La Gelmini replica ai cortei. Sembriamo noi i comunisti
Data: Sabato, 18 ottobre 2008 ore 21:33:54 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Dal sito Libero-news.it

 

| 18/10/2008 |

Difende il voto in condotta, che "non ha volontà sanzionatoria, ma di crescita complessiva della persona",

Difende il tempo pieno, che "non sarà tagliato. ho 35 anni, non ho figli, ma sono una donna e capisco i problemi delle donne che lavorano, in molti casi per ambizione in altri per necessità. E quindi sarebbe assurdo fare un provvedimento di questo genere. Durante le ore di lezione ci sarà un solo insegnante e gli altri due saranno 'spalmati' in altri orari".

Si difende dalle continue frottole dei comunisti: "Si stanno raccontando molte bugie. Si è detto addirittura che ci saranno 87 mila licenziamenti. È tutto frutto di disinformazione, anche le polemiche sulle classi ponte per gli immigrati, proposte in una mozione della Lega: non si tratta di ghettizzare nessuno ma di affrontare il problema dell'aiuto verso chi viene da un paese straniero: sto cercando risorse per fare dei corsi di lingua italiana per i bambini immigrati in difficoltà".

E l'università? Anche lei è scesa in piazza. anche lei è scesa nelle vie per protestare. Perché anche per gli atenei la Gelmini ha in mente una riforma. Che mira a un "ringiovanimento del corpo docente, perché oggi gli spazi per i giovani sono troppo bassi: e il blocco del turnover non li aiuta. Per questo sto lavorando a un disegno di legge per una riforma del reclutamento dei docenti e dei ricercatori: è meglio ridurre il numero dei dottorati, ma dare opportunità concrete a chi arriva al traguardo di questo titolo di studio". E a proposito de rettori, il ministro vorrebbe "limitarne il numero dei mandati". Non è più ritardabile una riforma della governance dell'università, spiega il ministro, "che vada verso una trasparenza nell'utilizzo delle riforme, una divisione di compiti tra ministero e università e, anche, un numero limitato di mandati per i rettori; 5.500 corsi di laurea sono uno spreco che non ha eguali in Europa e rappresentano una offerta che finisce per non rivolgersi al mondo del lavoro".







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