SCUOLA, VELTRONI: GOVERNO CREA DISUGUAGLIANZE
Data: Luned́, 29 settembre 2008 ore 22:39:19 CEST
Argomento: Comunicati


Scuola, Veltroni: governo aumenta diseguaglianze
Insegnanti e genitori: il 2 ottobre "no Gelmini day"

 

di Vincenza de Iudicibus
ROMA (29 settembre) - «Il progetto di riforma della scuola voluto dal governo lascia a piedi i bambini più poveri, accresce le diseguaglianze sociali. E' un nostalgico ritorno a classi in cui hanno tutti lo stesso grembiule, ma sono negate a tutti le stesse possibilità». E' netta la critica che il segretario del Pd Walter Veltroni muove alla riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. L'occasione è la manifestazione "Salviamo la scuola" al Teatro Capranica di Roma, dove il leader del Pd ha incontrato professori, associazioni scolastiche, studenti e genitori. Che intervenendo prima di lui hanno riversato la propria rabbia contro la reintroduzione del maestro unico, la riduzione del tempo pieno, i tagli alle risorse e al personale scolastico previsti dalla riforma dell'Istruzione. Tutti uniti nel dire no a una «scuola che più che al ritorno del maestro unico punta a ripristinare il pensiero unico, che vuole formare i nostri ragazzi con le fiction in tv, che in sostanza non vuole far crescere dei cittadini, ma dei consumatori».

Un'insegnante: maestro unico per un mese. E' Caterina Silo, insegnante all'Istituto comprensivo Italo Torsiello di Roma, ad aprire il ciclo di interventi nella sala del teatro Capranica stracolma: «Il ministro ha voluto farci credere che dietro la riforma ci fosse un progetto pedagocico - tuona - secondo noi c'è solo la volontà di uccidere il senso critico dei bambini. Se la scuola fosse solo leggere e scrivere potremmo già chiuderle, a scuola si fa altro». La sua proposta, per tutti i docenti, è quella di attuare per un mese l'esperimento del maestro unico: «Vedremo se dopo un mese i genitori saranno soddisfatti», dice. Poi è la volta di Sofia Toselli del Centro iniziativa democratica insegnanti (Cidi): «Perché non si eliminano tutte le specializzazioni? - dice provocatoriamente - Si passi anche al medico unico. La verità è che per il ministro Gelmini la scuola è un'infrastruttura che costa troppo».

Il 2 ottobre No Gelmini day. E' un fiume in piena Simonetta Salacone, dirigente scolastica del 126° circolo Iqbal Masih, la scuola elementare nella quale si è svolto un presidio di genitori e insegnanti per protestare contro la riforma Gelmini. Attacca il ministro: «Come può dire che i precari non siano un suo problema?». E invita a raccogliere il dissenso del mondo della scuola: «Ho scritto una lettera aperta al ministro e poi ai docenti per dire che la scuola è delle persone che ci vivono dentro, dei cittadini». Riccardo Assazi, uno dei genitori che ha partecipato alla protesta, invita tutti a partecipare, il 2 ottobre, al "No Gelmini day", iniziativa che trova il consenso dimolti insegnanti. Luca Dezolt, della Rete degli studenti medi, chiude denunciando l'emergenza "ballismo" e annunciando una manifestazione nazionale per sabato e invita a partecipare per smontare il teatrino "Berlusconi-Tremonti-Gelmini".

Fioroni: credere e obbedire è la scuola di Gelmini. Anticipa l'intervento del leader del Pd l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni che attacca: «Non si può riformare qualcosa che non si conosce e che non si ama. E se per Tremonti la politica è "dio padre e famiglia" per la scuola di Gelmini non può diventare "Credere e obbedire". Ci vogliono più risorse e spese meglio. E invece ai 75mila precari che dovevano essere stabilizzati nel giro del quinquennio se ne aggiungeranno altri 150mila. E poi - continua Fioroni - come si fa a mantenere il tempo pieno con il maestro unico e 24 ore di lezione a settimana?» Inadeguata, impoverita e invecchiata, sono queste, secondo Fioroni, le tre "I" della scuola di Gelmini.

