Perchè l'Mpa,nonostante le proteste ha votato la fiducia?
Data: Venerdì, 10 ottobre 2008 ore 20:06:14 CEST
Argomento: Opinioni


Sorprendono le proteste dell’Mpa contro quella che erroneamente viene chiamata la riforma della scuola della ministra Gelmini.
E per due motivi.
La prima perché è una opposizione contro i soli tagli in Sicilia, come se la Regione fosse altra cosa della Nazione e il suo sistema scolastico, compreso quindi l’appannaggio ai professori, avulso dalla Repubblica;
il secondo perché si dissocia da un Governo, e da Tremonti in particolare, che il movimento di Lombardo invece sostiene e appoggia, tanto di averne sottoscritto il programma in campagna elettorale.
Per andare nel dettaglio, l’Mpa sapeva benissimo, come del resto chi si interessa di cose della scuola può testimoniare, che Berlusconi aveva annunciato la reintroduzione della riforma Moratti, la cui caratteristica principale (e i movimenti di protesta alla sua presentazione furono tanti) era quella di tagliare cattedre e di puntare a un ridimensionamento complessivo della spesa.
Sapendolo, come si sapeva, avrebbe potuto, anteriormente al decreto legge e del voto di fiducia (il sesto in 4 mesi), o ancora prima in fase di alleanza, puntare i piedi e chiedere modifiche di sostanza sulla nomina dei nuovi professori precari, sugli insegnanti di sostegno, sulla tenuta complessiva dell’organico, come ha fatto Bossi per garantirsi il non-accorpamento delle sue scuole di montagna o la nomina di una percentuale di presidi del Nord.
Se non l’ha fatto perché, come dice Leanza, non ha i numeri, avrebbe potuto cercare altre alleanza o altre possibilità che i politici conoscono meglio di chiunque altro.
Ma la cosa più sorprendete è quella relativa alla mantenimento dell’organico solamente in Sicilia dove la soppressione del modulo alle elementari e il congelamento delle graduatorie dei precari provocherebbe un ulteriore disastro occupazionale.
Guardando nel dettaglio, c’è una coincidenza politica col pensiero del Premier: entrambi parlano della scuola come stipendificio e ammortizzatore sociale, ma con ottiche diverse. Berlusconi la biasima e l’Mpa la sostiene.
E la sostiene al punto di chiedere quasi una deroga solo per i lavoratori della scuola del sud, facendo scordare un'altra singolarità e cioè che lo Stato nazionale, per uno stesso lavoro e per una stessa funzione, non può derogare da Regione a Regione.
Perché questa posizione significherebbe non introdurre il maestro unico solamente in Sicilia e lasciarlo oltre lo stretto, insieme ai tagli e alle altre politiche di contenimento della spesa gestite da Tremonti.
Per questo non ci siamo meravigliati del comportamento del movimento autonomistico di Lombardo allorchè il Governo ha chiesto la fiducia sul decreto Gelmini.
Ci rendiamo conto che i numeri tengono la maggioranza al sicuro da qualunque sorpresa, ma nessun segnale è venuto come quello di votare contro il decreto; voto contrario non già per difendere il solito meridionalismo assistenzialista e piagnone, ma per avallare il principio che scelte tanto forti e decisive per tutta la scuola italiana devono portare con sé un dibattito articolato e proposte alternative da tutti gli angoli del Parlamento, posto che non ci fossero altri soggetti da interpellare come i professori che possono stare solo a guardare le stelle o la MariaStella a seconda del punto di vista.  

 

PASQUALE ALMIRANTE

 







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