OTTOBRE CALDO, PIOGGIA DI SCIOPERI
Data: Luned́, 06 ottobre 2008 ore 20:28:15 CEST
Argomento: Opinioni


Praticamente un clamoroso fallimento e uno scollamento della base che rifiuta i proclami di chi chiama alla mobilitazione su slogan altisonanti e catastrofisti.
La bontà o opportunità di sciopero si misura poi alla conta successiva delle adesioni e se risulta avventato o intempestivo si ritorce contro chi lo ha proclamato.
La causa di tutto ciò sta nella norma protetta dalle organizzazioni sindacali, le quali non accettano la proposta di dichiarare in anticipo l’adesione allo sciopero e dalla formula inflazionata della comunicazione che la scuola ha il dovere di trasmettere “a causa dell’annunciato sciopero non si potrà garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico”.
Tale formula è ormai consolidata come annuncio di sospensione delle attività didattiche e quindi: vacanza.
Con tutto il rispetto del diritto allo sciopero, perché tale norma che si riscontra anomala ed offensiva anche nei confronti di chi aderendo allo sciopero, subisce la decurtazione dello stipendio, non viene modificata?
Perché non viene altrettanto garantito il diritto di chi non sciopera a svolgere regolarmente il proprio servizio e modificare l’orario scolastico solo delle classi dove sono figurano gli aderenti allo sciopero?
Nel mondo variegato della scuola un giorno leggero, con pochi alunni e poche ore è piacevole e fa comodo.
Ecco perché le cose non devono cambiare!
E’ stata inoltrata al Ministero ed al Dott. Leone della Direzione regionale che emana la circolare dello sciopero la richiesta di modificare la formula che accompagna l’avviso di sciopero e si rinnova ai sindacati la richiesta di voler intervenire per modificare le disposizioni vigenti in materia di scioperi e di assemblee, almeno per il comparto scuola, che non è assimilabile a quello aziendale.

Le conseguenze di tutto ciò stanno nel fatto che gli studenti della scuola secondaria, già carichi di mille distrazioni, rallentano ulteriormente lo svolgimento dell’attività didattica ed il percorso formativo risulta sempre più povero ed inadeguato.
Per le scuole primarie il disagio ricade essenzialmente sui genitori, i quali, tenendosi i bambini in casa o spendendo i soldi per le baby sitter non esprimono certamente solidarietà alle motivazioni dei docenti che scioperano.
Tra i motivi degli scioperi programmati c’è anche la riduzione delle ore di scuola, ma, che tanti ragazzi fanno vacanza, mentre i professori sono presenti a scuola e non fanno lezione perché senza o con pochi alunni, forse stavolta non è tutta colpa del Ministro Gelmini.

Giuseppe Adernò presidente ASASI Catania
Associazione Scuole Autonome





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