Tra la saggezza di Budda e quella di Freud
Data: Marted́, 07 ottobre 2008 ore 00:33:48 CEST
Argomento: Recensioni


"Parola di capra" e "Metamorfosi" 

di Francesco Sinatra

Recensione di Marinella Fiume


Tornato a casa dal lungo esilio canadese, con "Parola di capra", edito dalla ragusana Libroitaliano World, lo psicanalista Francesco Sinatra scioglie alla madre terra il canto del figlio. Partito per indagare il mistero della vita, il nostalgico Ulisse non sa dimenticare le radici, anche quando sceglie di vivere tra gli orsi polari. Eppure il suo cuore non smetterà mai di battere tra Nord e Sud ("Tra due mondi"), tra due culture, due saggezze, da una parte Budda - l'illuminato - dall'altra Freud ("Nirvana"). O forse non c'è che una saggezza: "Tutti mortali / Disse il Fato: / Malattia / Contagiosa"("Cattivo vento"). Ma l'incurabile vagabondo non smette di indagare e di viaggiare fino a che non ha trovato la chiave del mistero. E la trova: nella parola poetica primigenia della siringa di Pan, "cristallina" e affilata come "spada di samurai", anzi, come corna di capra, perché il poeta è spirito libero, selvatico, eretico, e non chiede che di vivere la vertigine del suo sogno fantastico, come la capra, appunto, e come chi non vuole altro che essere se stesso. Nel freddo polare, è la parola che scalda, restituendogli sprazzi di un'assolata, mitica, infanzia siciliana, coi suoi crochi e i ciclamini autunnali, le sue profumate ginestre. Miracolose nel loro crescere dove c'era poco prima il fuoco della lava. Miracolose come la vita. Più ispirata a filosofie orientali è l'altra raccolta dal significativo titolo di "Metamorfosi", edita dalla bolognese ISMECA, che vede la luce nella collana di video-poesia contemporanea, Fonè. Qui il poeta si fa guru che guida al raggiungimento dell'atarassia, alla liberazione dai falsi bisogni, dalle angosce e dalla paura della morte, attraverso parole di capra semita. E i versi si fanno aforismi di antica saggezza, nella consapevolezza gioiosa che non siamo che parte del tutto, che la fine è il principio, che è bello "cominciare/ altrove/ sempre altrove /dove ci porta/ il vento". Che non c'è sogno più  (Da La Sicilia on line a cura di M.Allo)

 







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