Qualche studioso incomincia a sollevare dubbi sulla validità
dei test Ocse-Pisa, che hanno bocciato la scuola italiana, ma
che sono simili a quelli per accedere all’Università e a cui la
nostra didattica non è abituata, protesa com’è all’umanesimo
e di cui l’esempio più immediato è il classico tema che
altrove non è nemmeno pensato. Per questo forse bisognerebbe
riflettere meglio sugli esiti della nostra istruzione e
puntare su due fattori essenziali: l’aggiornamento e le ispezioni.
Il primo dovrebbe essere un diritto-dovere dell’insegnante
per il semplice fatto che i saperi e i metodi sono in
continua evoluzione, insieme ai modelli della società e alla
sua economia, per cui il Miur dovrebbe prevedere corsi
periodici a cui nessuno può sottrarsi.
Sulla importanza delle ispezioni non crediamo ci siano
dubbi, considerato fra l’altro che l’autonomia didattica e
amministrativa sta creando, non solo oasi di confusioni
ma anche paradisi di sprechi di cui i convitati più appariscenti
sono i progetti, intorno a cui finora non è stata fatta
una ricognizione scientifica.
In entrambi i casi tuttavia occorrono
fondi benché la ministra Gelmini affermi che è sua
intenzione "estendere la detrazione Irpef dal 19% fino al
50%, innalzando dunque il beneficio possibile per i docenti
da 95 a 250 euro l’anno" per l’auto-aggiornamento. Tutto
questo in funzione del premio ai più bravi ai quali andrebbero
pure 7.000 euro l’anno, ma per soli 250 mila prof e a
partire dal 2012, se non ci saranno problemi e quando il
corpo docente dovrebbero essere ridotto a 644 mila unità.
Nello stesso tempo lo Snals propone il ricambio generazionale,
sostituendo i docenti più anziani coi giovani delle
graduatorie, insieme a un "organico funzionale pluriennale
che possa far fronte, sia alle esigenze didattiche, sia alle
supplenze brevi" al fine di risparmiare qualche miliardo, accontentando
il Governo che sta puntando pure alla soppressione
del 5^ anno delle superiori e dei corsi per Ragionieri,
dopo avere ripristinato il maestro unico. A questo proposito
la conferenza dei presidi di Scienze della formazione degli
Atenei italiani ha espresso "netto dissenso perché non ha
una giustificazione pedagogica".
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)