''I PROMESSI SPOSI'' LETTI NEL 2000
Data: Mercoledì, 08 ottobre 2008 ore 13:12:50 CEST
Argomento: Opinioni


Io me la ricordo ancora quella barca. Intendo che me la ricordo da quando ero tra i banchi di scuola. E non sono passati mica cent’anni. Ma il lago era liscio come una tavola, non tirava un alito di vento, la luna vi si specchiava sopra da mezzo il cielo. Nel frattempo s’udiva il gorgoglio dell’acqua e il tonfo dei remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago.
C’erano un battello, un lago, una serata limpida e serena. E Renzo e Lucia, improvvisi esuli, lasciavano il loro paesello, tristi e desolati. Lucia, seduta sul fondo della barca, posa il braccio sulla sponda, posa sul braccio la fronte, come per dormire, e piange segretamente.
Una volta la storia era così. Oggi, a quanto pare, ci sono però delle novità, delle modifiche alla vicenda, che viene trasportata nei tempi moderni. I nostri alunni, lettori distratti e frettolosi, se ne fregano di Lucia Mondella. Anzi la vedono quasi come un’americanazza che lascia, con la sigaretta in bocca e un’aria superficiale, il suo paese. E getta indietro uno sguardo distratto.
Ma il bello è sentire con quale mezzo se ne va la promessa sposa. Durante un’interrogazione, un alunno tenta di ripetere l’Addio monti. E’ un brano celeberrimo, ma del quale ai ragazzi di oggi poco importa. Quindi ricordano solo che Lucia parte. Ma come parte? Con la barca? No, nel Seicento in barca? Ma no. Col cavallo? No macchè, Lucia non sa cavalcare. Parte, parte, parte con…la macchina! Sì, parte in macchina. Portabagagli in cima o magari con un bel coupè, i capelli al vento, un foulard al collo e tanti saluti al suo ridicolo paese.
L’insegnante è esterrefatta. Cavolo, ma non hanno capito niente del brano. Allora, non l’avesse mai pensato, fa pure la battuta. Questa almeno la capiranno? Spero di sì.No, no – ribatte – non in macchina, ma con l’autobus. Lucia parte con l’autobus.
E l’alunno imperterrito e convinto: “Sì, volevo dire con l’autobus, mi scusi prof.”
Mai fare battute, vi dite allora. I ragazzi, attenti come sono, finisce che ci credono.

SILVANA LA PORTA






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-12414.html