PERCHE' GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE GUADAGNANO DI PIU' DEGLI ALTRI DOCENTI
Data: Sabato, 04 ottobre 2008 ore 16:25:41 CEST
Argomento: Comunicati




  Per comprendere le cause che hanno portato alla
 presunta disparità a favore di 12 mila insegnanti di Religione occorre
 partire dal 1980. L'accavallamento di una serie di normative, con tutta
 probabilità non adeguatamente coordinate, ha consentito agli assunti di
 Religione di partire con uno stipendio più alto anche del 10 per cento
 rispetto agli altri insegnanti nelle medesime condizioni.

 Ventisette anni fa, una serie di contorsioni dell'ordinamento giuridico
 italiano ha comportato un indubbio vantaggio per i neoassunti di
 Religione. Nel 1980 vennero concessi loro scatti di stipendio maggiori
 poiché la loro condizione era quella di "precari sine die", pagati dallo
 Stato italiano ma senza poter godere dei meccanismi riguardanti i colleghi
 di ruolo.

 Nel 2003 l'allora ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, indisse il
 primo concorso della storia repubblicana per assumere definitivamente 15
 mila insegnanti di Religione. E poco prima di passare la mano al
 centro-sinistra, nel febbraio 2006, il governo Berlusconi stabilì che gli
 incrementi stipendiali di cui avevano goduto i precari di Religione prima
 di entrare di ruolo venivano conservati anche dopo.
 Così quello che per i prof di Religione era un handicap (il precariato a
 tempo indeterminato stabilito dal Concordato Stato-Chiesa) si trasformò in
 un vantaggio. Basta fare due conti per comprenderne gli effetti. Un prof
 di Religione con otto anni di anzianità, neppure troppi per i precari
 della scuola, ad inizio carriera percepisce uno stipendio del 10 per cento
 più consistente rispetto ai colleghi delle 'altre materie'.






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-12352.html