"Saviano romano ad honorem"
Data: Venerd́, 17 ottobre 2008 ore 16:03:17 CEST
Argomento: Redazione



Nuove minacce allo scrittore Roberto Saviano, autore del best seller «Gomorra». Quando non si era ancora spenta l'eco per le presunte dichiarazioni di un pentito della camorra
Saviano ascolta la sentenza [...] dalle quali sarebbe trapelata l'intenzione dell'organizzazione criminosa di eliminare lo scrittore entro il mese di dicembre, è stata resa nota l'esistenza di un fax in cui il detenuto Sandro Schiavone, detto «Sandokan», avrebbe espresso nuove minacce nei confronti di Saviano.

Ieri il quotidiano «La Repubblica» aveva pubblicato una lunga intervista in cui Saviano aveva dichiarato di voler lasciare l'Italia per «ricominciare a condurre un'esistenza normale». Lo scrittore aveva quindi ricevuto la solidarietà bipartisan di diversi esponenti delle istituzioni, tra i quali il presidente del Senato Renato Schifani che ha definito Saviano «patrimonio dell'Italia».

Nel pomeriggio, però, il pentito Carmine Schiavone, che secondo una relazione di servizio trasmessa alla Dda di Napoli era l'autore della segnalazione, ha smentito di aver mai fatto dichiarazioni simili ai magistrati.
La svolta c'è stata in serata, quando Saviano è stato ospite alla trasmissione «Matrix» di Canale 5 e ha ribadito la sua volontà di abbandonare l'Italia. Nel corso della tramissione è stata rivelata, infatti, l'esistenza di un fax spedito al proprio avvocato da Sandro Schiavone, cugino di Carmine, in cui l'uomo, detenuto nel carcere di Opera in regime di 41 bis, avrebbe minacciato Saviano pur senza mai farne direttamente il nome.

«Questo grande romanziere - è il testo del fax - che fa il portavoce di chissà chi, deve smettere di fare illazioni calunniose false su di me non solo in conferenza stampa, ma riportate anche sul giornale "Repubblica" che lo leggono milioni di persone, accostandomi a signori che non ho mai conosciuto».


Nonostante la nuova minaccia e la volontà di abbandonare l'Italia, Saviano ha dichiarato nel corso di «Matrix» l'intenzione di continuare a scrivere di camorra e, in particolare, del clan dei Casalesi. «Sto pensando di andare via - ha detto lo scrittore - via per riuscire ancora a rotolarmi nella realtà e lavorare sporcandomi. Mi occuperò ancora di loro ma sul piano internazionale».Il gruppo romano del Pd ha presentato una mozione per conferire a Roberto Saviano la cittadinanza onoraria della città. "È un dovere morale e un riconoscimento importante - spiega il consigliere Fabrizio Panecaldo - innanzitutto verso Saviano ma anche verso i rappresentati dei Comuni interessati dal cancro camorrista. A loro va il sostegno per proseguire la battaglia condotta finora nelle istituzioni e scongiurando il ritiro, lo sconforto e l'abbandono".

Athos De Luca sottolinea che "l'ipotesi di una vendetta contro il giovane scrittore campano, è una vendetta contro l'Italia e la società civile. Chi ha avuto il coraggio di sfidare la camorra, anche a costo della propria incolumità e della propria serenità, è un simbolo di riscatto e di speranza contro uno dei principali mali che affliggono il nostro Paese".

"La solidarietà a Saviano - spiegano Panecaldo e De Luca - non può essere solo un atto formale, ma una decisione che indica una priorità e un impegno, da parte delle istituzioni tutte per affermare sempre di più la legalità e la giustizia e per dimostrare che il Paese è più forte delle mafie. Con questa cittadinanza - conclude la nota - Roma vuole offrire sostegno e riconoscimento per condurre congiuntamente una battaglia in cui nessuno deve sentirsi isolato".


Il gruppo romano del Pd ha presentato una mozione per conferire a Roberto Saviano la cittadinanza onoraria della città. "È un dovere morale e un riconoscimento importante - spiega il consigliere Fabrizio Panecaldo - innanzitutto verso Saviano ma anche verso i rappresentati dei Comuni interessati dal cancro camorrista. A loro va il sostegno per proseguire la battaglia condotta finora nelle istituzioni e scongiurando il ritiro, lo sconforto e l'abbandono".

Athos De Luca sottolinea che "l'ipotesi di una vendetta contro il giovane scrittore campano, è una vendetta contro l'Italia e la società civile. Chi ha avuto il coraggio di sfidare la camorra, anche a costo della propria incolumità e della propria serenità, è un simbolo di riscatto e di speranza contro uno dei principali mali che affliggono il nostro Paese".

"La solidarietà a Saviano - spiegano Panecaldo e De Luca - non può essere solo un atto formale, ma una decisione che indica una priorità e un impegno, da parte delle istituzioni tutte per affermare sempre di più la legalità e la giustizia e per dimostrare che il Paese è più forte delle mafie. Con questa cittadinanza - conclude la nota - Roma vuole offrire sostegno e riconoscimento per condurre congiuntamente una battaglia in cui nessuno deve sentirsi isolato".

L'idea raccoglie adesioni bipartisan. "Sottoscriverò la proposta annunciata dai consiglieri del Pd di insignire con la cittadinanza onoraria della capitale lo scrittore Roberto Saviano e credo che farebbe bene a farlo l'intero consiglio comunale di Roma". Lo dichiara Francesco Storace, segretario nazionale e capogruppo della Destra in Campidoglio.








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