Fallito lo sciopero del 17 ottobre contro la Gelmini (4,4% di adesioni)
Data: Sabato, 18 ottobre 2008 ore 16:34:37 CEST
Argomento: Opinioni


Le lezioni anche questa volta si sono tenute e non sembra così lontano dal vero quel dato for­nito dal ministero (4% di ade­sioni ministeriali allo sciopero dei Cobas) che fa immaginare una rilevante maggioranza si­lenziosa al lavoro con serietà e normalità che non conqui­stano i titoli di prima pagina.
Ci sono stati molti cortei di studenti, insegnanti e genitori in tutta Italia. Hanno manifestato il proprio dissenso nelle forme tradizionali, ma le scuole quasi ovunque sono rimaste aperte.

Ebbene anche questa volta si è ripetuto il flop; si dirà che i sindacati di base non hanno mai avuto consenso all’interno delle scuole. Ma questa volta c’era tutta l’area dei partiti extraparlamentari , tutto il movimento spontaneo  dei comitati e della rete alternativa che aveva attizzato tutte le piazze e messo in movimento tutte le scuole elementari.

Eppure, nulla di significativo.

La Gelmini ha dichiarato che non capisce le motivazioni delle proteste di piazza. E cresce il suo indice di gradimento presso l’opinione pubblica: è passato, secondo i dati di Repubblica che non è un giornale di destra, dal 38 al 42 per cento.

Non li hanno capiti neanche i docenti di ruolo che non hanno seguito i proclami gridati dei cobas e gli slogan catastrofici gridati poi nei cortesi dagli studenti. Una maestra a Milano da anni chiedeva ai bambini di mettersi il grembiule per non macchiarsi in laboratorio e per non fare differenze fra ricchi e poveri.
Quest anno ha chiesto di non farlo più, perché se no si dà ragione alla Gelmini.

Ecco perché la scuola va cambiata. Radicalmente

Si perché a scioperare sono stati gli studenti medi che abbagliati da una bella giornata di vacanza non se lo sono fatti ripetere due volte ed hanno colto la palla al balzo.

Interpellati in via Etnea a Catania o in piazza Politeama a palermo hanno detto candidamente di non sapere nulla della Gelmini ma di ritenere bello scioperare anche perché erano stati incoraggiati dagli stessi professori che a loro volta sapevano poco dei maestri e dei moduli.

Ma questo è il bello della gioventù!

Ma si sa che gli studenti non vengono contabilizzati tra gli scioperanti e dunque non fanno report e il consenso si continua  a misurare su chi si fa fare la trattenuta sullo stipendio.

Ma qui il discorso cambia, perché è facile e comodo subappaltare la protesta agli studenti anche se le conseguenze sono disastrose per l’educazione e per la stessa scuola pubblica che viene messa allo sfascio e a soqquadro proprio da chi predica poi di volerla salvare.

Lo stesso presidente Napolitano, tirato dalla giacchetta dai contestatori, si è indispettito ed ha rimproverato quanti si ostinano a murare qualsiasi proposta di cambiamento. Ha chiuso anche il sito web del Quirinale tempestato artificialmente da mail e da post come se fosse un sito della rete alternativa.

Ha detto di smetterla con i lamenti di chi pretenderebbe che il presidente violasse la costituzione non firmando le leggi varate dal parlamento. Ha chiesto a studenti e profes­sori di non farsi prendere da «esagerazioni» e da «allarmi», raggelando sindacati e oppo­sizione proprio nel giorno del primo sciopero contro la riforma della scuola.Dal Quirinale è arrivata una richiesta di moderazione per i toni con cui in questi giorni si sta linciando uno dei più giovani ministri dell'esecuti­vo, Mariastella Gelmini.  Una doccia fredda sia per alcuni media che per alcuni prota­gonisti della contestazione. Che spesso hanno inscenato un bluff, come quello delle università occupate.

Si perché sia chiaro che contro le proposte del governo si può scioperare ma contro le leggi approvate dal parlamento, e la 133 è una legge e non una proposta, c’è solo il ricorso al referendum; in democrazia il parlamento non lo si può boicottare od oltraggiare perché rappresenta l’ultima istanza della sovranità popolare a meno di ricorrere al referendum.

Tesi ampiamente riprese dallo stesso Berlinguer che sul Corriere della Sera ha tirato le orecchie ai professionisti del no. E lui ne sa qualcosa allorquando si è visto contestato nel 2000 dai suoi amici della cgil che lo hanno sconfessato sul merito dopo avergli firmato il contratto.

Tesi sostenute dallo stesso Bassanini, padre della riforma del pubblico impiego con i governi di sinistra, componente della commissione Attali in Francia, che dalle stesse colonne del Corriere rimprovera i suoi che contrastano le leggi della Gelmini che a suo tempo la sinistra aveva cercato di varare.

Per non dire di Fioroni che si è dimenticato di aver firmato il quaderno bianco sulla scuola dove sono scritte con inchiostro ancora fresco le stesse cose che la Gelmini sta cercando virtuosamente di mettere in atto.

Forse Fioroni essendo un medico poco aduso a cose di scuole ha apposto una firma senza sapere o conoscere il contenuto del Libro bianco! Ma queste sono cose che poi si pagano con la credibilità.

Ma forse neanche questa volta il messaggio verrà capito perché davanti all’ostinazione e alla presunzione ideologica di possedere la verità non c’è risultato che tenga.

 

Salvatore Indelicato







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