Lettera aperta del Presidente della SFI Prof. Stefano POGGI
Data: Giovedì, 11 settembre 2008 ore 21:49:18 CEST
Argomento: Opinioni


La Società Filosofica Italiana non può che esprimere la propria viva preoccupazione per i contenuti del Decreto Legge 112/2008 concernente il comparto dell’istruzione italiana nel suo complesso e in particolare il sistema universitario pubblico nazionale. Pertanto condivide completamente tutte le apprensioni espresse nella lettera il cui primo firmatario è il prof. Fulvio Tessitore, nella quale si insiste in particolare sulla incostituzionalità e sulle deleterie conseguenze che potrebbero derivare, per l’eguaglianza delle opportunità e il diritto allo studio costituzionalmente garantito, dalla possibilità concessa alle Università statali di trasformarsi, con una semplice maggioranza assoluta del loro Senato accademico, in Fondazioni di diritto privato.
Non si può che constatare – ancora una volta – come in Italia, nel campo della cultura e della ricerca scientifica, sia sempre più evidente un costante arretramento verso le posizioni ultime della comunità dei paesi più sviluppati. Mettendo da parte quanto sottoscritto nel Trattato di Lisbona del 1999 – in cui la Comunità Europea si proponeva di raggiungere in tutti i paesi membri un investimento del 3% del Pil in ricerca scientifica e tecnologica, allo scopo di pervenire a quella “società della conoscenza” in grado di rendere competitivo il vecchio continente rispetto ai nuovi paesi emergenti – la classe dirigente italiana lavora per portare l’Italia dall’attuale terzultimo posto, all’ultimo.
Non sappiamo se ciò viene perseguito con inconsapevole incoscienza oppure vi sia un deliberato e lucido piano di distruzione del sistema pubblico di ricerca e formazione, che porterebbe inevitabilmente a favorire il privato, sia nella scuola che nell’università. Di certo ne trarranno immediato beneficio quegli imprenditori che già finanziano gli atenei e le scuole private, che potranno così portare integralmente in deduzione i loro contributi.
E come Società Filosofica Italiana non possiamo non vedere in tale ulteriore peso che gli interessi immediatamente economici avranno sul sistema della ricerca una minaccia a quella formazione e ricerca di base che – come tutti i seri studiosi riconoscono, indipendentemente dal proprio ambito di interesse – è indispensabile per la tramatura di un sistema di saperi che costituisca la rete di interconnessione e di sostentamento di ogni specialismo più avanzato e della stessa tenuta dell’identità nazionale. Il sapere filosofico – e in generale la cultura umanista nella scuola come nell’università – corrono il rischio di ricevere un ulteriore colpo da queste sconsiderate misure, rispondenti solo ad un’ottica economicistica che non sa vedere oltre l’immediato ritorno contabile, il quale nulla dice e nulla promette circa la futura crescita della conoscenza e della ricerca scientifica italiana.

Stefano Poggi
Presidente della Società Filosofica Italiana

dal sito www.sfi.it






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