Scuola, giovedì a Roma 'No Gelmini day' I Cobas: il 17 ottobre sciopero generale
Data: Venerdì, 03 ottobre 2008 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Concerti, sit-in, dibattiti e, nella «G.B. Basile» a Torre Angela, persino «una notte bianca a scuola», sono solo alcune delle iniziative annunciate da più di venticinque scuole romane sul blog «No al maestro unico», diventato il punto di riferimento virtuale della protesta degli istituti romani contro la riforma Gelmini. «Bisogna dare vita a uno sciame di proteste diffuse», aveva detto il coordinamento «Non rubateci il futuro» dei genitori e insegnanti della Iqbal Masih, dove qualche settimana fa si era svolto un presidio di genitori e insegnanti contro lareintroduzione del maestro unico. E le scuole hanno risposto. 

Comincia giovedì mattina l'istituto elementare di Trastevere «Trento e Trieste», con un corteo di bambini, docenti, genitori e giovani precari che si fermeranno per un sit-in davanti al ministero dell'Istruzione. Poi nel pomeriggio le iniziative della Iqbal Masih assieme ad altre scuole a cui parteciperanno soprattutto gli alunni, coinvolti nel binomio «divertimento e protesta», come la catena umana «di protezione alla scuola» nell'istituto elementare «G.B. Vico», a Roma Nord. Una giornata interminabile fatta anche di slogan e striscioni per dire no al maestro unico e alla reintroduzione del tempo pieno, che terminerà con le ore piccole nella «notte bianca» della scuola elementare Basile, in cui confluiranno anche i manifestanti della Iqbal, per dibattiti e concerti. 

«Ci aspettavamo tutte queste adesioni - ha commentato soddisfatta  Salacone - ma è soprattutto la modalità con cui il ministro sta agendo che fa discutere. La scuola si cambia con una proposta di legge, non con un decreto legislativo che prima o poi sarà approvato a colpi di maggioranza». La protesta uscirà anche fuori dai banchi di scuola per arrivare nelle aule universitarie dell'Università di Roma Tre, nella Facoltà di Scienze della Formazione, che aderirà alla con striscioni.

Il consiglio regionale del Lazio boccia la riforma Gelmini. Il Parlamento regionale, presieduto da Guido Milana, ha approvato amaggioranza una mozione che impegna il presidente della giunta Piero Marrazzo e l'assessore all'Istruzione Silvia Costa a «rappresentare al ministro della Pubblica istruzione la forte contrarietà della Regione Lazio ai tagli decisi dal governo per quanto riguarda la scuola pubblica». Ad essere sotto accusa, in primis, la «drastica riduzione della qualità e quantità dell'offerta educativa da parte delle scuole elementari determinata dall'introduzione del maestro unico». Il provvedimento impegna il presidente e l'assessore anche «ad affidare all'osservatorio regionale permanente per il dimensionamento scolastico il monitoraggio dell'offerta educativa nelle scuole elementari» della Regione, per «evidenziare tutte le criticità che si determinano nel corso dell'anno scolastico e a sviluppare ogni iniziativa utile, anche di concerto con altri enti ed istituzioni locali, con i rappresentanti degli istituti scolastici e dei genitori per garantire l'esercizio del diritto allo studio in tutte le scuole laziali».

Si allarga, intanto, la protesta dei sindacati: Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas della scuola, annuncia che il dissenso verso le politiche scolastiche del governo sta dilagando: «Ogni giorno che passa - dice Bernocchi - si allarga in tutta Italia la protesta contro la distruzione della scuola pubblica, i tagli devastanti di posti di lavoro, classi, orario, il maestro unico». Bernocchi parla di «migliaia di assemblee partecipatissime, sit-in e occupazioni di scuole, a cui partecipano docenti e Ata, ma anche studenti, genitori e cittadini comuni». I Cobas chiamano a raccolta «tutto il popolo della scuola pubblica» per lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del 17 ottobre, contro «la distruzione e la messa in ridicolo di una scuola che, al puro fine di risparmio aziendale, si vuole ridurre a un parcheggio, produttore di ignoranza e superficialità. La manifestazione del 17 - conclude Bernocchi - dimostrerà la forza e la presenza numerica dei difensori di un'istituzione che deve essere fonte di formazione adeguata di cittadini in grado di leggere il mondo da soli, e non succubi impotenti e ignoranti dei grandi poteri». 

da Il Messaggero







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