LA MORTE DI PAUL NEWMAN: ADDIO ALL'ULTIMO DIVO DI HOLLYWOOD
Data: Sabato, 27 settembre 2008 ore 21:14:23 CEST
Argomento: Redazione


- Nato e cresciuto nell'Ohio, vicino a Cleveland, Paul era figlio del proprietario di un negozio di articoli sportivi, a sua volta figlio di emigranti europei, e di una donna ungherese. Giovanissimo si è arruolato nella Naval Air Corp sperando di diventare pilota, ma non ci è riuscito per un problema alla vista. Nel 1949 ha sposato Jackie Witte ed è stato allora che ha deciso di intraprendere la carriera di attore; dal matrimonio sono nato tre figli, ma l'unico maschio, Scott, è morto nel 1978 per overdose. Dopo aver frequentato per meno di un anno la scuola d'arte drammatica della Yale University, Paul si è iscritto all'Actor's Studio di New York e ha debuttato nel 1953 in un teatro a Broadway in «Picnic», opera resa famosa dall'omonimo film. L'esordio cinematografico nel 1954 in «Il calice d'argento». Allora il The New Yorker scrisse: «Recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali».

Sposo' nel 1949 Jackie Witte: dal matrimonio nacquero tre figli, ma l'unico maschio, Scott, mori' nel 1978 per overdose.

Dopo aver frequentato per meno di un anno la scuola d'arte drammatica della Yale University, si iscrisse al famoso Actor's Studio di New York e debutto' nel 1953 in teatro a Broadway con Picnic, opera poco dopo resa famosa da un omonimo film.

Il debutto cinematografico di Paul fu difficile: nel '54 il suo esordio infatti non raccolse grandi consensi e per la propria interpretazione nel ''Calice d'argento'' pesarono duramente sulla carriera del giovane Newman i commenti delle critiche come quello del New Yorker che scrisse di lui: ''Recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali''.

Piu' apprezzata la sua interpretazione nel film ''Lassu' qualcuno mi ama'', nella parte del pugile Rocky Graziano, che lo catapulto' all'attenzione del grande pubblico.

Il 29 gennaio del 1958, a Las Vegas, convolo' in seconde nozze con l'attrice Joanne Woodward, alla quale e' rimasto accanto fino alla morte e dalla quale ha avuto tre figlie.

Paul recito' in piu' di un'occasione con la Woodward e la coppia era spesso al centro dei riflettori proprio per il loro legame cosi' forte e cosi' lontano dagli scandali hollywoodiani.

Negli anni '60 divenne una star: fu protagonista di alcuni fra i piu' grandi successi della storia del cinema, dalla ''Gatta sul tetto che scotta'' allo ''Spaccone'', da ''Intrigo a Stoccolma'' alla ''Stangata'' diventando una vera e propria leggenda del cinema.

Newman diresse la moglie come regista in diversi lavori come nella ''Prima volta di Jennifer'', nel film ''The Shadow Box'' e nello ''Zoo di vetro''.

Ma Paul Newman e' ricordato anche per la sua grande passione per le corse automobilistiche: nel 1979 partecipo' infatti alla 24 ore di Le Mans, guidando una Porsche 935 insieme a Rolf Stommelen e Dick Barbourn classificandosi secondo.

Successivamente corse per il Bob Sharp Racing Team, e vinse la 24 Ore di Daytona per la classe GT1, risultando il piu' anziano pilota di un team vincente per la competizione.

Con Carl Haas nel 1983 costitui' la Newman-Haas-Lanigan Racing, per corse in formula Indy, mentre per le corse nel Champ Car Atlantic Championship ha fondato insieme a Eddie Wachs la Newman Wachs Racing.

 A cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, diede vita in coppia con Robert Redford a due film memorabili: "Butch Cassidy", western malinconico e crepuscolare dall’indimenticabile colonna sonora di Burt Bacharach, e "La stangata", nel quale dimostrò di essere anche uno straordinario interprete di commedia brillante. Tutti lavori per i quali avrebbe tranquillamente meritato l’Oscar, che invece arrivò soltanto nel 1987 per "Il colore dei soldi", ideale sequel dello Spaccone, diretto da Martin Scorsese, dove il vecchio campione di biliardo faceva da maestro a un altro sex symbol, l’emergente Tom Cruise. Fu questa, unitamente a quella ottenuta nell’86 per la carriera, l’unica statuetta che Hollywood gli volle riconoscere, colmando in grave ritardo un vuoto scandaloso.







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