SCUOLA, SÌ ISPEZIONI
Data: Domenica, 28 settembre 2008 ore 22:07:04 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Qualche studioso incomincia a sollevare dubbi sulla validità dei test Ocse-Pisa, che hanno bocciato la scuola italiana, ma che sono simili a quelli per accedere all’Università e a cui la nostra didattica non è abituata, protesa com’è all’umanesimo e di cui l’esempio più immediato è il classico tema che altrove non è nemmeno pensato. Per questo forse bisognerebbe riflettere meglio sugli esiti della nostra istruzione e puntare su due fattori essenziali: l’aggiornamento e le ispezioni.

Il primo dovrebbe essere un diritto-dovere dell’insegnante per il semplice fatto che i saperi e i metodi sono in continua evoluzione, insieme ai modelli della società e alla sua economia, per cui il Miur dovrebbe prevedere corsi periodici a cui nessuno può sottrarsi.

Sulla importanza delle ispezioni non crediamo ci siano dubbi, considerato fra l’altro che l’autonomia didattica e amministrativa sta creando, non solo oasi di confusioni ma anche paradisi di sprechi di cui i convitati più appariscenti sono i progetti, intorno a cui finora non è stata fatta una ricognizione scientifica.

In entrambi i casi tuttavia occorrono fondi benché la ministra Gelmini affermi che è sua intenzione "estendere la detrazione Irpef dal 19% fino al 50%, innalzando dunque il beneficio possibile per i docenti da 95 a 250 euro l’anno" per l’auto-aggiornamento. Tutto questo in funzione del premio ai più bravi ai quali andrebbero pure 7.000 euro l’anno, ma per soli 250 mila prof e a partire dal 2012, se non ci saranno problemi e quando il corpo docente dovrebbero essere ridotto a 644 mila unità.

Nello stesso tempo lo Snals propone il ricambio generazionale, sostituendo i docenti più anziani coi giovani delle graduatorie, insieme a un "organico funzionale pluriennale che possa far fronte, sia alle esigenze didattiche, sia alle supplenze brevi" al fine di risparmiare qualche miliardo, accontentando il Governo che sta puntando pure alla soppressione del 5^ anno delle superiori e dei corsi per Ragionieri, dopo avere ripristinato il maestro unico. A questo proposito la conferenza dei presidi di Scienze della formazione degli Atenei italiani ha espresso "netto dissenso perché non ha una giustificazione pedagogica".

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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