Gelmini: «Non servono cortei, ma collaborazione
Data: Domenica, 12 ottobre 2008 ore 17:13:45 CEST
Argomento: Redazione



Gelmini: serve collaborazione. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha criticato le manifestazioni, affermando che i cortei non servono: «Rispetto chi ha opinioni diverse ma oggi serve la collaborazione di tutti e non certo manifestazioni di piazza - ha detto - Ho visto alcuni insulti e addirittura alcuni episodi di violenza che mi hanno molto rammaricato. Credo che oggi il paese abbia bisogno di uno sforzo comune e di una grande responsabilità per migliorare la scuola. La competitività e il sistema paese passano da una scuola di qualità. Oggi mi sembra che su questa strada ci sia molto da fare e quindi serve la collaborazione di tutti e non certo manifestazioni di piazza». 

Il ministro ha ribadito che «chi difende lo statu quo non ha in mente la generazione del 2020, ma la difesa dei corporativismi che hanno ingessato la scuola. Se gli insegnanti prendono ancora 1.200-1.300 euro dopo molti anni, la strada non è quella della discesa in piazza, della conflittualità, della contrapposizione».

Educazione nelle scuole. Intervenendo alla manifestazione "Drugs off day", organizzata dalla comunità di San Patrignano, Gelmini ha poi ribadito che occorre «puntare ad essere un'agenzia di educazione e formazione scegliendo percorsi personalizzati per ciascuno. L'esperienza di San Patrignano ha molto da insegnare e da offrire alla scuola». Per la prevenzione e per il recupero dei ragazzi «la scuola può fare di più - ha proseguito Gelmini - e può trarre molto giovamento da una sinergia e da una collaborazione più forte tra famiglia e scuola e soprattutto con un utilizzo intelligente dei media. Il compito dell'educazione - ha concluso - compete certamente in primo luogo alla scuola e alla famiglia, ma i media hanno grandissima responsabilità».

Riforma degli istituti tecnici. Presto ci sarà una riforma degli istituti tecnici e professionali «che devono avere pari dignità dei licei. Negli istituti tecnici ci sono 900 indirizzi. È un'assurdità. Faremo una riforma per cui davvero alla fine del ciclo di studi ci sarà per gli studenti un titolo spendibile sul mercato del lavoro».

Codardia rinunciare al voto in condotta. Gelmini ha poi ribadito l'utilità del ritorno al voto in condotta: «Rinunciare al voto in condotta sarebbe un atto di codardia della scuola - ha detto - Il voto ripristina la centralità della missione educativa dentro la scuola. Educare, non tanto per sanzionare, chi tiene comportamenti scorretti».

Due miliardi ai docenti per aggiornamento e merito. Parte dei risparmi che verranno realizzati dalla manovra sulla scuola andranno per l'aggiornamento e la formazione dei docenti. Il ministro quantifica in due miliardi le risorse che verranno spese per questo capitolo che comprenderà anche «scatti di carriera per gli insegnanti legati al merito». Il tutto accompagnato da un sistema di valutazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. Nello stesso tempo il ministro afferma che si sta lavorando ad un «provvedimento per il reclutamento e l'inquadramento giuridico degli insegnanti» che oggi - precisa - è basato sull'anzianità.

Pochi ddl per cambiare il volto degli atenei. Per quanto riguarda la situazione delle università, Gelmini propone un "cronoprogramma" con 4 o 5 cose da fare, «pochi disegni di legge per cambiare il volto dell'universita italiana dove la situazione non è rosea: 5.500 corsi di laurea, 300 sedi distaccate e una media di laureati inferiore a quella di altri paesi europei, oltre al 50% dei ragazzi che non arriva alla laurea. Nessuna università italiana fra le prime 100. Non è un motivo di orgoglio - osserva ancora il ministro che aggiunge - Il 90% del fondo ordinario per la spesa corrente ed una governance dove i rettori sono spesso oggetto di ricatti. Non sono un segno di efficienza

Da il messaggero







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