«Trecentomila contro i tagli» riforma Gelmini nel mirino. A Roma la manifestazione più imponente sotto la sede del ministero
Data: Domenica, 12 ottobre 2008 ore 12:44:38 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Trecentomila studenti in piazza contro la riforma della scuola e per dire no alla politica dei tagli. «Non è che l’inizio», recita lo striscione in testa ai cento cortei sfilati nelle province di tutt’Italia. L’inizio dell’autunno caldo del ministro dell’Istruzione, Gelmini, nell’occasione ribattezzato «ministro della d-Istruzione». E il clima sembra destinato ad arroventarsi. Dopo le affermazioni del ministro della Funzione pubblica, Brunetta, sugli insegnanti «pagati troppo e formati poco», le dichiarazioni del ministro della Semplificazione, Calderoli, che attacco un’altra categoria: «Il numero dei bidelli è 160 mila. Tantissimi, anche se poi ci dobbiamo rivolgere a strutture esterne per le pulizie o per la gestione della mensa».

I numeri. Secondo l’Uds, che ha sfilato assieme alla Rete degli studenti e all’Udu, a Roma, Napoli e Torino erano in 40 mila, a Milano in 30. Forte mobilitazione anche a Palermo (cinquemila), Siracusa (tremila) e Caltanissetta (duemila).

Le istanze. «Siamo venuti qui da te perché tu non ci chiami mai. Non ci chiedi mai cosa pensiamo». La voce sparata dagli altoparlanti del camioncino del corteo capitolino riecheggia davanti alla sede del ministero di viale Trastevere. Gli studenti si danno il cambio al megafono per spiegare le ragioni della protesta. Sono contrari al taglio di otto miliardi al settore con la conseguente riduzione del personale docente e non, alla reintroduzione del voto in condotta per «tappare la bocca» agli studenti, al finanziamento delle scuole private, all’abbassamento dell’obbligo scolastico da 16 a 14 anni.

«Siamo in piazza per svelare le balle di un governo fatto di balle e pupe: si fa passare la riforma con un atto di bullismo. L’unica riforma sono gli otto miliardi di tagli per la scuola pubblica», dice uno dei manifestanti.

L’esito della giornata. Gelmini, che nei giorni scorsi ha liquidato con sufficienza le contestazioni di «piccole frange», non si è fatta vedere. Una delegazione di studenti è stata ricevuta dal dirigente generale del personale della scuola e dal vicedirettore generale degli studenti, ma non ha avvicinato le parti in causa. «E’ stata una chiacchierata ininfluente», hanno commentato gli studenti annunciando una consultazione nelle scuole: «Se non lo farà il ministro, il referendum lo faremo noi stessi, attraverso i nostri siti entro novembre». Inoltre, da lunedì prossimo partirà la petizione per le dimissioni della Gelmini promossa dalla confederazione degli studenti.

I prossimi appuntamenti. Quella di oggi si preannuncia come la prima di una lunga serie di iniziative sia nazionali che locali. Il 30 ottobre gli studenti scenderanno in piazza a supporto dello sciopero indetto da Cgil, Cisl, Uil. L’appuntamento clou è quello del 17 novembre, la Giornata internazionale di mobilitazione studentesca lanciata dal Social Forum.

Reazioni politiche. Veltroni è quasi sorpreso per la massiccia partecipazione degli studenti. Si affretta a dare il suo sostegno ai manifestanti che hanno dato prova di «maturità» (a Roma gli studenti hanno reso un tributo alle forze dell’ordine in servizio) e dedica anche a loro la manifestazione del 25 ottobre del Pd. Il Pdl fa sapere che sta organizzando una contromanifestazione.

ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)







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