Educazione degli adulti. La Gelmini chiama i presidi a consulto
Data: Mercoledì, 08 ottobre 2008 ore 15:08:11 CEST
Argomento: Redazione


Salone rinascimentale enorme e gremitissimo in tutti gli ordini di posti anche se l’attesa presenza del ministro Gelmini è saltata perché inchiodata nel vicino Montecitorio nella giornata della fiducia al decreto 137, poi effettivamente passato alla Camera.
Un pizzico di delusione comprensibile e scontata nel volto dei presidi ma tutti hanno compreso.
Purtroppo nel nostro paese quando si mette mano alla scuola, apriti cielo…
Ben rappresentata la nostra isola con una delegazione capeggiata dal direttore Distefano Guido in prima fila; con i presidi del Vittorio Emanuele di Palermo, dell’ITI Verona Trento di Messina, del Cannizzaro di Catania e di altri 15 centri isolani.
Protagonista il direttore generale Maria Grazia Nardiello che ha esposto le linee del regolamento che rivoluzionerà l’educazione degli adulti nel nostro paese.
Chi si aspettava bozze o indiscrezioni dovrà ancora aspettare. Il tutto è ancora nei cassetti ed è materiale grezzo: niente di definitivo o di precotto.
Al momento solo lucidi e slide proiettate negli schermi. In realtà, ha detto la Nardiello, sono stati conservate le prescrizioni della legge 40, la legge Fioroni di riforma dei tecnici che avevano previsto i CPIA, cioè i Centri Provinciali per l’istruzione degli adulti.
Ma che cosa saranno questi CPIA?
Il ragionamento preliminare parte dalla considerazione che attualmente ci sono 1167 punti di erogazione del servizio rivolto agli adulti. Troppi e dispersivi.
E con tanti sprechi.
E qui entrano in gioco le regioni titolari della potestà di razionalizzare e dimensionare.
Vedremo come la conferenza Stato-Regioni si muoverà su questo versante. Una cosa è certa ci vuole un centro o più centri che regolamentino e razionalizzino il servizio a livello provinciale.
I dati sono preoccupanti: l’anno scorso ci sono stati per esempio 240.546 iscritti ai corsi serali ma i frequentanti sono stati solo 73.118.
L’organico non si può più calcolare sugli iscritti per una evidente prescrizione del piano Gelmini, ma sugli scrutinati, con evidenti ricadute.
C’è poi da valutare tutta la questione dell’alfabetizzazione degli stranieri, la coesino sociale da garantire insomma un’impresa complessa e che deve concludersi in tempi rapidi. Allora, continua la Nardiello, bisogna superare la frammentazione, riordinare i percorsi rivedere i curricoli, risistemare il meccanismo di riconoscimento dei crediti agli studenti lavoratori e cambiare di conseguenza scrutini e esami.
Si sta pensando ad un percorso 2+2+1 con tre entrate con relativi riconoscimenti di qualifica in relazione al QEF.
Si vuole costruire un sistema insomma dell’apprendimento permanente e della formazione continua coerente, quello che in Europa si chiama LLL long life learning.
E ci sono tutti i presupposti fattivi per riuscirci, dice nelle conclusioni la Nardiello. Faremo attenzione a non disperdere tutto il gigantesco patrimonio di esperienze già realizzate e accumaluto dalle scuole.
Con la richiesta pressante ai presidi di condividere e di lavorare insieme.
Già nell’introduzione ai lavori il dott. Mario Dutto aveva sottolineato come il regolamento sull’EDA sarà coerente con i regolamenti degli altri settori e con l’intero sistema dell’istruzione. Regolamenti che avranno la forma giuridica di DPR in applicazione della L. n. 133 che già da agosto è legge dello Stato.
Il dott. Giovanni Biondi dell’Agenzia Scuola aveva sciorinato una fitta serie di diapositive con un’incredibile quantità di dati statistici utili per capire il fenomeno.
Così come la referente dell’INVALSI intervenuta in sostituzione del neopresidente Piero Cipollone aveva sottolineato il legame tra valutazione dei processi e decisioni politiche.
Il presidente dell’ISFOL Sergio Trevisanato aveva curato il positivo rapporto tra il ministero del lavoro, da cui dipende il suo istituto, e l’istruzione. Il ministero del lavoro ha competenza sulla formazione professionale e pertanto è sinergicamente legato ai processi di innovazione; in particolare si è precisato che subito dopo l’emanazione del regolamento di riforma degli istituti tecnici verrà emanato il regolamento sui professionali secondo le linee contenute nel piano programmatico della Gelmini.
C’è stato un lungo intervento di Ludovico Albert assessore della regione Piemonte che ha informato i presidi sulle rilevanti iniziative della regione che assieme ad altre realtà del nord si trova in una posizione di frontiera e di innovazione virtuosa.
Una breve tavola rotonda con dirigenti scolastici provenienti da diverse regioni per una analisi dei casi ha evidenziato le best pratices e le situazioni di eccellenza sparse a macchia di leopardo in tutto il paese.
Grande attenzione, professionalità e sensibilità al momento storico che vive la Pubblica Istruzione del nostro paese finalmente4 investita fattivamente di un cambiamento per vincere le sfide dell’Europa e realizzare gli obiettivi di Lisbona, da cui l’Italia è ancora lontana.

Salvatore Indelicato





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