IL PIANO GELMINI. Meno ore, meno insegnanti, più polivalenti. Duro confronto ministro-sindacati: Le parti sociali confermano: sarà un autunno caldo
Data: Domenica, 21 settembre 2008 ore 01:12:31 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Dalle proteste tra i banchi di scuola a quelle attorno al tavolo del confronto tra il ministro dell’Istruzione, Gelmini, e i sindacati. Ieri, il titolare di viale Trastevere ha presentato alle parti sociali - associazioni, sindacati, coordinamenti vari e istituzioni locali - il piano programmatico dell’art.64 della legge 133/08, con i conseguenti effetti sul personale non docente e sulla scuola primaria, dov’è prevista la riduzione delle ore di insegnamento e il ritorno al maestro unico affiancato da un esperto di lingua inglese.

Un piano che prevede un taglio di due miliardi di euro che, secondo il disegno della Gelmini, dovranno essere reinvestiti in formazione, nuove tecnologie e premialità per i docenti. «Con il passaggio al maestro unico - ha detto il ministro ai sindacati - nella scuola primaria ci saranno più docenti per aumentare il tempo pieno del 50%». Nonostante le rassicurazioni del ministro, i sindacati restano insoddisfatti: al termine della riunione di ieri hanno confermato la mobilitazione del settore e annunciato un autunno caldo.

Il maestro unico, l’inglese e il tempo pieno. Nelle classi di scuola primaria, oltre al maestro unico, che avrà un carico obbligatorio di lezioni di 24 ore settimanali a fronte del carico orario di 27-30 ore attuali dei docenti del modulo, sarà affiancato un insegnante d’inglese.

Con il passaggio al maestro unico nelle scuole ci saranno più insegnanti che verranno reinvestiti nel tempo pieno che, secondo il piano della Gelmini, aumenterà del 50%. Sostegno e scuole di montagna. Gli insegnanti di sostegno non vengono tagliati e non saranno toccate le scuole di montagna e quelle di rilevanza sociale.

Tuttavia, saranno analizzati caso per caso i singoli istituti per valutare una razionalizzazione del sistema visto che in Italia ci sono più di diecimila scuole con classi di meno di dieci studenti. Salvaguardati livelli servizio e occupazionali. Le scuole in aree disagiate saranno tutelate e i livelli occupazionali del personale a tempo indeterminato.

Individuazione costo standard. Dal costo storico per alunno all’individuazione del costo standard, cioè quello che serve veramente eliminando eventuali sprechi.

Scuola dell’infanzia. Reintrodotti gli anticipi a due anni e mezzo previsti dalla riforma Moratti e abrogati dal governo Prodi. Sezioni «primavera». Con uno stanziamento di trenta milioni di euro per il 08-09 e 50 milioni nel 09-10 viene confermato e ampliato il servizio educativo per i bambini tra i 2 e i 3 anni (attualmente gestito dalle Regioni). Nelle aree montane gruppi di bambini di 2-3 anni potranno essere inseriti nelle scuole dell’infanzia.

Istituti comprensivi. Il piano intende privilegiare il modello degli istituti che riuniscono sotto un’unica presidenza scuole dell’infanzia, elementari e medie.

Calano le ore alle superiori e gli indirizzi di studio. Gli istituti tecnici passeranno dalle 36 alle 32 ore la settimana e i licei classici, scientifici, linguistici e delle scienze umane da 33 a 30 ore. Sfoltita degli attuali indirizzi, specie in istituti tecnici e professionali.

Più matematica e inglese al classico. L’insegnamento della lingua straniera sarà esteso al quinquennio. Corsi d’italiano per gli stranieri. Il piano prevede corsi pomeridiani e lezioni la mattina.

ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)







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