“CARA PROF, PERCHE’ NON HA MESSO NOVE A MIA FIGLIA?”
Data: Martedì, 07 ottobre 2008 ore 17:32:26 CEST
Argomento: Opinioni


“CARA PROF, PERCHE’ NON HA MESSO NOVE A MIA FIGLIA?”


Lo sappiamo, lo sappiamo. Intrattenere cordiali e costanti rapporti con le famiglie è uno dei doveri della classe docente. E infatti i genitori degli alunni li vediamo spesso e volentieri, alle riunioni, durante qualche sortita spontanea infrasettimanale, a volte li incontriamo per strada e, volente o nolente, diamo loro notizia dei figli. Beh, fin qui nulla di straordinario, tutto nella norma. Ci fa anche piacere, perché talvolta con una collaborazione fattiva, riusciamo anche a risolvere qualche problemino comportamentale o didattico.
Il problema sorge quando i genitori degli alunni, come dire, si affezionano troppo a noi e ci perseguitano, non vogliono mollarci un momento. Addirittura ce li vediamo spuntare davanti anche…quando i figli si sono diplomati e veleggiano verso l’università.
Sentite questa, raccontatami fresca fresca da una collega. Dunque in questi primi giorni di ottobre, mentre uscite nel cambio dell’ora da una classe e state per infilarvi in un’altra, ve la vedete davanti. Lì per lì pensate di non vedere bene, ma quella non è la madre della mia alunna…di quinta dell’anno scorso? E che ci fa qui? Avrà qualche altro pargolo iscritto al primo anno, sicuramente. E vuole venire a salutarmi. Ne sono sicura. Le fa piacere rivedermi. O no? Mah, dalla faccia non si direbbe, ha un volto un po’ contratto. Strano, è la madre di una alunna brava, cui l’anno scorso diedi otto in italiano, otto in latino. Mica quattro, quattro. Otto, otto. Magari vuole dirmi dove si è iscritta la ragazza, vuole mettermi a parte della sua decisione. Ma il genitore avanza con un volto corrucciato. Buongiorno professoressa, posso parlarle? Voi cadete dalle nuvole, e che vorrà mai la mamma di quell’alunna brava? Che voglio, come che voglio? Lei, cara prof., ha trattato male mia figlia. Ma male male. Mia figlia non meritava otto otto, bensì nove nove. Voi trasecolate. Nove, nove? E’ questo il problema? E poi adesso ci pensa, cara signora? Ad esame concluso, a risultato definitivo? E poi nove in italiano: significa scrittura corretta, coerente, ricca e di pregio. Nove in italiano. E’ una bella parola, ma è difficile da mettere.
Ma questa mamma lo pretendeva. Otto era troppo poco. E ci pensa ancora, mentre la figlia è già all’università. Sant’Iddio, non ne avete che pensare, cari genitori? Otto, nove, l’importante è la preparazione della ragazza, dei vostri figli Macchè. Continuava e voleva conto e ragione. E la professoressa là, attonita. Incredula. Va bene, signora, sì. La prossima volta metto dieci. Dieci, va bene?
Dieci. Adesso vada, signora. E pensi all’università di sua figlia. Che adesso son cavoli, altro che otto e nove…

SILVANA LA PORTA






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