''RICREAZIONE'': IL GENITORE CHE PER IL FIGLIO VUOLE OTTO, NOVE...DIECI!
Data: Venerd́, 24 ottobre 2008 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lo sappiamo, lo sappiamo. Intrattenere cordiali e costanti rapporti con le famiglie è uno dei doveri della classe docente. E infatti i genitori degli alunni li vediamo spesso e volentieri alle riunioni o durante qualche sortita spontanea infrasettimanale. Beh, fin qui nulla di straordinario, perché, talvolta, con una collaborazione fattiva riusciamo anche a risolvere qualche problemino comportamentale o didattico.
Il problema sorge quando i genitori degli alunni si affezionano troppo a noi e addirittura ce li vediamo spuntare davanti anche…quando i figli si sono diplomati e veleggiano verso l’università.
Sentite questa, raccontatami fresca fresca da una collega. Dunque in questi primi giorni di ottobre, mentre uscite nel cambio dell’ora da una classe e state per infilarvi in un’altra, ve la vedete davanti. Lì per lì pensate di non vedere bene, ma quella non è la madre della mia alunna…di quinta dell’anno scorso? E che ci fa qui? Avrà qualche altro pargolo iscritto al primo anno, sicuramente. E vuole venire a salutarmi. Ne sono sicura. O no? Mah, dalla faccia non si direbbe, ha il volto un po’ contratto. Strano, è la madre di una alunna brava, cui l’anno scorso diedi otto in italiano, otto in latino. Mica quattro, quattro. Otto, otto. E infatti la figlia alla maturità ha avuto il massimo. Cento. Magari vuole dirmi dove si è iscritta la ragazza..
Ma il genitore avanza con un volto corrucciato. - Buongiorno professoressa, posso parlarle?
Voi cadete dalle nuvole, e che vorrà mai la mamma di quell’alunna brava? - Che voglio, come che voglio? Lei, cara prof., ha trattato male mia figlia. Mia figlia non meritava otto otto, bensì nove nove. Voi trasecolate. Nove, nove?! E’ questo il problema? E poi adesso ci pensa, cara signora? Ad esame concluso, a risultato definitivo? E poi nove in italiano: significa scrittura corretta, coerente, ricca e di pregio. Nove in italiano. Bah…
Ma questa mamma ci pensa ancora, mentre la figlia è già all’università. Sant’Iddio, non ne avete che pensare, cari genitori? Otto, nove, l’importante è la preparazione della ragazza, dei vostri figli Macchè, vuole conto e ragione; e la professoressa là, attonita. Incredula.
Va bene, signora, sì. La prossima volta metto dieci. Dieci, va bene? Dieci. Adesso vada, signora. E pensi all’università di sua figlia. Che adesso son cavoli, altro che otto e nove…

SILVANA LA PORTA






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