Con 95 milioni di analfabeti, di cui 75 milioni in età
compresa tra i 15 e i 45 anni, il mondo arabo si conferma
al primo posto nella classifica mondiale dei Paesi i
cui cittadini non sanno né leggere né scrivere. Sono
questi i dati impietosi presentati a Roma, nel corso del
convegno sul tema «L’alfabetizzazione nel Mediterraneo», organizzato alla Camera dei Deputati nell’ambito
delle celebrazioni per la Giornata mondiale per la lotta
all’analfabetismo, indetta dall’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
«Un cittadino su tre è analfabeta», ha ricordato il direttore
dell’Organizzazione araba per l’educazione, le
scienze e la cultura (Alesco), Mongi Bousnia. Si tratta, ha
proseguito, del doppio della media mondiale (16%).
Tra le cause principali di questo fenomeno, ha sottolineato
Bousnia, sicuramente «l’eccessivo tasso di natalità,
come dimostra la stretta correlazione tra crescita
demografica esponenziale e aumento del tasso di illetterati
(il 71%) nei cinque Stati più popolosi che fanno
parte del gruppo dei 28 Paesi che compongono la Alesco».
«Nel corso degli ultimi trent’anni abbiamo fatto molti
sforzi per ridurre il tasso di persone prive di istruzione,
ma la strada è ancora molto lunga», ha detto Bousnia.
In termini relativi, i dati parlano di un calo costante.
Nel 1970, il tasso di adulti analfabeti dei Paesi arabi
era del 75%, nel 1990 del 48,7%, nel 2000 del 39,9,
mentre nel 2007 la media di illeterati in questa area del
mondo si aggira attorno al 30%.
«Sradicare l’analfabetismo - ha ricordato il direttore
della Alesco - è un modo per incrementare la sicurezza
nell’area mediterranea». In questo, a suo dire, il ruolo
della donna è fondamentale per lottare contro la
mentalità dell’odio e della violenza che sono alla base
del terrorismo. Bisogna però investire nei programmi di
alfabetizzazione.
«Il presidente tunisino Ben Ali - ha ricordato Bousnia
- ha lanciato un appello ai Paesi produttori di petrolio
affinchè i loro governi destinino "un dollaro per ogni barile
di greggio" in progetti per la lotta all’analfabetismo
dei Paesi arabi». In Egitto, come ha spiegato Raafat Abdel
Baki, delegato del ministero dell’Istruzione egiziano
- intervenuto durante la giornata di studio organizzata
dall’Unione Nazionale per la lotta contro l’Analfabetismo,
dall’Osservatorio del Mediterraneo e dall’Università
di Castel Sant’Angelo - è grazie alle Ong che la
povera gente si avvicina all’istruzione. Con ben 17 milioni
di analfabeti, l’Egitto è il Paese arabo con il maggior
numero di illetterati.
CRISTIANA MISSORI (da
www.lasicilia.it)