Rientro sui banchi di scuola tra polemiche e preoccupazioni
Data: Martedì, 16 settembre 2008 ore 19:24:05 CEST
Argomento: Rassegna stampa


15.09.2008. Stamane, primo giorno di scuola per quasi tutti gli studenti catanesi che sono 173.173, numero cui bisogna aggiungere quello degli alunni che hanno scelto di frequentare gli istituti paritari.

L’inizio del nuovo anno scolastico 2008-2009 non avviene nella stessa data, ma in tre fasi. Alcuni istituti (pochi) hanno già avviato l’attività didattica, la quasi totalità delle scuole inizieranno stamane, mentre altre, poche, avvieranno le lezioni il 17, data stabilita dalla Regione Sicilia. Le istituzioni scolastiche che hanno anticipato potranno utilizzare questi giorni per particolari ricorrenze.

L’avvio diversificato è ormai prassi da qualche anno a questa parte. Purtroppo, quest’anno, come abbiamo rilevato in altre occasioni, si inizia con tante polemiche.

1) Non si placano i malumori, le tensioni per i molti tagli, soprattutto nel settore sostegno, con notevole aumento del precariato. A tal proposito il segretario provinciale dello Snals Tempera, in un suo comunicato, definisce ’traumatico l’inizio del nuovo anno scolastico’, rilevando che il mondo della scuola catanese ’è in grado di esprimere idee e proposte per migliorare l’organizzazione del sistema scolastico e la qualità della didattica. Non si deve rischiare di perdere, nel tentativo di risanare il sistema scolastico, il tesoro di esperienze organizzativo e didattiche che molte scuole hanno maturato attraverso tante sperimentazioni condotte coraggiosamente e spesso con poche risorse e fra mille difficoltà. I tagli non consentiranno la stabilizzazione dei precari, che, operando nella scuola in alcuni casi da decenni, aspirano legittimamente al riconoscimento del proprio ruolo nell’ambito scolastico’. Tempera parla di un organico funzionale pluriennale, indispensabile per l’immissione nei ruoli dei precari.

2) I docenti non di ruolo che hanno avuto l’incarico lo scorso anno scolastico attendono di essere ’ripescati’, attesa che si sta facendo preoccupante dal momento che le lezioni sono iniziate ed ancora non hanno riavuto l’incarico. Aspettano con ansia i nuovi posti e, quindi, lo scorrimento delle graduatorie per riottenere la supplenza annuale, precari, molti già quarantenni, rimasti senza lavoro. Allo stato attuale non è possibile sapere se e quanti posti saranno assegnati da distribuire alle province siciliane, mentre molti alunni diversamente abili inizieranno le lezioni senza il docente di sostegno, con gravi conseguenze per il loro inserimento nella classe.

3) Polemiche sulle riforme, in particolare sul ’maestro unico’. Critiche da parte dell’associazione dirigenti scolastici, che ha scritto al Presidente della Repubblica, critiche da parte delle organizzazioni sindacali della scuola. Per esempio, il segretario provinciale della Flc-Cgil Fasciana dice che ’la scuola catanese non si qualifica con il maestro unico e nemmeno con la riduzione degli anni di studio o delle ore settimanali. Nell’era della informatica e della globalizzazione il Ministro vuol far passare l’idea romantica che il maestro unico risponda meglio alle esigenze pedagogiche dell’alunno. Le sollecitazioni esterne che ricevono gli alunni sono ormai così notevoli che a stento tre maestri riescono a canalizzare in modo sistematico all’interno dei percorsi formativi che finalizzino le conoscenze agli obiettivi programmati.

Oggi occorrono specialisti nella didattica della matematica, delle lingue straniere, dell’informatica, cioè una pluralità di soggetti che sappiano intervenire con adeguate competenze sull’alunno’. Anche lo Snals sostiene che il ’maestro unico’ si inquadra solo nella politica dei tagli. Per Tempera ’il nuovo anno scolastico appena iniziato nella nostra provincia va considerato come lo spartiacque tra un passato da dimenticare e un futuro che dovrà vederci tutti impegnati a costruire un nuovo percorso in cui ognuno dei soggetti politici e amministrativi locali preposti alla gestione del sistema formativo è chiamato, senza alcuna reticenza e tentennamenti, a dare il proprio contributo, per fare uscire la scuola catanese dalla situazione di stallo in cui si trova. Ulteriori dilazioni renderebbero vano ogni sforzo di rinnovamento’.

S’inizia, dunque, con tante controversie, ma al di là delle critiche sulla riforma, allo stato attuale il problema più urgente da risolvere è quello di ridare il posto di lavoro ai non nominati affinché possano riacquistare quella serenità che è venuta meno nell’agosto scorso, quando vennero effettuate le convocazioni per i contratti a tempo determinato.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)

 

 

DIRIGENTI SCOLASTICI CONTRO IL MAESTRO UNICO

 

I dirigenti scolastici, che fanno parte dell’Andis di Catania, esprimono forti riserve sulla riforma della scuola, in particolare sul ’maestro unico’. «La pluralità degli interventi educativi - scrivono in documento approvato in assemblea e inviato al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro della Pubblica Istruzione e ai presidenti di Camera e Senato - si è rilevata elemento di ricchezza professionale e coesistenza positiva di stili di insegnamento, in qualche caso il team nel suo insieme è riuscito a superare le disfunzioni scaturenti da criticità difficilmente gestibili da un unico maestro. La con titolarità dei docenti e la corresponsabilità nell’azione di interventi educativi di squadra hanno garantito una maggiore adeguatezza all’insegnamento di diversi stili cognitivi degli alunni, grazie anche alle diversificate competenze presenti nell’organico funzionale che la scuola dell’autonomia consente di utilizzare in modo ottimale».

I dirigenti scolastici chiedono che venga riconsiderata la decisione «mediante una diversa logica basata sulla dotazione di un organico funzionale che, pur mirante al contenimento della spesa, garantisca alle scuole il costituzionale esercizio dell’autonomia funzionale, nell’ambito di una più equa distribuzione a livello nazionale dei sacrifici richiesti». I capi di istituto dichiarano «la loro disponibilità a ricercare modelli organizzativi che consentono di coniugare l’esigenza del contenimento della spesa pubblica con scelte di utilizzo flessibile dell’organico funzionale, in modo di garantire quella pluralità di interventi che ha consentito la scuola ’elementare’ italiana di occupare una posizione di grande dignità e prestigio a livello europeo».

Il presidente dell’Andis dott. Nino Prastani rileva, inoltre, che «quanto sta avvenendo nella scuola italiana non può che preoccupare. Ne sono consapevoli coloro che in questi giorni devono affrontare enormi difficoltà per garantire il diritto allo studio degli alunni diversamente abili. Ci sono situazioni che difficilmente potranno essere gestite in quanto il numero di alunni certificati in condizioni di gravità è così elevato da richiedere, in alcuni casi il doppio dei docenti previsti dall’organico di fatto. Le conseguenze negative di tale situazione, continua il presidente dell’Andis, si rifletteranno anche sull’intero gruppo-classe, costretto a lavorare in condizioni di disagio».

M. C. (da www.lasicilia.it)







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