IL DECRETO GELMINI: la protesta degli studenti. Cortei, occupazioni, assemblee e sit-in da Milano a Catania. Ma il ministro non molla e il disegno di
Data: Mercoledì, 22 ottobre 2008 ore 21:05:15 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. 21.10.2208. Si inizia oggi al Senato l’esame del disegno di legge di conversione del decreto Gelmini. I tempi per non far decadere il provvedimento sono ristretti (il termine è il 31 ottobre) e non lasciano grandi spazi al confronto che la piazza chiede da giorni. Anche i sindacati più prudenti, la Cisl e la Uil, che avevano fatto un passo indietro sulla manifestazione del 30 ottobre nella speranza di essere convocati, ora sembrano convinti che l’unica soluzione sia aderire allo sciopero generale. Nelle scuole e negli istituti continua lo stato di agitazione. E il «flirt» del ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, con la Lega alimenta la protesta.

La Gelmini e i giovani padani. Fa discutere l’incontro tra la Gelmini e i giovani della «Scuola Politica del Movimento Studentesco Padano» che, come fanno notare dall’opposizione, hanno come obiettivo di «convocare il primo parlamento degli studenti del Nord». Il sodalizio con il Carroccio sarebbe stato suggellato con l’approvazione della mozione sulle classi ponte. «Forse si sarebbe dovuto usare un termine diverso. Classi ponte fa pensare a classi di serie A e di serie B», afferma la Gelmini che puntualizza: gli immigrati frequenteranno «normalissime classi a cui bisognerà aggiungere dei corsi di italiano». Il ministro tenta una sintesi tra le istanze della Lega e quelle di An che ha preso le distanze dalla mozione. Ma non si tratta di un passo indietro sulle classi ponte. Semmai, c’è un «problema terminologico, non di sostanza».

Territorialità degli insegnanti. Gradita alla Lega anche l’ultima proposta della Gelmini per la razionalizzazione della spesa scolastica e universitaria che passa attraverso la territorialità di insegnanti e supplenti: «Il ministero ogni anno spende tra i 45 e i 50 milioni di euro per le telefonate di convocazione dei supplenti» e dato che i dirigenti si devono attenere a graduatorie «per una supplenza di quattro giorni a Milano, devono chiamare magari a Palermo, a gente che ovviamente non accetterà».

I movimenti studenteschi. Scuole occupate, assemblee e sit-in continuano in tutt’Italia. A Milano lezione all’aperto («perché il decreto Gelmini ci lascerà per strada») sotto Palazzo Marino, dove cinquecento studenti si sono radunati per rispondere alle dichiarazioni del ministro e a quelle del vicesindaco De Corato che si era lamentato per i blocchi provocati dalle manifestazioni («Siamo disposti a fare un corteo al giorno se necessario », dicono gli studenti). Manifestazioni, occupazioni e assemblee nelle scuole di Prato, Napoli, Imperia, Trieste, Livorno. E gli universitari non stanno a guardare. A Palermo, oltre 5mila studenti hanno partecipato a una manifestazione che si è conclusa davanti al rettorato dell’università.

A Catania occupata l’aula magna della facoltà di Scienze politiche. Tra i punti critici della manovra Gelmini anche il ridimensionamento scolastico del 2009. La Regione Marche ha dichiarato battaglia al governo e ha deciso di ricorrere alla Consulta contro la norma che non applicherà a costo di farsi commissariare.

Il ministro. «Mi spiace che da parte della sinistra si sia cercato di incanalare il disagio dei giovani contro il governo senza fare proposte e creando allarmismi ingiustificati », ha detto il ministro Gelmini, intervenendo a un incontro organizzato per parlare della scuola. «La sinistra dopo aver creato il precariato perché non ha mai quantificato l’organico nelle scuole - ha aggiunto - ora monta i precari contro il governo: se oggi c’è precariato è perché qualcuno non ha avuto il coraggio di dire di no, si è preferito bandire i concorsi e oggi per esaurire quelle graduatorie ci vogliono dieci anni».

ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)







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