La percentuale complessiva dei respinti l’anno scorso fu
del 14,2% mentre quest’anno è stata del 16,2% con un incremento del 2% che fa
gongolare chi pensa che la scuola seria sia quella che non promuove. Nell’arco
di qualche anno la finalità principale della istruzione pare essersi capovolta e
si va imponendo il principio che il fallimento d’un ragazzo sia la vittoria
della scuola, di quella responsabile, scordando però che questa sentenza declina
pure la sconfitta dello Stato che non è in grado di curare tutti i suoi
cittadini, di dare loro la pari opportunità per affrontare il mondo.
Chi insegna sa benissimo che è assai più facile mettere un due o scrivere una
nota sul registro piuttosto che capire da dove nasce quel voto e quel rapporto.
E’ più semplice allontanare un ragazzo dalla scuola, anche se bullo, piuttosto
che indurlo a studiare, a fare il suo dovere, a essere rispettoso e a
raccogliere modelli positivi che la scuola propone. Sembra proprio che
l’insegnamento di quel "fazioso" don Milani non sia servito a nulla, né quell’altro
di don Bosco che raccoglieva i ragazzini per la strada e li portava a scuola.
Con ogni probabilità certi bombardamenti, denunciati anche dai professori,
stanno dando il loro frutto cosicché si preferisce tagliare l’albero invece di
innestarlo, sia perché costa meno e sia perché non crea stress. Dice Bacone: di
fronte ad una azione umana non si deve ridire, né piangere, né detestare ma
capirla. Compito della istruzione è proprio quello di capire, di educare e di
promuovere alla conoscenza e alla cittadinanza, intervenendo là dove perfino la
Costituzione indugia: la rimozione degli impedimenti che deprimono la formazione
del cittadino.
Ma la delicatezza di questo mestiere sta pure nella sua capacità
di elargire, oltre alla sapienza che contraddistingue una nazione, anche modelli
positivi che molto spesso le famiglie non sono in grado di garantire e chi abita
nei quartieri degradati delle nostre città lo sa perfettamente. Tuttavia la sola
istituzione formativa può fare poco se la politica non la sorregge, e non già a
parole o con i tagli delle cattedre o con pedagogismi astrusi, ma con l’esempio,
il rigore morale e imponendo la giustizia sociale che è altrettanto
irrinunciabile come la libertà e la democrazia.
PASQUALE ALMIRANTE (da
www.lasicilia.it)