istanze di autonomia culturale e di
autogestione responsabile. La sinistra,
prima ancora che la destra completasse
l’opera, ha mostrato un’incapacità
culturale a capire i problemi, che Luigi
Berlinguer ha solo esaltato senza
neppure affrontarli, della formazione
culturale in una società massificata.
Se il Sud oggi appare privo di una
propria autorappresentazione, dipende
anche dalla violenta discriminazione
che i media nazionali e le istituzioni
culturali hanno mostrato nei
confronti dell’intellettualità meridionale.
Il silenzio del Sud è piuttosto l’effetto
della sordità e della supponenza
degli intellettuali-opinionisti che hanno
il monopolio di televisione e carta
stampata. Personalmente riesco a
scrivere solo su "La Sicilia", che ha
ospitato articoli "urlati" di critica alle
classi dirigenti del Sud e del Nord e,
purtroppo, non ho mai avuto nessun
riscontro. Sulla scuola e sulla penosa
riforma della Gelmini ho scritto più
volte in questi giorni; denunciando i
mali del Sud, ma tenendo presenti
anche quelli del Nord. Non mi pare
che i disastri nazionali che hanno decimato
i risparmi degli italiani siano
imputabili ai meridionali. Da quando
si parla di "questione settentrionale"
si stanno operando le più sciagurate
discriminazioni verso il Sud e il paese
è drammaticamente spaccato in due.
Dirigo una collana delle edizioni
Dedalo (Bari), in cui sono apparsi volumi-
inchiesta di denuncia sui rapporti
tra mafia e politica e sulla corruzione
nelle università italiane, ma
nessuno si è arrischiato a citarli. Se volete
parlare del Sud, evitate di farlo
nella tranquilla solitudine dei vostri
studi, lontani dalla realtà complessa di
questa parte del mondo. Dalla Sicilia