Veltroni: la paura alimento della destra. Davanti a centinaia di esponenti del mondo della scuola, Veltroni inizia il suo intervento affermando che «il nostro è un Paese che sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia: disoccupazione, rincari delle bollette, la situazione internazionale di grande instabilità. Si ha la senzazione che domani sarà peggio di oggi - dice - e soprattutto si ha paura», quella paura che per il leader del Pd è uno degli alimenti di cui si nutre la destra. Poi comincia l'attacco a Gelmini: «Tremonti ha deciso che ci vogliono tagli per 8 miliardi e il ministro sta lavorando per questo. Il destino dei precari non interessa, devono andare a formare le guide turistiche dice Gelmini, facendo un affronto a quanti hanno speso anni e anni in formazione». Veltroni dice di aver pensato a Don Milani, alla sua logica inclusiva e alla lotta contro le diseguaglianze: «Occorre pensare a questo quando si parla di scuola. Ancora lottare per evitare che il figlio di un contadino resti escluso».

Autonomia e Valutazione sono le parole d'ordine della scuola del Pd: «Con i tagli rischiano di scomparire le scuole nei piccoli comuni, 500 solo in Sicilia - continua Veltroni - Nessuno ha pensato a come quei bambini dovranno spostarsi in altri comuni, alle spese aggiuntive ma anche agli insegnanti che si troveranno di fronte non più classi da 20 ma da 30 bambini».

Precari. E nessuno, dice Veltroni, pensa ai precari, «la maggior parte delle quali sono donne, che oltre a non vedere la possibilità di inserimento nel settore vedranno i loro figli uscire prima; per cui solo chi potrà permetterse di avere qualcuno che vada a prendere i figli a scuola potrà manternere il proprio lavoro». Secondo il leader del Pd il governo ha attaccato l'unica scuola che funziona, quella elementare, che nelle statistiche Ocse Pisa risulta tra i livelli migliori.

Voto in condotta. Poi Veltroni affronta il tema del voto in condotta: «Frutto di una politica che si basa sui risultati dei sondaggi: cosa piace agli italiani? Il voto in condotta, il grembiule? Una politica che spaventa. Come fare a recuperare un bullo bocciato per la condotta - sottolinea - la soluzione del problema non è il voto sulla condotta, ma è difficile da far capire a chi attua una politica basata solo sui sondaggi».

«No a un destra che educa con la tv». La soluzione, per Veltroni, è quella di lavorare a un patto educativo tra sinsegnanti e genitori: «Dire non una destra che vuole educare con la tv».

La contestazione. E' dopo questa frase che gli applausi scroscianti per il leader del Pd hanno lasciato posto all'urlo di un contestatore: «Lo dici proprio tu che hai fatto l'accordo con loro su Petruccioli!», ha gridato Marco Quaranta, insegnante di violino mostrando un articolo di Repubblica datato 23 settembre dal titolto: "Rai, Veltroni Rilancia Petruccioli". Veltroni ha risposto che l'augurio è che in commissione di vigilanza la maggioranza rispetti la scelta del candidato dell'opposizione, Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori. E prendendo il contestatore per un grillino ha aggiunto: «Dovunque vado faccio sempre la stessa domanda e cioè: dov'è finito Grillo? Da quando c'è la destra in Italia è sparito». Applausi dalla platea, ma il contestatore non si ferma e grida: «Io non sono uno di Grillo, sono un iscritto al Pd». E Veltroni, che di scuola ed educazione aveva parlato fino a poco prima ha ribattutto: «E allora la prima cosa che devi imparare è la buona educazione...». Il contestatore si placa solo quando dal pubblico qualcuno si alza e gli dà uno spintone, invitandolo a tacere.

«Rompere il circolo Tremonti-Gelmini-Parlamento». In chiusura il leader del Pd snocciola alcuni dati: un bambino su 5 in Italia è in una condizione di povertà di conoscenza, 144mila sono i bambini che lavorano. «Questi sono i dati, se il governo e il ministro vogliono ascoltare, e rompere il circolo per cui Tremonti decide i tagli, Gelmini esegue e il Parlamento ratifica».






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