ROMA. Dalle proteste tra i banchi di
scuola a quelle attorno al tavolo del
confronto tra il ministro dell’Istruzione, Gelmini, e i sindacati. Ieri, il titolare di
viale Trastevere ha presentato alle parti
sociali - associazioni, sindacati, coordinamenti
vari e istituzioni locali - il
piano programmatico dell’art.64 della
legge 133/08, con i conseguenti effetti
sul personale non docente e sulla scuola
primaria, dov’è prevista la riduzione
delle ore di insegnamento e il ritorno al
maestro unico affiancato da un esperto
di lingua inglese.
Un piano che prevede un taglio di
due miliardi di euro che, secondo il disegno
della Gelmini, dovranno essere
reinvestiti in formazione, nuove tecnologie
e premialità per i docenti. «Con
il passaggio al maestro unico - ha detto
il ministro ai sindacati - nella scuola
primaria ci saranno più docenti per aumentare
il tempo pieno del 50%». Nonostante
le rassicurazioni del ministro,
i sindacati restano insoddisfatti: al termine
della riunione di ieri hanno confermato
la mobilitazione del settore e
annunciato un autunno caldo.
Il maestro unico, l’inglese e il tempo
pieno. Nelle classi di scuola primaria,
oltre al maestro unico, che avrà un carico
obbligatorio di lezioni di 24 ore
settimanali a fronte del carico orario di
27-30 ore attuali dei docenti del modulo,
sarà affiancato un insegnante d’inglese.
Con il passaggio al maestro unico
nelle scuole ci saranno più insegnanti
che verranno reinvestiti nel
tempo pieno che, secondo il piano della Gelmini, aumenterà del 50%.
Sostegno e scuole di montagna. Gli
insegnanti di sostegno non vengono
tagliati e non saranno toccate le scuole
di montagna e quelle di rilevanza sociale.
Tuttavia, saranno analizzati caso per
caso i singoli istituti per valutare una
razionalizzazione del sistema visto che
in Italia ci sono più di diecimila scuole
con classi di meno di dieci studenti.
Salvaguardati livelli servizio e occupazionali.
Le scuole in aree disagiate saranno
tutelate e i livelli occupazionali
del personale a tempo indeterminato.
Individuazione costo standard. Dal
costo storico per alunno all’individuazione
del costo standard, cioè quello
che serve veramente eliminando eventuali
sprechi.
Scuola dell’infanzia. Reintrodotti gli
anticipi a due anni e mezzo previsti
dalla riforma Moratti e abrogati dal governo
Prodi.
Sezioni «primavera». Con uno stanziamento
di trenta milioni di euro per
il 08-09 e 50 milioni nel 09-10 viene
confermato e ampliato il servizio educativo
per i bambini tra i 2 e i 3 anni (attualmente
gestito dalle Regioni). Nelle
aree montane gruppi di bambini di 2-3
anni potranno essere inseriti nelle
scuole dell’infanzia.
Istituti comprensivi. Il piano intende
privilegiare il modello degli istituti che
riuniscono sotto un’unica presidenza
scuole dell’infanzia, elementari e medie.
Calano le ore alle superiori e gli
indirizzi di studio. Gli istituti tecnici
passeranno dalle 36 alle 32 ore la settimana
e i licei classici, scientifici, linguistici
e delle scienze umane da 33 a 30
ore. Sfoltita degli attuali indirizzi, specie
in istituti tecnici e professionali.
Più matematica e inglese al classico.
L’insegnamento della lingua straniera
sarà esteso al quinquennio. Corsi d’italiano
per gli stranieri. Il piano prevede
corsi pomeridiani e lezioni la mattina.
ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)