LA SCUOLA DEL SUD AL BANCO DEGLI IMPUTATI
Data: Marted́, 30 settembre 2008 ore 15:09:46 CEST
Argomento: Opinioni


LA SCUOLA DEL SUD AL BANCO DEGLI IMPUTATI

   C’è un turno per ogni evento, persona o cosa. C’è un turno per la politica, per l’impresa, per la chiesa, per…per… Alla fine di ogni estate si ripresenta puntualmente, tra polemiche e novità, il turno della scuola. Addirittura, quest’anno una bufera si sta abbattendo sul mondo della scuola ed in maniera particolare sulla scuola del Sud Italia. Per essere più precisi sui professori del Meridione. Tanto da essere considerati incapaci di fare una scuola adeguata agli standard nazionali ed internazionali e formatori di generazioni di somari. In pratica, professori squalificati, se non addirittura ignoranti.
   Numerosi sono stati gli articoli stampati sui migliori quotidiani del nostro bel Paese dalla Repubblica al Corriere della Sera, da altri quotidiani di tiratura nazionale, regionale e locale.
   La Gelmini, ministro pivellino, sentenzia a destra ed a manca valutando erroneamente l’operato di chi da lunghissimi anni dedica capacità, risorse, energie, competenze e professionalità al mondo della scuola. La Ministra farebbe bene ad occuparsi ed ad intervenire in materia di diritto e giurisprudenza che sono il campo della sua specializzazione, anziché bacchettare su un mondo a lei del tutto estraneo. E’ meglio che prima vada, per lo meno, ad aggiornarsi leggendo sia pure le statistiche pubblicate dallo stesso INVALSI che raccoglie i risultati di rilevazione internazionali sugli apprendimenti in Paesi diversi. Pare che dalle tabelle pubblicate, l’Italia raggiunge con il 9% l’eccellenza di studenti al di sopra della media internazionale che si posiziona intorno al 7%. E’ vero che dalle medesime statistiche emerge che gli studenti del Sud raggiungono i livelli più bassi, però non si accorge, leggendo attentamente, che questi risultati riguardano quella fascia di età adolescenziale che tocca in primo luogo la Scuola secondaria di I° grado e non tutte le Scuole.  Purtroppo, tocca a questo arco di età fare cattiva figura a motivo dei “quindicenni” che vengono ripetutamente bocciati sia alla scuola “media” sia agli Istituti professionali. C’è da aggiungere ancora che, nel Mezzogiorno, le scuole legate al mondo del lavoro – vedi gli Istituti tecnici e professionali – soffrono per la mancanza di contatti diretti con le realtà lavorative e imprenditoriali, presenti nel Nord Italia e assai carenti nel Meridione.
   Faccio presente alla Ministra che gli alunni del Liceo (Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre CT) dove io insegno hanno superato, già alla prima prova, il test d’ingresso delle migliori Università italiane dalla Normale di Pisa alla Cattolica di Roma e Milano e così via. Non solo. Gli studenti della mia scuola, lo scorso anno, hanno partecipato al Festival del turismo scolastico di Lignano Sabbiadoro organizzato dal TCI e patrocinato dal Ministero della pubblica istruzione, ricevendo una menzione speciale; ad uno stage al Politecnico di Milano, a cui sono stati ammessi studenti del Sud con il primato dell’eccellenza della Puglia che ha superato la stessa Lombardia, regione ospitante; alle finali italiane dei campionati internazionali dei giochi matematici, promossi dalla Università Bocconi-Centro Pristem di Milano raggiungendo esiti brillanti. Senza trascurare, poi, che i tanti luminari delle Università e dei Policlinici italiani provengono dal Sud, come pure i numerosi docenti che occupano le cattedre d’insegnamento del Nord.
   Venga pure la Ministra nel mio Liceo – nel mio Liceo come per dire nelle scuole del Mezzogiorno d’Italia - a visitare i numerosi laboratori funzionanti ed i molteplici progetti condotti con egregia professionalità da docenti che spesso sacrificano abbondante tempo per i figli e la famiglia per uno stipendio da fame! Se volesse, venga anche ad ispezionare i contenuti che i docenti del Sud insegnano, nel rispetto dell’autonomia scolastica e degli standard nazionali prestabiliti. Con strumenti informatici e linguaggi multimediali che consentono ai nostri studenti, che scelgono di vivere qualche anno di studio all’estero nell’ambito dell’interculturalità, di non sfigurare nei confronti dei loro coetanei stranieri.
   Se qualche scuola non funziona o non raggiunge  gli esiti sperati, certamente non è a causa del Corpo docente! C’è da chiedersi, piuttosto, il perché. Invece di giudicare e denigrare.
   Inoltre, la Ministra dimentica facilmente i tagli apportati, in questi ultimi anni, dalla politica economica del Governo italiano al settore della Scuola, della Ricerca e dello Sviluppo ed alla crescente insensibilità degli Enti e delle Imprese territoriali e regionali. Questi considerano la Scuola improduttiva ed i docenti una categoria di fannulloni. Condivido a tal proposito l’intervento mirato del ministro Brunetta di riprendere chi non adempie il proprio dovere. Però stia attento a non fare di tutta l’erba un fascio!
   Ancora, non sono da trascurare i disservizi degli Uffici del Ministero, dalla Gelmini stessa capeggiato, che impediscono alle segreterie scolastiche d’inviare la ricostruzione di carriera degli immessi in ruolo da qualche anno perché possano percepire lo stipendio loro spettante.
   Cara Ministra, se vogliamo ancora – perché ci crediamo entrambi – una Scuola democratica e qualitativamente superiore, sediamo insieme al tavolo di lavoro. Guardandoci con trasparenza negli occhi e confrontandoci reciprocamente sui problemi seri che toccano la Scuola. Collaboriamo vicendevolmente per il futuro dei nostri giovani, dei nostri figli, della nostra Italia senza offendere chi si guadagna dignitosamente ed onestamente il pane con il sudore della propria fronte!

                                        Vincenzo Grasso






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