dal sito de " Il Tempo " del 29.9.08
di Carlo Lottieri
Parità scolastica tra istituti pubblici e privati: perché non è giusto essere obbligati a finanziare una scuola ormai scadente (si vedano i dati Ocse Pisa) e perfino avversa ai propri valori.
Sul tema nei giorni scorsi è intervenuto anche il Santo Padre, ma nessuno ne ha raccolto le parole.
La Cgil sposa invece posizioni conservatrici perché le sta a cuore unicamente la situazione degli insegnanti, senza distinguere tra chi lavora bene e chi non fa nulla
Riforme nella direzione del privato obbligherebbero a cambiare professione quanti sono inadatti all'insegnamento, introdurrebbero premi e sanzioni, darebbero centralità allo studente.
Lo scandalo diquei docenti che puntualmente si ammalano durante la prima settimana di gennaio verrebbe presto superato e l'insieme della scuola uscirebbe dalle logiche burocratiche in cui è imprigionata.
Sul tema del "buono scuo-la" e sulla necessità di mettere sullo stesso piano gli istituti pubblici e quelli privati l'attuale ministro, Mariastella Gel mini, non si è ancora pronunciato.
Finora ha compiuto alcune scelte giuste (il ritorno al maestro unico), altre di rilievo limitato (la questione del grembiule o. il restauro del voto di condotta), altre ancora discutibili (come nel caso dell' ora di educazione civica).
Ma è evidente che la "riforma delle riforme" riguarda la creazione di un vero pluralismo, che dia spazio a istituti di diverso orientamento e apra alla concorrenza.
E su questi temi che i sindacati dovrebbero incalzare il ministro, perché solo con tali riforme è possibile dare dignità alla professione dei docenti.
Una scuola che si dirigesse verso il mercato saprebbe eliminare gli sprechi e allontanare i docenti incapaci, così anche da poter retribuire meglio quanti lo meritano.
È anche chiaro che intraprendere questa strada vorrebbe dire superare quell'egualitarismo che oggi porta un docente di matematica o italiano (che hanno lezioni da preparare e compiti da correggere) a ricevere lo stesso stipendio del collega di educazione fisica.
Se oggi la Cgil appare incapace di servire il Paese e continua a sostenere posizioni indifendibili, molto dipende dall'ideologia-
Ma spesso si ha la sensazione che, oltre a ciò, sia possibile riconoscere anche il cinismo di posizioni semplicemente corporative, che antepongono gli interessi di un piccolo gruppo ai diritti della società nel suo insieme.
dal Sole 24 ore
Napolitano, «I tagli alla spesa sono inevitabili»
di Nicoletta Cottone
Nessuna parte politica può negare che la spesa per la scuola in Italia deve essere ridotta, ma questo non può andare a scapito della qualità del servizio. L'obiettivo, anzi, deve essere quello di migliorare la qualità dell'insegnamento. é questo, in sintesi, il messaggio forte lanciato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano alla cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2008/2009 che si è svolta al Quirinale.
«Per avere un'Italia migliore dobbiamo avere una scuola miglio» ha detto il presidente della Repubblica. «Le condizioni del nostro sistema scolastico - spiega Napolitano - richiedono scelte coraggiose di rinnovamento: non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell'esistente».
Per il rinnovamento della scuola, però, non si tratta di ripartire da zero ogni volta che con le elezioni cambia il quadro politico. «Naturalmente – ha spiegato il Capo dello Stato - chi ha avuto dagli elettori e dal Parlamento il mandato di governare può esprimere tutte le idee e le esigenze nuove» che ritiene.
Ma si può ripartire dalle analisi presentate un anno fa nel «quaderno bianco, una delle analisi più approfondite e ricche che siano state prodotte su questa materia».
Giorgio Napolitano ha richiamato tutti al senso di responsabilità per «ridurre a zero nei prossimi anni il deficit pubblico, per incidere sempre di più sul debito accumulato nel passato. Nessuna parte sociale e politica può sfuggire a questo imperativo ed esso comporta, inutile negarlo, un contenimento della spesa per la scuola».
L'obiettivo deve però restare quello di migliorare la qualità del servizio. Il presidente Napolitano ha esortato maggioranza e opposizione a uno sforzo di maggiore serenità nel confronto in Parlamento e tra Governo e parti sociali.
«Si discutano con spirito aperto tutte le diverse soluzioni che ciascuna parte ha il diritto di proporre e ha il dovere di prospettare in termini positivi e coerenti.
Poi Napolitano aggiunge: «Compiano tutti uno sforzo per evitare contrapposizioni pericolose».