I PROFESSORI PRECARI DEL SUD...INIZIANO IL LORO TRASFERIMENTO AL NORD
Data: Venerd́, 12 settembre 2008 ore 09:55:19 CEST
Argomento: Comunicati


per molti l'obiettivo è accumulare punti,
 necessari per scalare le graduatorie

Settembre, parte la «migrazione» dei prof.

La lotteria delle cattedre assegnate con supplenze annuali e temporanee.
 Dal sud i due terzi degli insegnanti precari

Ambra Craighero Il Corriere della Sera, 11.9.2008
MILANO – Sono giorni caldi per gli insegnanti, ma ancor più bollenti per gli aspiranti supplenti, dopo la kermesse delle nomine di fine agosto. In pentola, esplicate le nomine dei vari provveditorati, bollono le chiamate dirette delle scuole, per qualsiasi tipo di supplenza: da un anno, a qualche mese, a qualche settimana. Per molti, l'obiettivo è soprattutto accumulare punti, quelli necessari per scalare le graduatorie che consentano, negli anni a venire, di puntare su una cattedra annuale. Una missione da compiere a tutti i costi, anche spostandosi di mille chilometri da casa.

È ORA DI MIGRARE - Da molti anni, in questo periodo, si assiste a una vera e propria «transumanza» dei docenti meridionali: in media due precari su tre provengono dal Sud. Ed è proprio in questi casi che la speranza è aggrappata a una difficile migrazione in città e paesi del centro-nord, in cerca di una supplenza, anche di poche ore e saltuaria, pur di racimolare la pagnotta. Ciò accade perché il numero dei posti di insegnamento ancora liberi non subisce contrazioni nel nord della penisola, in quanto i docenti settentrionali non riescono a coprire il fabbisogno. A differenza del meridione, dove invece ci sono più insegnanti che cattedre disponibili.

I NUMERI - Le cifre provenienti dall'Osservatorio sulle graduatorie permanenti dell'Anief, l'Associazione nazionale degli insegnanti e degli educatori in formazione sono impietose: il totale degli insegnanti iscritti è di origine meridionale: sono 160.157, a fronte di 28.286 docenti provenienti dal centro e 42.239 dal nord Italia. Tra le regioni del sud spiccano la Campania con 49.810 insegnanti e la Sicilia con 46.901. La fotografia di un Paese a tre velocità.

LONTANO DA CASA - La flotta dei precari è composta da docenti che hanno alle spalle anni di insegnamento, in diverse abilitazioni e specializzazioni universitarie, ma sono costretti ad abbandonare la famiglia, i rispettivi compagni e figli, a bruciare lo stipendio di 1.200 euro mensili in viaggi aerei, abbonamenti ai servizi pubblici, carburante, alloggio e vitto, pur di supplire ai vuoti registrati nelle province settentrionali. E questa è l'unica soluzione praticabile.

LA MARCIA SILENZIOSA - «La marcia silenziosa del Sud è composta da servitori dello Stato – dice Marcello Pacifico, presidente Anief – e non tutti hanno una supplenza annuale. Oggi avere una supplenza annuale significa essere dei privilegiati del precariato, perché molti docenti sono in attesa di una chiamata che non verrà». Anche se è dalla fine di agosto che i Centri servizi amministrativi (ex provveditorati agli studi) stanno vivendo un mese di fuoco, e affinché le lezioni possano iniziare regolarmente, con quasi tutti i docenti in classe ad accogliere gli alunni. La presenza dei supplenti precari nella scuola italiana è di una cattedra su sei.

PRECARI «PERMANENTI» - Il divario tra la richiesta del nord e l'offerta del sud è sotto gli occhi di tutti. «Il colmo è che al nord non si trovano più insegnati - dice Rino Di Meglio Coordinatore nazionale della  Gilda, il sindacato indipendente dei comitati di base degli insegnanti - e negli ultimi 15 anni è mancata una seria pianificazione e un regolare reclutamento». Le scuole in questi giorni stanno tornando ad affollarsi. In alcune regioni, come la Lombardia, le lezioni sono riprese già dall'8 settembre. In altre si apprestano a cominciare. Ma i volti dei precari sono quasi sempre gli stessi. Si incominciano anche a vedere i segni del tempo. Molti hanno passato la quarantina, hanno i capelli brizzolati e sono stanchi prima ancora di cominciare, sapendo che le graduatorie dove sono in lista per cogliere una supplenza si chiamano «permanenti».
 
 






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