Chi ha paura del bullo cattivo?
Data: Martedì, 21 ottobre 2008 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


Un pensatoio di esperti per trovare "soluzioni efficaci e non banali"
FRANCESCO OLIVO
Il bullismo è più che vivo che mai.Ascuola, ma non solo, prevaricazioni, violenze piccole e grandi, umiliazioni sono all’ordine del giorno. Il governo si trova davanti a una situazione seria e comincia a prendere i primi provvedimenti: «Il fenomeno è grave e spiacevole - dice il nuovo ministro della pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini - stiamo lavorando a una task force per dare risposte concrete e non banali». Gli episodi raccontano di una sfacciataggine sempre maggiore dei bulli, con violenze che non si limitano a colpire compagni di scuola, maanche i professori e i bidelli.

A Trieste una studentessa di 15 anni, fuori dall’istituto stava per accendersi una sigaretta, ma quando ha visto passare una sua insegnante ha usato l’accendino per bruciarle i capelli. La donna si è spaventata ed è fuggita nel bagno, la ragazza è stata sospesa dalle lezioni. A Crema un professore di educazione fisica di un istituto commerciale è andato al commissariato per denunciare uno studente che lo aveva minacciato e insultato pesantemente. La colpa dell’insegnante era stata soltanto quella di aver invitato il ragazzo a rientrare in classe. Il professore assai desolato ha sintetizzato così la situazione: «Non si può andare avanti, si passa più tempo a tenere a bada le teste calde che a fare lezione».

Il bollettino di guerra delle scuole italiane può continuare con un bruttissimo episodio accaduto di fronte a una scuola di Roma, nel ricco quartiere dei Parioli, dove dei ragazzi in puro stile malavitoso hanno accerchiato una citycar (le macchinette con 50 cc di cilindrata) rubando l’I-pod al proprietario, poi, non paghi del furto, la banda ha preso una boccetta di profumo e l’ha spruzzata in faccia alla vittima. Alcune volte è difficile distinguere bullismo e goliardia più o meno innocente. All’istituto tecnico Volta di Pavia i ragazzi, una decina in tutto, hanno ordinato delle pizze durante alla lezione di matematica.

Stufi di equazioni e istogrammi hanno chiamato la rosticceria con il telefonino e, quando il fattorino ha bussato alla porta con i cartoni fumanti, è scoppiato il caos. Il preside indignato ha sospeso i dieci affamati guasconi. In città è cominciato il dibattito: è giusto definire «bulli» tutti gli indisciplinati? Sempre a Pavia ha fatto discutere la decisione dell’istituto professionale «Cremona» che per punire un gruppo di ragazzi che aveva scassinato il distributore di merendine, mettendo l’impresa su You Tube, invece di sospenderli, li ha spediti per un periodo ad assistere gli anziani di un ospizio.

«Queste sono forme di protagonismo che vanno utilizzate a fin di bene, per far comprendere ai ragazzi la realtà che li circonda» ha spiegato il preside dell’istituto lombardo. La task force del ministro Gelmini cercherà di orientarsi in questo contesto sempre a metà tra cronaca nera e maleducazione generalizzata. Nel frattempo si moltiplicano le iniziative per contrastare le violenze, a Firenze vince l’ironia: invece dei gruppi di studio ministeriali è stato lanciato il «BullOut» ovvero lo spray che trasforma il bullo in bravo ragazzo e l’OralBiip, il dentifricio che non fa dire le parolacce. Trovate pubblicitarie ovviamente, ma anche un modo per far capire agli studenti che il bullismo si può sconfiggere con un sorriso.
da LA Stampa





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