Bimbi trascinati in piazza? Un abuso fisico e psichico
Data: Mercoledì, 22 ottobre 2008 ore 18:28:54 CEST
Argomento: Opinioni


Dal sito Il Giorno e Il Resto del Carlino

Marcello D’Orta

"Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi, e intanto assicuro a me e agli altri che sono pieno di compassione per lui e desidero migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile, tranne che scendendo dalla sua schiena".
L. Tolstoj

Quando le truppe di liberazione alleate entrarono a Roma, a Napoli, e in altre città d'Italia, le donne salirono sui carri armati e baciarono i soldati; baci furono "lanciati" anche dai balconi, assieme a fio ri. Nel giugno del 2005 sfilano per le vie di Milano centomi¬la persone, per il cosiddetto Gay pride. Nessuno dai balconi lancia fiori e baci, i baci se li scambiano gli stessi parteci¬panti. Ma la novità non è (tanto) questa: la novità è che a suggellare le labbra sono donne con donne, uomini con uo¬mini. Davanti al corteo ci sono gli orgogliosi omosessuali, al centro i politici, e in coda un gruppo di bambini nati con la fecondazione artificiale.
Non è la prima volta che adulti utilizzano minori per soste¬nere le proprie idee, e non sarà l'ultima. Bambini sono sce¬si (sono stati fatti scendere) in piazza per protestare contro la riforma Moratti, e bambini sono scesi in piazza per protestare contro la riforma Gelmini. Se la Gelmini fosse lesbi¬ca, probabilmente udremmo meno infanti gridarle contro. Docenti e genitori manifestano per difendere i diritti dei propri alunni e dei propri figli.
Uno direbbe: "Che bravi". Bravi un corno!
Coinvolgere i piccoli in cortei di protesta politica, è un abuso fisico e psichico —per dirla con Risi- realizzato attraverso la manipolazione delle loro opinioni e delle loro immagini.
Chi scende in piazza sono mamme, papà, pedagoghi, che lungi dal difendere i diritti dei bambini, li calpestano. Fa-cendo contestare la Gelmini e il maestro unico (quello che i bimbi troveranno dietro la cattedra l'anno prossimo) questi signori insegnano a non rispettare l'autorità, addirittura a negarla, con tutte le conseguenze che ne potranno derivare (mi viene in mente un episodio del film I mostri, in cui un papà —Tognazzi- alleva il figlio nel totale disprezzo della Legge, e alla fine il figlio accoppa il padre). Ma la cosa più aberrante, è che i fanciulli sono obbligati a ripetere (od ascoltare) cose che non intendono, come "Sì (o no) alla fecondazione eterologa".
Anche il più disamorato dei genitori, anche l'ultimo dei pedagoghi dovrebbe opporsi a tale sfruttamento, eppure c'è chi applaude. Come una nota pedagogista (non facciamo¬le pubblicità) che all'indomani della contestazione dei docenti coi lutto al braccio (contestazione avvenuta il primo giorno di scuola) ha dichiarato: "Per il bambino si è configurata un'importante esperienza di cooperazione sociale, di dibattito e formazione (...)
Non una strumentalizzazio¬ne ma un momento di riflessione". A vestirci di nero dovremmo essere tutti noi quando l'intel-ligenza, la saggezza e il buon senso sono mortificati in que¬sto modo.







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