anche un'ampia informazione sugli effetti per l'università - in attesa di una riforma annunciata dal ministro Gelmini, ma mai presentata - dei tagli decisi dalla Finanziaria. Il blocco del turn-over fino al 2011 che limiterà solo al 20 per cento la sostituzione dei docenti che andranno in pensione, chiuderà in pratica la porta ai giovani che sperano di andare a insegnare nelle università italiane e il rischio di un aumento delle tasse universitarie diventa concreto, di fronte al taglio dei finanziamenti ministeriali. Di qui la mobilitazione che è destinata a proseguire - moltissimi ieri gli interventi di docenti, studenti, ricercatori, personale non docente, tutti determinati su questo punto - già domenica con la partecipazione al presidio dei ricercatori del Cnr in riva dei Sette Martiti, alle 10, in occasione della Venice Marathon.

Da oggi Ca' Foscari metterà a disposizione degli studenti un'aula a San Basilio con postazioni Internet per favorire l'informazione sulla situazione universitaria e martedì in Piazza San Marco, la lezione tenuta dal professor Isnenghi dovrebbe essere replicata, in chiave Iuav dal preside della Facoltà di Architettura Giancarlo Carnevale. Un "avviso ai naviganti" ieri è arrivato da più parti: il movimento non deve farsi strumentalizzare politicamente, da destra, come da sinistra o dall'ultrasinistra, ma rimanere ancorato ai contenuti della protesta, senza bandierine di qualunque colore. Si è parlato, ieri - prima dello sciopero generale dell'università di 14 novembre - di molte possibili iniziative: da una Notte Bianca di Ca' Foscari per tenere aperta l'università, a un possibile blocco del Ponte della Libertà. Ma il nucleo forte della protesta vuole essere compatto, senza fughe in avanti.
(24 ottobre 2008)





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