LA GELMINI A PORTA A PORTA: ''NON CI SONO SOLDI PER AUMENTARE GLI STIPENDI AGLI INSEGNANTI''
Data: Luned́, 22 settembre 2008 ore 22:45:39 CEST
Argomento: Comunicati


Gelmini: «Non ci sono soldi per aumentare
gli stipendi degli insegnanti»

 

ROMA (22 settembre) - «Non ci sono soldi, se non si risparmia». Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini risponde così a Porta a porta a Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil, che le chiedeva chiarimenti sugli aumenti  di stipendio agli insegnanti

«L'Italia - ha spiegato il ministro - è un Paese che ha un enorme debito pubblico, il governo Berlusconi sta cercando di applicare il principio del "buon padre di famiglia": spendere solo in base alle risorse disponibili». Quanto al rinnovo contrattuale della categoria Gelmini ha comunque precisato che la partita riguarda anche i ministri Tremonti e Brunetta. «È una vergogna - ha ribattuto Panini - risolvono il problema cannibalizzando alcuni insegnanti, per risparmiare e fare il contratto a chi rimarrà nel 2012».

«Non ci sono solo tagli in questa Finanziaria. Non abbiamo intenzione di chiudere le scuole di montagna, né di toccare il numero degli insegnanti di sostegno e di religione», ha poi affermato il ministro dell'Istruzione dell'Università. «Ma - ha aggiunto il ministro - ci sono i margini per effettuare dei risparmi, se non interveniamo andremo incontro a una bancarotta educativa. Non possiamo ignorare che ci sono diecimila classi con meno di dieci alunni (e a Como, come ha riportato la cronaca c'è ne è una con nove maestri) abbiamo più bidelli che carabinieri e alle superiori ben 900 indirizzi. I margini per utilizzare meglio il denaro dei cittadini - ha continuato il ministro - quindi ci sono. Purtroppo si sta diffondendo una cattiva informazione e di conseguenza allarmismo nelle famiglie».

Gelmini ha anche ribadito che intende recuperare aspetti della riforma Moratti che non è stata applicata dal precedente governo. Il ministro ha aggiunto ancora che «sovrastimare la possibilità della scuola di creare posti di lavoro è stato un errore colossale. Prima prendiamo coscienza della situazione difficile della scuola, prima - ha concluso - troveremo la forza come paese di affrontarla trovando una soluzione».

Il ministro ha poi difeso la scelta di tornare al maestro unico. «Il modulo, cioè tre insegnanti per due classi - ha spiegato durante la trasmissione Porta a Porta - è un'anomalia tutta italiana nata quando, diminuito il numero degli alunni, bisognava trovare un posto agli insegnanti. Grazie ad un migliore impiego dei professori - ha aggiunto - non solo non ridurremo il tempo pieno ma lo estenderemo. Le divisioni ideologiche sulla figura del maestro unico prevalente sono un allontanarsi dai problemi anche considerando che al maestro unico verrà affiancato un insegnante di inglese».

L'aggiornamento degli insegnati. Il ministro, sempre oggi, ha annunciato in una lettera aperta al mensile Tuttoscuola che ne ha diffuso i contenuti, la triplicazione dei fondi per l'auto-aggiornamento degli insegnanti. Oltre dunque ai compensi di merito (ricavati dai risparmi del 30% della manovra finanziaria) pari a 7 mila euro annui, il ministro ha in cantiere anche altre agevolazioni per i professori italiani. Facendo riferimento alla detrazione Irpef del 19% delle spese per l'auto-aggiornamento (fino a 500 euro) prevista dalla Finanziaria 2008, la Gelmini afferma che «l'intenzione è di estendere la detrazione dal 19% fino al 50%, innalzando dunque il beneficio possibile per i docenti da 95 a 250 euro l'anno».

Sindacati critici. «La catena di spot pubblicitari propinatici a più riprese dal ministro dell'Istruzione si è arricchita oggi di una nuova "perla" che ci lascia sconcertati e non fa altro che rafforzare la nostra volontà di reagire con forza e determinazione per contrastare un attacco insensato e spregiudicato contro la scuola». Lo afferma Francesco Scrima, segretario generale di Cisl Scuola. «Se la notizia riportata corrisponde al vero, il ministro anticipa il "generoso" proposito di distribuire "premi di produttività" dell'ordine di grandezza di 7 mila euro l'anno, a partire dal 2010/2011, a un numero di docenti inizialmente "più limitato" e progressivamente ad una percentuale più "rilevante", utilizzando risorse frutto di cannibalismo professionale e di macelleria sociale. Ovviamente - afferma Scrima - oscuri i criteri, le modalità e gli strumenti di individuazione dei destinatari del "beneficio", dovendo lo spot essenzialmente rispondere alle collaudate tecniche dell'effetto annuncio, tecniche finora sconosciute, per doveroso rispetto istituzionale, agli Uffici Stampa di viale Trastevere». Il ministro, conclude il sindacalista, «dovrebbe sapere che l'attuale assetto delle relazioni sindacali prevede che il trattamento economico del personale della scuola deve necessariamente passare attraverso il confronto negoziale».

Il Pd: dalla Gelmini solo tagli. «Trovo quantomeno singolari le nuove esternazioni del ministro Gelmini che assumono ancora una volta il carattere del proclama, che è cosa ben diversa dall'avere un progetto. Parlare di possibili premi di produttività da qui a tre o cinque anni è parlare di nulla, sono parole che trovano una spiegazione solo nella necessità di coprire gli errori fino ad ora compiuti facendo sventolare sotto il naso degli insegnanti un contentino». Lo afferma Maria Coscia, responsabile scuola del Pd. «Al danno si aggiunge la beffa - aggiunge - Non si sa a chi, come e con quali meccanismi si dovrebbero ripartire delle risorse che non ci sono. Si sparano delle cifre contando solo di fare colpo. Caro ministro - conclude Coscia - l'unica cosa sicura oggi sono i tagli».






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