ROMA. Dopo l’annuncio del leader della Cgil, Guglielmo
Epifani, anche il segretario generale della
Cisl, Raffaele Bonanni, si è detto pronto a scendere
in piazza; ieri la Flc-Cgil ha avviato le procedure
per la proclamazione dello sciopero e pure
la Uil scuola ha già attivato le procedure di conciliazione
previste dalla legge. Il ministro Gelmini
però invita a riflettere e assicura che "il confronto
è ancora aperto". "Se non si vuole che la Cisl
faccia lo sciopero - ha ribadito Bonanni in occasione
della manifestazione dei quadri e dirigenti
che si è tenuta stamani a Roma - il governo si
faccia sentire con un nuovo programma per la
scuola che deve essere una scuola di tutti". E già
spunta una data per l’adunata generale: il 31 ottobre.
La propone la Gilda degli insegnanti.
"Non è possibile individuare una data precedente
- spiega il coordinatore nazionale Rino Di
Meglio - a causa degli scioperi proclamati da organizzazioni
minori. Ma non si può in alcun modo
procrastinare ulteriormente un’iniziativa resasi
indispensabile anche alla luce delle ultime dichiarazioni
del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. La posizione del Governo è di totale
chiusura nei confronti dei sindacati e, in queste
condizioni, i margini per il dialogo e la contrattazione
sono inesistenti".
Per il segretario generale della Cisl scuola, Francesco
Scrima, lo sciopero "costituisce lo sbocco
naturale e inevitabile della grande mobilitazione
e di tutte le iniziative dei nostri territori per contestare
e contrastare l’odiosa manovra del Governo,
che destruttura la scuola pubblica e mette a rischio
il diritto allo studio e la qualità dell’istruzione;
il lavoro e il grande patrimonio professionale
del personale; il futuro delle giovani generazioni
e di tutto il paese". E pure la Uil scuola si accinge
a dare battaglia. "Il confronto sul piano programmatico,
che interviene sull’intero sistema
scolastico, si è limitato, fino a ora, a una informativa.
Ci sono molti aspetti - dichiara il segretario
generale, Massimo Di Menna - che hanno bisogno
di essere rivisti, riguardano direttamente la
qualità della scuola e le ricadute sul lavoro del
personale". "Il governo è pronto e aperto al dialogo
con le forze più riformiste del sindacato. Certo,
su alcune scelte questo esecutivo, che decide,
ha le idee chiare e le vuole mettere in pratica nell’interesse
della scuola e del futuro, ma il confronto
per noi è ancora aperto" ha commentato il ministro Gelmini auspicando che il sindacato "rifletta
e si possa evitare uno sciopero generale che
non sarebbe utile al Paese, a fronte di sondaggi
che vedono e registrano il parere positivo della
maggioranza dei cittadini".
Intanto le contestazioni contro la riforma Gelmini
sono proseguite anche ieri. A Genova, davanti
al Salone Nautico, hanno manifestato oltre
un centinaio di insegnanti e genitori, con blocchi
del traffico auto, girotondi, slogan e canti a difesa
della scuola pubblica. A Torino un colorato e allegro
corteo di oltre 30.000 persone, tra mamme,
bambini anche di 3-4 anni con fischietti e bandiere,
insegnanti, cittadini comuni, ha percorso il
centro storico. A Pontedera bambini, genitori e insegnanti
hanno sfilato per le vie del centro e a Roma,
nonostante la pioggia battente, ennesimo
sit-in sotto il ministero organizzato dalla Rete
degli studenti.
GIORGIO FUMAGALLI (da www.lasicilia.it)