I tagli? Ci provò già senza successo Berlinguer. Ma la Gelmini sembra fatta di altra pasta
Data: Sabato, 18 ottobre 2008 ore 16:18:39 CEST
Argomento: Rassegna stampa


dal sito Il giorno, il resto del carlino

Non meraviglia che i sindacati protestino e scioperino quando avvertono riduzione occupazionale.
Che cos'altro dovrebbero fare se non tutelare i posti di lavoro e le garanzie dei loro associati?
Meraviglia invece il comportamento delle opposizioni di turno.
Chi si candida a governare, quale che sia il ruolo assegnato dagli elettori in Parlamento, deve garantire gli interessi generali del Paese e non fare sponda sistematica alle rivendicazioni delle singole corporazioni, strumentalizzando le proteste che i processi riformatori alimentano.
SE IL 97% della spesa per l'istruzione è assorbita dal co¬sto del personale, non c'è riforma degna di questo nome che possa prescindere dalla riconsiderazione di detta percentuale.
Si possono contrattare modi e tempi d'intervento, ma la sostanza è fuori discussione.
Questa affermazione trova conforto nell'intervento del capo dello Stato all'inaugurazione dell'anno scolastico il 29 settembre scorso.
Disse Napolitano: «Si parta con uno sforzo di maggiore serenità, dai problemi che nessuno può negare.
Compiano tutti uno sforzo per evitare contrapposizioni.
Mostrino tutti senso della misura e realismo nell'affrontare anche le questioni più spinose.
L'Italia deve ridurre a zero il suo debito pubblico.
Questo comporta, inutile negarlo, un contenimento della spesa sulla scuola».
Ma dopo quasi cento anni da Livorno, a sinistra è ancora aperta la partita fra riformisti e massimalisti







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