I docenti precari che fino ad oggi
non hanno riavuto la nomina
vorrebbero rivolgersi ad un legale.
Vi sarebbe infatti un movimento di
docenti rimasti senza lavoro anche
a livello regionale, che avrebbero
interpellato in merito il legale che
ha vinto «l’annosa battaglia» sul
punteggio attribuito ai docenti che
hanno prestato servizio in scuole
ubicate nei paesi di montagna,
ottenendo la doppia valutazione
del servizio. Ovviamente, se la
notizia risultasse veritiera sapremo
presto su quali basi verrebbe
impostato il ricorso. Pare che vi sia
una sentenza la quale dice che il
personale della Pubblica
Amministrazione dopo tre anni di
precariato debba essere immesso
nei ruoli, naturalmente, qualora vi
fosse, non sappiamo se detta
sentenza sia applicabile per il
personale precario della scuola.
Intanto, almeno fino ad ieri non
sono emerse novità su altri posti di
sostegno, il direttore generale Di
Stefano fa sempre pressioni presso
il Ministero asserendo che in Sicilia
molti alunni sono rimasti senza
docente di sostegno, addirittura,
come abbiamo pubblicato, sono
pervenute ben 460 richieste con
diagnosi funzionale accettata, per
cui la motivazione portata avanti
dal Direttore generale di avere altri
posti è ben consistente. Ma, i
precari, oltre all’azione del dott. Di
Stefano, sperano sempre in un
intervento dei politici.
Intanto, il
segretario provinciale della Flc-Cgil
Fasciana conferma che la
mobilitazione degli operatori
scolatici continua, addirittura per
tutto il mese di ottobre verranno
organizzate assemblee in tutte le
scuole, saranno coinvolti i consigli
comunale e provinciali trattandosi,
dice Fasciana, di un problema di
natura sociale.
Da parte sua il
segretario dello Snals Tempera
rileva che "la ricerca di possibili
economie non deve intaccare né la
qualità del servizio né la necessaria
tutela del personale che si realizza
con una sostanziale tenuta degli
organici. Tutte le manifestazioni,
compresa quella davanti alla
Direzione scolastica regionale di
Palermo, che la scuola militante sta
portando avanti mirano a
sensibilizzare l’opinione pubblica e
a convincere il Governo che la
scuola è un bene sociale della
comunità civile e,come tale, non
può essere considerata il luogo
dove reperire le risorse finanziarie
con i tagli sotto veste di riforme. La
scuola statale ha urgente necessità
di investimenti".
Comunque, i
docenti precari «a spasso» finora
hanno sentito «bei discorsi di
natura pedagogica e sociale sul
ruolo dell’insegnate di sostegno per
l’inserimento dell’alunno
diversamente abile, promesse a
destra ed a manca», ma la cosa
certa è che fino adesso sono senza
lavoro.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)