Web semantico, il linguaggio del mondo
Data: Giovedì, 01 maggio 2003 ore 21:49:46 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Quante volte non ci ricordiamo correttamente l'indirizzo di un sito o il nome di un cantante, e ricorriamo a Google perché ci venga in aiuto? Tutto bene fintantoché la ricerca è semplice. Ma immaginate di dover cercare l'indirizzo del figlio trentenne del signor Mario Rossi, compagno di vostro padre al liceo e sposato con Anna. Potreste essere fortunati e trovare una pagina che contiene tutti questi elementi, ma sarà poco probabile.

Quello che vi servirebbe è allora uno strumento in grado di creare al vostro posto percorsi tra le pagine, in grado di spostarsi di sito in sito collegando logicamente elementi diversi di quell'informazione. Questo strumento potrebbe ricercare, tra le pagine di tutti i Mario Rossi, solo quelli che hanno frequentato il liceo e sono sposati con Anna. A questo punto, tra i siti dei figli, dovrebbe visitare quello del figlio nato nel 1973, e recuperarne l'indirizzo. Questo semplice esempio illustra uno degli scopi che si prefigge il Web semantico.

Oggi il Web è un'interconnessione di documenti a puro uso e consumo delle persone. Io, utente, sono in grado di capire quello che leggo, di richiedere eventuali approfondimenti, di verificare ed eventualmente confrontare più versioni della stessa notizia. Ma lo stesso non può fare un software (con qualche eccezione troppo complessa e dagli ambiti limitati per essere presa in considerazione) che si trova a navigare in un mondo fatto di parole per lui prive di significato.

Per questo motivo, nessun programma è in grado di sollevarci dal compito di controllare e verificare manualmente le informazioni che cerchiamo, scartando quelle non volute e approfondendo quelle che ci sembrano interessanti. Per far fronte a questi limiti e dotare la rete di informazioni che consentano non solo alle persone, ma anche al software di stabilire nessi tra contenuti, Tim Berners-Lee e con lui il W3c hanno partorito il Web semantico.

La visione del Web semantico
Il Web semantico è un'estensione del Web di oggi, in cui non solo le persone, ma anche i computer sono in grado di interagire e manipolare le informazioni memorizzate. È possibile ottenere questo risultato perchè preventivamente, all'atto della creazione del contenuto, queste informazioni sono state definite e inserite secondo specifiche regole semantiche (dalle quali nasce il termine Web semantico).

Gli attori coinvolti nella definizione del Web semantico sono in primo luogo le tecnologie e le piattaforme, ma non solo. Le possibilità offerte dal Web semantico sono infatti tante e così variegate che oggi si è solo sfiorata la punta dell'iceberg delle sue potenzialità. Per questo motivo, piuttosto che di tecnologia, si parla di visione del Web semantico.

Tim Berners-Lee, in un articolo pubblicato ormai due anni fa su Scientific American, non ha nascosto le ambizioni relative al progetto. Nel testo s'immagina un futuro in cui Lucy, per fissare una visita medica alla madre, utilizza alcuni agenti (cioè, dei programmi adatti a interagire con i sistemi) che sono in grado di "capire" la patologie, di contattare i centri in grado di curarla, e perfino di richiedere un appuntamento, salvo poi lasciarne a Lucy la conferma.

Fino a che punto questo sarà possibile, dipende da molti fattori. Quello che già oggi è possibile ipotizzare è che difficilmente tutto il Web come noi lo conosciamo assumerà queste caratteristiche in breve tempo. Il lavoro per dotare i contenuti di queste regole semantiche (rivedendoli completamente) è in effetti decisamente oneroso e gli strumenti ancora primitivi. È facile attenderne l'adozione per progetti specifici o comunque di pubblicà utilità, per esempio quello citato da Berners-Lee nell'articolo.
L'architettura del Web semantico
Per capire com'è strutturata la visione del Web semantico è utile fare riferimento a un diagramma piramidale presentato da Tim Berners-Lee durante un conferenza sull'argomento.

Il Web semantico si basa sullo standard Uri (Uniform Resource Identifiers, il papà degli Url o Uniform Resource Locator) per la definizione univoca di indirizzi Internet, su Xml (Extensible Markup Language) e Rdf (Resource Description Framework) nonché sull'uso delle ontologie.

In realtà si va anche oltre. Questi sistemi dovrebbero essere in grado, tramite ricerche incrociate o in dipendenza del contesto, di verificare l'attendibilità di un'informazione. Se mi fido di quello che dice il mio amico Mario Rossi, allora in parte è affidabile anche quello che dicono gli amici di Mario e così via. Nel caso ideale, poi, un sistema semantico completo dovrebbe dedurre, dato un numero di affermazioni, quali sono vere e quali sono false. Ma la strada da percorrere per raggiungere questi risultati è ancora molta.

Con Xml è possibile modellare secondo le proprie esigenze, e senza troppi vincoli, la realtà che si considera: per questo è un linguaggio che porta con sé alcune informazioni sulla semantica degli oggetti. Questa libertà lo rende poco adatto, però, a definire completamente la struttura e l'interscambio di informazioni tra diverse realtà, tanto che è stata favorita la creazione di un nuovo linguaggio, figlio di Xml: Rdf (Resource Description Framework).
Rdf è uno standard adatto a descrivere la struttura di una parte della realtà. Per realtà intendiamo qualsiasi risorsa sia possibile indentificare sulla rete con un indirizzo univoco, mentre per descrizione indichiamo l'insieme delle proprietà, degli attributi e delle relazioni con altre realtà. Poniamo di voler elencare le caratteristiche di un libro. Uno dei documenti Rdf che potrebbe descrivere questa operazione è:


   xmlns:rdf="http://www.w3.org/1999/02/22-rdf-syntax-ns#"
   xmlns="http://www.miolibro.it/libro#">
 Il giovane Holden
 
 Einaudi
 1961
 230


Ciascun oggetto è descritto da una tripla: un risorsa, una proprietà e un valore. In questo caso la risorsa è il libro Il giovane Holden, definita all'Uri http://www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/scheda.jsp?isbn=978880629660&ed=87, una delle proprietà è titolo, definita all'Uri http://www.miolibro.it/libro#titolo e uno dei valori è Il giovane Holden. In questo modo abbiamo non solo identificato univocamente l'oggetto (poichè l'Uri è univoco a livello mondiale), ma abbiamo anche definito univocamente quale tipo di convenzione stiamo utilizzando per descriverlo.

Rispetto a Xml, di cui è un figlio, Rdf ha alcuni vantaggi, come per esempio la possibilità di definire agevolmente il tipo e le proprietà degli oggetti (s tratta sempre di un rincorrersi di risorse, proprietà e valori). Rdf limita e focalizza alcune caratteristiche di Xml per renderlo un linguaggio rivolto alla descrizione di un oggetto, delle sue proprietà, e delle relazioni con gli altri oggetti. Una modalità di visualizzazione del documento Xml alternativa a quella presentata sopra, è quella grafica,.

Antonio Volpon







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