complesso sindacale-psico-pedagogico-docimologico che domina la scuola da trent'anni aizza a prendere in ostaggio i bambini
Data: Lunedì, 15 settembre 2008 ore 15:53:32 CEST
Argomento: Opinioni


Dal sito Il Messaggero di GIORGIO ISRAEL Tutto ciò è ridicolo. I pessimi rendimenti della scuola italiana non sono effetto del destino cinico e baro. È quindi da sperare che, di fronte ai provvedimenti presi dal Ministro Gelmini — e da quelli che seguiranno — ci si astenga da agitazioni inconsulte e irragionevoli; tanto più in quanto basta guardare ai sondaggi in rete dei maggiori quotidiani per constatare che questi primi provvedimenti ottengono gradimenti dall'80% al 90%. E inutile illudersi di essere maggioranza solo perché si strilla di più, parlare a sproposito di "rivolta delle famiglie", opporsi a tutti i costi avanzando quelle che Mario Pirani ha definito critiche "fastidiose e inconcludenti mosse in nome di uno slogan tipico degli eserciti destinati alla sconfitta:. "indietro non si torna"". Quando "Famiglia. Cristiana" accusa il Ministro di procedere senza dibattiti e confronti con il mondo della scuola, e senza consultare esperti, "solo con le competenze di casa sua, ]a madre e la sorella maestre" non soltanto ricorre a polemiche di infimo livello, ma rivela il vero intento: quel che si vuole non è tanto il dialogo quanto il continuare a considerare come referente principale e unico "competente" quel complesso sindacale-psico-pedagogico-docimologico che domina la scuola da trent'anni e che è responsabile del suo stato attuale. Altrimenti, si dice, "la scuola resterà, come diceva don Milani, un ospedale che cura i sani e rifiuta i malati". Il fatto è che ]a scuola che cura i sani e rifiuta i malati è proprio quella di oggi, più di quella di ieri. Dopo aver predicato per decenni contro la "scuola di classe", essa è stata finalmente realizzata, appiattendo tutti verso il livello più basso anziché motivare tutti a elevarsi verso l'alto. In nome dell'interesse primario per il "malato" abbiamo creato una scuola dequalificata che lascia soltanto ai figli dei colti e dei ricchi la possibilità di andare avanti mentre i "malati" sono con dannati a restare tali, se non ad ammalarsi più gravemente. E probabile che oggi don Milani, da persona intelligente e intellettualmente onesta, si metterebbe le mani nei capelli nel vedere a cosa ha condotto la demagogia egualitarista e prenderebbe le distanze dal "donmilanismo", a differenza chi si crogiola nel conservatorismo delle idee preconcette e degli interessi costituiti. Il conservatorismo si nutre- di slogan ripetuti ossessivam ente senza riguardo ai fatti. Il più clamoroso di questi slogan è la formula secondo cui la scuola elementare italiana sarebbe una delle migliori del inondo e l'introduzione del maestro unico distruggerebbe il "fiore all'occhiello" della nazione. Si citano statistiche che proverebbero tale qualità, tra cui un recentissimo rapporto Ocse che, nel sottolineare la generale catastrofe della scuola italiana, salverebbe le primarie. Non si dice però che anche questo rapporto riguarda dati meramente strutturali e non ha preso in esame la qualità degli apprendimenti: che l'Italia investa nella scuola primaria più risorse della media Ocse è evidente (visto il numero di maestri!) e soltanto per questo si colloca in buona posizione. Ma ciò non dice nulla sui risultati di tali investimenti! Difatti, la stessa Ocse ha osservato che il vero problema è che i fondi sono spesi esattamente all'opposto di quanto fa la Corea del Sud dove vi sono meno professori e meglio pagati. E pure entro il quadro Ocse-le cui primarie sfigurano rispetto a quelle di diversi paesi emergenti - le classi elementari italiane hanno un numero di alunni inferiore alla media e tempi netti di insegnamento molto bassi. Chi ripete lo slogan che la scuola primaria italiana è tra le migliori del mondo sfrutta la buona fede di chi crede che essa sia sempre la stessa e non sa che è stata rivoltata come un calzino dal 1985 in poi. Essa è piuttosto il fiore all'occhiello del pedagogisino dell'autoapprendimento, dell'apprendere ad apprendere" in barba alle conoscenze, del "meglio una testa vuota ben fatta che una testa piena". È la scuola in cui non si insegnano i "fatterelli" della storia — come ha scritto una maestra su questo giornale — bensì si studia la linea del tempo, le dinamiche astratte dei processi storici, le "cause" del crollo degli imperi senza conoscere un solo impero reale. E la scuola in cui la geografia è studio astratto della "spazialità", analisi del "davanti", "dietro", "sopra" e "sotto" (orrendamente chiamati "indicatori topologici"). È la scuola in cui la matematica è ridotta a manipolazioni con disegni e colori. È una scuola frantumata in miriadi di "offerte formative" disparate: sicurezza, privacy, prevenzione incendi, progetti di canto, teatro, danza, fotografia ecc. Si guardi inoltre al percorso formativo attuale di un maestro. Non sono pochi i corsi di laurea che permettono di diventare maestri seguendo una trentina di ore di matematica e di storia moderna (soltanto moderna), con casi limite in cui la matematica è opzionale rispetto a materie come la pediatria. La componente psicopedagogica è dilatata in modo esorbitante fino a occupare 1'80% del corso di studio relegando la parte disciplinare alla misera quota restante. Cosi otterremmo maestri specializzati capaci di produrre un mirabile intreccio di competenze? In realtà, oggi noi formiamo psicopedagoghi dotati di un'evanescente infarinatura di conoscenze disciplinari. Per cui, la polemica contro il maestro unico "tuttologo" è priva di qualsiasi serio fondamento. Va comunque detto che se la scuola italiana (non soltanto la primaria) non va a fondo del tutto e per merito di migliaia di insegnanti che continuano a concepire la loro professione come una missione educativa basata sulla trasmissione della conoscenza e che, non a caso, sono considerati da certi teorici dell' "apprendere ad apprendere" come il più grande ostacolo al dominio incontrastato delle loro fallimentari teorie.





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-12060.html