L’ex ministro Bassanini: sui tagli è un errore criticare la Gelmini. «Le scuole di piccole dimensioni creano problemi di costi e di qualità
Data: Martedì, 14 ottobre 2008 ore 20:35:53 CEST
Argomento: Rassegna stampa


dal Corriere della Sera 

ROMA - «Se la Gelmini chiede l'applicazione di un arti-colo del regolamento dell'auto-nomia scolastica, una misura strategica della legge 59 che porta il mio nome, non posso dire che mi dispiace. Come non mi dispiace la lotta ai fan¬nulloni del primo Brunetta».

 

 

Il ministro dell'Istruzione in-terviene con tagli su scuole anomale, sottodimensionate, facendo sparire uffici di presidi e annunciando là progressiva scomparsa di scuole lillipuzia¬ne — piccole isole e zone di montagna escluse — ricorren¬do alla legge Bassanini, e lui, l'ex ministro per la Funzione pubblica che ha inferto i colpi più duri alla burocrazia, incu-rante delle proteste della sini¬stra, il suo schieramento, le dà ragione.

 

 

Prendiamo il regolamento sulle dimensioni delle istitu¬zioni scolastiche del 1998. Di¬ce che un ufficio di presiden¬za è uno spreco in un istituto con meno di 500 alunni e sug¬gerisce di accorpare la scuola ad una più popolata. La Gelmi¬ni chiede che la regola sia ap¬plicata e l'opposizione prote¬sta.

 

 

«Chi si sposta da una scuola all'altra ,è il preside, non gli stu- denti. E un tipo di soluzione che consente di soddisfare esi¬genze contrastanti. Questa re¬gola di un minimo di 5oo alun¬ni è stata decisa dall'allora mi¬nistro dell'Istruzione, Luigi Ber¬linguer, ma io l'ho condivisa».

Ha l'impressione di aver sbagliato qualcosa?

 

 

«Un'opposizione seria non può fare la guerra a misure che essa stessa ha voluto quando era al governo — quella misu¬ra io l'ho condivisa — a meno che non si sia resa conto che so¬no misure sbagliate. Ma allora. perché non ha cambiato il de¬creto legislativo durante i due anni del governo Prodi?».

 

 

In Italia, dice la Gelmini, esistono migliaia di scuole di piccole e medie dimensioni che dovrebbero funzionare in rete, ovvero avere uffici in co¬mune. Inoltre ci sono oltre 4.000 scuole, tra elementari e medie, con meno di 5o alun¬ni. 11 ministro ha chiesto alle Regioni di aggregare le mini- scuole.

 

 

«Se questo è vero, io penso che alcune critiche siano ingiu¬stificate. Un istituto scolastico di dimensioni minori presenta tre tipi di problemi. Il primo ri-guarda i costi. In un edificio piccolo inevitabilmente il co¬sto per alunno è più elevato. Inoltre resta più difficile mante¬nere un alto livello di qualità dell'apprendimento. Accade quando ci sono troppi alunni per classe ma anche quando so¬no troppo pochi, anche a causa di un'insufficiente interazione tra i bambini. Questo spinge verso l'aggregazione in istituti di dimensioni ottimali e verso la chiusura di quelli troppo pic-coli. Ma esiste anche un terzo problema, che è quello di non chiudere strutture scolastiche che hanno una funzione di pre¬sidio del territorio perché que¬sto favorirebbe lo spopolamen¬to. Occorre trovare un punto di equilibrio».

 

 

Giulio Benedetti







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