TREMONTI-GELMINI: COME DISTRUGGERE LA SCUOLA PUBBLICA PER FAR CRESCERE QUELLE PRIVATE
Data: Venerd́, 10 ottobre 2008 ore 15:37:52 CEST
Argomento: Opinioni


Nel corso di un’assemblea sindacale tenutasi proprio ieri nella scuola in cui insegno (…da precario) è stato distribuito a tutti i presenti un volantino di quattro pagine che informa sulle catastrofiche conseguenze della riforma Tremonti-Gelmini della scuola pubblica. Nell’ultima pagina, a chiusura dei commenti straordinariamente delucidativi e purtroppo verosimilmente catastrofici, sono rimasto colpito da un articolo riportante la visione “profetica” dell’On. Pietro Calamandrei (Firenze, 21 aprile 1889 – Firenze, 27 settembre 1956, giornalista, giurista, politico e docente universitario italiano) in un discorso dell’ 11 febbraio del 1950, di cui vorrei riportare il testo
 
– Piero Calamandrei –
discorso pronunciato al III Congresso DELL’ASSOCIAZIONE in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950
 
  «... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
   Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto, per rovinare le scuole di Stato: Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.» (Pubblicato sulla rivista Scuola Democratica, 20 marzo 1950).
 
   Io sono rimasto senza parole, e voi? ….da Giovanni Lanaia






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