15.09.2008. Stamane, primo giorno di scuola per
quasi tutti gli studenti catanesi che
sono 173.173, numero cui bisogna
aggiungere quello degli alunni che
hanno scelto di frequentare gli istituti
paritari.
L’inizio del nuovo anno scolastico
2008-2009 non avviene nella stessa
data, ma in tre fasi. Alcuni istituti
(pochi) hanno già avviato l’attività
didattica, la quasi totalità delle scuole
inizieranno stamane, mentre altre,
poche, avvieranno le lezioni il 17, data
stabilita dalla Regione Sicilia. Le
istituzioni scolastiche che hanno anticipato
potranno utilizzare questi
giorni per particolari ricorrenze.
L’avvio diversificato è ormai prassi
da qualche anno a questa parte.
Purtroppo, quest’anno, come abbiamo
rilevato in altre occasioni, si
inizia con tante polemiche.
1) Non si placano i malumori, le
tensioni per i molti tagli, soprattutto
nel settore sostegno, con notevole
aumento del precariato. A tal proposito
il segretario provinciale dello Snals Tempera, in un suo comunicato,
definisce ’traumatico l’inizio del
nuovo anno scolastico’, rilevando
che il mondo della scuola catanese ’è
in grado di esprimere idee e proposte
per migliorare l’organizzazione
del sistema scolastico e la qualità
della didattica. Non si deve rischiare
di perdere, nel tentativo di risanare il
sistema scolastico, il tesoro di esperienze
organizzativo e didattiche che
molte scuole hanno maturato attraverso
tante sperimentazioni condotte
coraggiosamente e spesso con poche
risorse e fra mille difficoltà. I tagli
non consentiranno la stabilizzazione
dei precari, che, operando nella
scuola in alcuni casi da decenni,
aspirano legittimamente al riconoscimento
del proprio ruolo nell’ambito
scolastico’. Tempera parla di un
organico funzionale pluriennale, indispensabile
per l’immissione nei
ruoli dei precari.
2) I docenti non di ruolo che hanno
avuto l’incarico lo scorso anno
scolastico attendono di essere ’ripescati’,
attesa che si sta facendo preoccupante
dal momento che le lezioni
sono iniziate ed ancora non hanno
riavuto l’incarico. Aspettano con ansia
i nuovi posti e, quindi, lo scorrimento
delle graduatorie per riottenere
la supplenza annuale, precari,
molti già quarantenni, rimasti senza
lavoro. Allo stato attuale non è possibile
sapere se e quanti posti saranno
assegnati da distribuire alle province
siciliane, mentre molti alunni diversamente
abili inizieranno le lezioni
senza il docente di sostegno, con gravi
conseguenze per il loro inserimento
nella classe.
3) Polemiche sulle riforme, in particolare
sul ’maestro unico’. Critiche
da parte dell’associazione dirigenti
scolastici, che ha scritto al Presidente
della Repubblica, critiche da parte
delle organizzazioni sindacali della
scuola. Per esempio, il segretario
provinciale della Flc-Cgil Fasciana
dice che ’la scuola catanese non si
qualifica con il maestro unico e nemmeno
con la riduzione degli anni di
studio o delle ore settimanali. Nell’era
della informatica e della globalizzazione
il Ministro vuol far passare
l’idea romantica che il maestro unico
risponda meglio alle esigenze pedagogiche
dell’alunno. Le sollecitazioni
esterne che ricevono gli alunni
sono ormai così notevoli che a stento
tre maestri riescono a canalizzare
in modo sistematico all’interno dei
percorsi formativi che finalizzino le
conoscenze agli obiettivi programmati.
Oggi occorrono specialisti nella
didattica della matematica, delle
lingue straniere, dell’informatica,
cioè una pluralità di soggetti che sappiano
intervenire con adeguate competenze
sull’alunno’. Anche lo Snals
sostiene che il ’maestro unico’ si inquadra
solo nella politica dei tagli.
Per Tempera ’il nuovo anno scolastico
appena iniziato nella nostra provincia
va considerato come lo spartiacque
tra un passato da dimenticare
e un futuro che dovrà vederci tutti
impegnati a costruire un nuovo
percorso in cui ognuno dei soggetti
politici e amministrativi locali preposti
alla gestione del sistema formativo
è chiamato, senza alcuna reticenza
e tentennamenti, a dare il
proprio contributo, per fare uscire
la scuola catanese dalla situazione di
stallo in cui si trova. Ulteriori dilazioni
renderebbero vano ogni sforzo di
rinnovamento’.
S’inizia, dunque, con tante controversie,
ma al di là delle critiche sulla
riforma, allo stato attuale il problema
più urgente da risolvere è quello di
ridare il posto di lavoro ai non nominati
affinché possano riacquistare
quella serenità che è venuta meno
nell’agosto scorso, quando vennero
effettuate le convocazioni per i contratti
a tempo determinato.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)
DIRIGENTI SCOLASTICI CONTRO IL MAESTRO UNICO
I dirigenti scolastici, che fanno parte
dell’Andis di Catania, esprimono forti
riserve sulla riforma della scuola, in
particolare sul ’maestro unico’. «La
pluralità degli interventi educativi -
scrivono in documento approvato in
assemblea e inviato al Presidente
della Repubblica, al presidente del
Consiglio dei Ministri, al ministro della
Pubblica Istruzione e ai presidenti di
Camera e Senato - si è rilevata
elemento di ricchezza professionale e
coesistenza positiva di stili di
insegnamento, in qualche caso il
team nel suo insieme è riuscito a
superare le disfunzioni scaturenti da
criticità difficilmente gestibili da un
unico maestro. La con titolarità dei
docenti e la corresponsabilità
nell’azione di interventi educativi di
squadra hanno garantito una
maggiore adeguatezza
all’insegnamento di diversi stili
cognitivi degli alunni, grazie anche
alle diversificate competenze presenti
nell’organico funzionale che la scuola
dell’autonomia consente di utilizzare
in modo ottimale».
I dirigenti scolastici chiedono che
venga riconsiderata la decisione
«mediante una diversa logica basata
sulla dotazione di un organico
funzionale che, pur mirante al
contenimento della spesa, garantisca
alle scuole il costituzionale esercizio
dell’autonomia funzionale,
nell’ambito di una più equa
distribuzione a livello nazionale dei
sacrifici richiesti». I capi di istituto
dichiarano «la loro disponibilità a
ricercare modelli organizzativi che
consentono di coniugare l’esigenza
del contenimento della spesa
pubblica con scelte di utilizzo
flessibile dell’organico funzionale, in
modo di garantire quella pluralità di
interventi che ha consentito la scuola
’elementare’ italiana di occupare una
posizione di grande dignità e
prestigio a livello europeo».
Il presidente dell’Andis dott. Nino
Prastani rileva, inoltre, che «quanto
sta avvenendo nella scuola italiana
non può che preoccupare. Ne sono
consapevoli coloro che in questi
giorni devono affrontare enormi
difficoltà per garantire il diritto allo
studio degli alunni diversamente abili.
Ci sono situazioni che difficilmente
potranno essere gestite in quanto il
numero di alunni certificati in
condizioni di gravità è così elevato da
richiedere, in alcuni casi il doppio dei
docenti previsti dall’organico di fatto.
Le conseguenze negative di tale
situazione, continua il presidente
dell’Andis, si rifletteranno anche
sull’intero gruppo-classe, costretto a
lavorare in condizioni di disagio».
M. C.
(da www.lasicilia.it)